Dall’8 giugno la serie televisiva comedy. «L’ispirazione viene dalla vita reale: abbiamo raccontato il nostro quotidiano» dice il collettivo di comici. «Vuole raccontare la vita di tutti i giorni, di chi sa che non sta cambiando il mondo, ma il mondo va avanti grazie ai lavori di tutti noi». Achille Lauro tra le guest star
Molte idee. Poco budget. È il punto di partenza di Pesci piccoli prima serie televisiva comedy prodotta e ideata dal collettivo The Jackal, in arrivo dall’8 giugno su Prime Video. Nel cast ci sono come protagonisti gli “sciacalli” Fabio Balsamo, Gianluca Fru, Aurora Leone, Ciro Priello e la debuttante Martina Tinnirello. Sono previsti anche camei speciali, con ospiti del calibro di Achille Lauro, Herbert Ballerina, Giovanni Muciaccia, Gabriele Vagnato, Valentina Barbieri e Mario “Il Ginnasio” Terrone tra le star più attese.
Il titolo è venuto in mente ad Aurora Leone. «Non avevamo idea di come chiamare la serie e un giorno sul set Aurora dice: “Ma perché non la chiamiamo “Pesci piccoli” come metafora del fatto che siamo una piccola agenzia in un mare di agenzie più grandi?”», racconta Ciro Priello alla conferenza stampa al Cinema Barberini di Roma. «In realtà il primo titolo era “Pesci grossi” ma ci sembrava ambiguo e anche pretenzioso», rivela Fabio Balsamo. «Ci sentiamo ancora dei pesci piccoli perché la nostra mentalità è che abbiamo ancora da imparare e da crescere».
Lo scopo è raccontare i piccoli contesti lavorativi di provincia. «Siccome anche noi siamo partiti da un contesto piccolo, ci siamo chiesti: “Come fanno questi esseri umani a convivere col fatto che quello che fanno non cambierà il mondo?”», spiega il regista Francesco Ebbasta. «È stata esplorata la capacità di vivere il quotidiano all’interno di un gruppo».
«L’ispirazione viene dalla vita reale: abbiamo raccontato il nostro quotidiano, in cui ci siamo sentiti pesci piccoli con molte idee e poco budget», dice Fru. Il mio sogno è fare dieci stagioni di Pesci Piccoli, perché ci racconta e ci unisce; insomma, quando gli Avengers si uniscono, c’è una forza incredibile».
I primi due episodi sono di una comicità scoppiettante. Fru dà il meglio di sé descrivendo le vite dei colleghi come voce fuori campo, con un microfono karaoke. Spicca su tutti il “mariofono” del personaggio Marione (Dino Porzio) usato per fare comunicazioni futili, come l’inserimento delle nuove merendine nella grande bolla apposita. «Nella nostra agenzia esiste veramente», rivela Fru. La serie si concentra su gioie e dolori di una piccola agenzia pubblicitaria di Napoli vista dagli occhi di Greta (Martina Tinnirello), creative director, ostracizzata dalla sua agenzia precedente per un incontro con un cliente (Achille Lauro) finito male. La ragazza dovrà abituarsi ai modi di Ciro, Fabio, Fru e Aurora, amici e colleghi immersi nella realtà minuscola di brand provinciali e influencer minori e tragicomici. Insieme scopriranno che un’esistenza normale, senza successi assicurati da milioni di follower, nasconde qualcosa di prezioso se si hanno gli amici giusti. Sullo sfondo una Napoli raccontata in modo diverso, non quella pizza, Vesuvio e mandolino ma quella del quotidiano in una serie girata completamente indoor.
Francesco Ebbasta aggiunge: «Per questa serie volevamo raccontare questi eroi del quotidiano, che devono convivere con i supereroi del web. Napoli l’abbiamo nel dna, anche se qui è sullo sfondo: I personaggi si portano dietro la città per accento e scelte musicali come Core ‘ngrato interpretata da Raiz degli Almamegretta. Io preferisco sempre portarla in scena, Napoli: anche trattando storie diverse non riusciamo a farne a meno. Abbiamo voluto conservare un rimando alla tradizione pur trattando un argomento moderno come le web agency».
Tra le scene più divertenti dei primi due episodi c’è quella di un briefing con Greta in cui Ciro scribacchia su un bloc notes. Al termine della riunione la ragazza lo elogia per aver preso appunti ma l’altro la smentisce mostrandogli il nome Michele in rilievo scritto a ripetizione sui fogli. La scena è ispirata ad un fatto veramente accaduto: «Prima di iniziare la serie, durante il brainstorming io mi giro e noto che Ciro sta prendendo appunti e sta scrivendo “Michele”. Un nome disegnato ogni tanto in modo compulsivo che deriva dall’infanzia di Priello in cui non sapeva scrivere il nome del suo beniamino, Michael Jackson», racconta Ebbasta. Non mancano, inoltre, omaggi alle sit-com amate da The Jackal. Il quarto episodio rende onore a The Office, girato interamente in stile mockumentary. «C’è anche la serie Community per l’utilizzo delle strutture narrative incrociate».