Le anticipazioni di Amadeus su date e nuovo regolamento della prossima edizione del Festival notizia d’apertura del notiziario di domenica delle ore 13:30: è questo servizio pubblico? “Presunte” novità: al Festival tutto cambia perché nulla cambi. Ancora più potere alle radio e cantanti co-conduttori
Si può aprire il Tg1 delle ore 13:30 di domenica 9 luglio con le presunte novità sul Festival di Sanremo che si svolgerà nel febbraio 2024? Se lo avesse fatto il tg di una emittente privata, nessuno lo avrebbe contestato, ma che uno dei principali notiziari della giornata della tv di Stato più seguita metta come notizia più importante la promozione di un proprio programma fa riflettere. Sappiamo quanto sia importante la gara canora per le casse e gli stipendi della Rai. Ci si chiede, però, quale servizio pubblico stia svolgendo? A questo punto, perché bisognerebbe continuare a pagare il canone?
Non solo. Quella su Sanremo è una “non notizia”. Primo perché le date già circolavano online. Secondo, perché il regolamento sarà reso pubblico domani. E, ricordiamo, che Amadeus è noto per cambiare le carte in tavola fino all’ultimo momento. Terzo, perché il regolamento, come quello strombazzato in precedenza sui giovani, è identico a quello di tutte le edizioni passate (eccezion fatta per l’insaccato dello scorso anno).
Le novità, se così possono essere definite, sono banalità che rispecchiano la pochezza del direttore artistico del Festival. Quella dei big che diventano conduttori nella seconda e terza puntata è priva di sostanza. Più grave, invece, l’ingresso ufficiale delle radio tra i giurati del Festival. Se da una parte vengono finalmente messe in soffitta le famigerate giurie demoscopiche, dall’altra viene istituita una Giuria delle Radio, formata da emittenti radiofoniche, nazionali e locali, individuate secondo criteri di rappresentanza dell’intero territorio italiano. Proprio quelle emittenti che sono una delle cause principali del decadimento della musica e, in particolare, di quella italiana.
D’altronde, sin dagli inizi della sua direzione Amadeus ha mostrato una inclinazione particolare per il mondo nel quale si è formato e dal quale proviene. I brani sono stati scelti sempre pensando all’ascoltatore tipo delle radio, che è giovane, poco attento, amante del ritmo e della orecchiabilità, non compra dischi e ascolta la musica dallo smartphone. Insomma, porte chiuse a sperimentalismi e impegno, che fanno cambiare canale. Per puntare su una proposta facilmente digeribile. Unica concessione, qualche dinosauro del passato per far contente anche le nonne (vedi Orietta Berti, I Cugini di Campagna e similari).
Le date della kermesse sono, come di tradizione, a inizio febbraio, dal 6 al 10 febbraio (anche questa una “non notizia”). Ventisei i cantanti in gara (compresi i 3 finalisti di Sanremo Giovani), per il momento. Sappiamo poi dei ripensamenti di Amadeus sia per “big” sia per “giovani” tali da allargare il cast. Si presenteranno tutti nella prima serata. Nella seconda serata tredici canteranno, mentre gli altri tredici introdurranno le esibizioni degli altri, per scambiarsi i ruoli nella puntata di giovedì. Venerdì le cover, senza limiti di tempo e con libertà di autocitazione. Sabato la finale.
Insomma, per dirla alla Shakespeare, tanto rumore per nulla. O, secondo il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, tutto cambia perché nulla cambi.