In concorso a Venezia80 il film di Sofia Coppola sulla turbolenta love story. La vedova: «Me ne sono andata a causa di uno stile di vita difficile, ma io e lui è come se non ci fossimo mai lasciati». La società che gestisce il patrimonio del “re” di Memphis non concede i diritti sulle musiche. La colonna sonora affidata alla band indie pop-rock Phoenix del marito della regista
«È difficile guardare un film su se stessi, sulla propria vita, sul proprio amore. Sofia Coppola ha fatto un lavoro grandissimo. Io le ho dato tutto quello che le potevo dare». Queste le parole Priscilla Presley, con le lacrime agli occhi e la voce spezzata, alla conferenza stampa del film Priscilla scritto e diretto da Coppola, in concorso all’ottantesima Mostra del Cinema di Venezia.
Le ha dato tutto, tranne la musica del marito. Perché Priscilla parlerà del “re del rock” e della sua vita coniugale ma non conterrà alcuna canzone di Elvis “The Pelvis”. Gran parte del sonoro del film è stato realizzato dal marito di Sofia, Thomas Mars, e dalla sua band indie pop-rock Phoenix. La musica fa riferimento a quel periodo, ma ha un aspetto «anacronistico», con una cover della canzone di Frankie Avalon Venus, che venne suonata quando Elvis e Priscilla si incontrarono. Mentre, come tema del film, è stata scelta una cover dei Ramones del 1980 della canzone dei Ronettes del 1963, Baby, I Love You, che apre il film.
Sebbene Sofia avesse richiesto i diritti di alcune canzoni alla Elvis Presley Enterprises – di proprietà sia del Brands Group sia della famiglia Presley – le è stato opposto un netto rifiuto. «A loro non piacciono i progetti che non sono sotto il loro completo controllo e sono estremamente protettivi nei confronti del loro marchio», ha detto la regista in una intervista a The Hollywood Reporter, riferendosi alla famiglia Presley. «Ma questo ci ha reso più creativi».
Priscilla è un film sulla vita della moglie di Elvis, così come l’ha raccontata nel suo libro di memorie bestseller del New York Times, poi adattata in una sceneggiatura dalla regista Sofia Coppola. Punto di partenza è il fatidico incontro fra Elvis e Priscilla a una festa nel 1959 quando lui aveva 23 anni e lei 14. Iniziarono quindi un corteggiamento che divenne un matrimonio nel 1967, e l’anno dopo ebbero una figlia, di nome Lisa Marie Presley.
«È stato difficile per i miei genitori capire il perché Elvis avesse questo interesse per me. Molti pensavano che fosse solo sesso. Ma lui non era quel tipo perché rispettava il fatto che avessi solo 14 anni, era molto gentile. Non ho mai fatto sesso con lui in giovane età», ha tenuto a sottolineare la vedova Presley in conferenza stampa. «Io e lui avevamo gli stessi pensieri, mi ha sempre raccontato tutto di lui: timori, speranze e la morte della madre. Questo era il nostro legame».
Attraverso gli occhi di Priscilla, Sofia Coppola racconta il lato nascosto di un grande mito americano, nel lungo corteggiamento e nel matrimonio turbolento con Elvis. Una storia iniziata in una base dell’esercito tedesco e proseguita nella sua tenuta da sogno a Graceland.
Quando Elvis è tornato negli Stati Uniti «e io sono rimasta in Germania mi sono chiesta il perché si fidasse tanto di me. Io non ho mai raccontato a nessuno di noi, non l’ho raccontato nemmeno a scuola. Io non ho mai rinunciato a lui. Insieme abbiamo costruito il nostro rapporto finché non me ne sono andata a causa di uno stile di vita difficile. Quest’ultima è la parte del film che più mi appartiene», ha aggiunto Priscilla Presley, che ha concluso: «Anche se me ne sono andata, è come se non ci fossimo mai lasciati, mi sono sempre assicurata di fargli vedere sempre nostra figlia (Lisa Marie, morta lo scorso 12 gennaio, ndr)».
Per Coppola è «una coppia leggendaria di cui conosciamo poco. Non è un racconto femminista, per me è una storia di una donna tra gli altri e i bassi di un rapporto. Una ragazza che entra in un mondo travolgente che poi lascia per trovare il suo punto di vista. Era una storia così vivida nella mia mente e nelle immagini di quel mondo, Memphis, gli anni Sessanta. È così americana», ha confessato la regista. «E mi piacciono sempre i temi sulla ricerca della propria identità e sulla crescita delle ragazze adolescenti verso l’età adulta». È stato anche il fatto che Priscilla sia rimasta piuttosto riservata sulla sua vita ad aumentare l’interesse di Sofia. «Le persone sono curiose della tua storia», ha detto a Priscilla, «perché hai un fascino misterioso, che è così raro oggi».