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«Noi come La Russa e Schlein che pomiciano»

– Il primo dei due concerti romani della strana coppia De Gregori-Zalone. Risate, battute, canzoni
– Il comico pugliese: «Pensavo di essere la persona più scorretta d’Italia… vabbé poi c’è stato il Papa…»
– Il cantautore romano evita polemiche sull’uso strumentale di “Generale” da parte della Lega e canta “Il cuoco di Salò” 

Scene da un concerto. Terme di Caracalla, mercoledì 5 giugno, prima delle due date romane (le uniche finora in programma in tutt’Italia) di De Gregori- Zalone piano, voce (e band) (replica domenica 9 giugno). Biglietti esauriti, 4.500 spettatori per ogni serata. Due ore di live con 29 canzoni in scaletta, tra quelle di De Gregori, soprattutto le meno note, quelle di Zalone e le cover contenute nell’album Pastiche, pubblicato dalla strana coppia lo scorso aprile.

Una coppia affiatata

L’inizio è tutto per Zalone. Solo al pianoforte, attacca Deborah’s theme di Ennio Morricone, mostrando di essere un ottimo musicista che spazia dal blues, al jazz, al rock. E poi ecco Piano Bar, ed entra in scena anche De Gregori: è l’occasione per sfatare ancora una volta la “chiacchiera” che questa canzone sia nata per prendere in giro Antonello Venditti, anche «perché il pianista che ti ha ispirato era più bravo di lui», dice Zalone. Che poi sospetta: «Di sicuro (Venditti, ndr) sta qui fra il pubblico, magari si è tinto i capelli di biondo per non farsi riconoscere, è in incognita».    

I due ridono, si divertono, si lanciano sguardi di intesa. Checco ci scherza: «Zalone e De Gregori sullo stesso palco è come vedere La Russa che pomicia con Schlein. Non è una cosa bella, ma eccezionale sì». «Eccezionali tutti e due: sia La Russa che Schlein», ribatte De Gregori. Risate nell’arena. È un gioco, un divertimento per i due amici che però scorre benissimo. La coppia è affiatata e si diverte e i ruoli sono bene definiti. Zalone suona il pianoforte, come un consumato musicista, quando serve canta e spara battute a raffica. De Gregori, con cappellino e occhiali, guida la musica dove vuole lui.

Vannacci e “Generale”

Non dice una parola Francesco De Gregori sulla Lega che ha fatto sentire la sua Generaledurante il comizio elettorale a Milano con Salvini e Vannacci. Ci pensa Checco Zalone a lanciare una stoccata, alla sua maniera. Quando il cantautore romano non è sul palco, e prima di intonare Immigrato, dice: «La volevo dare a Vannacci per la campagna elettorale. L’ha rifiutata. Ha scelto Generale di De Gregori e l’ha pure pagata. Io gliel’avrei offerta gratis». Alla fine, anche Francesco, accanto alla vocalist della band,  si mette a cantare il ritornello: «Immigrato, quanti spiccioli t’avrò già dato/ Immigrato, mi prosciughi tutto il fatturato».

De Gregori ha invece scelto di inserire Il cuoco di Salò, «una canzone su un pezzo di storia d’Italia», introduce “Il principe”. Però in apertura accenna agli accordi di Bella ciao e termina la canzone con poche note dell’Inno di Mameli. Non si sottrae al duetto sulle note degli Uomini sessuali. Canta Storia di Pinocchio di Nino Manfredi e ricorda quando l’attore la incise davanti a lui, che era «un giovane di bottega. Me la porto dietro con affetto per quei tempi e per Nino Manfredi che era un grande attore». E non rinuncia a successi senza tempo come Buonanotte FiorellinoSempre e per sempreLa Donna Cannone, che lascia cantare al pubblico.

«Pensavo di essere scorretto… poi è arrivato il Papa»

A metà serata Zalone lascia il palco al «Maestro», come lo chiama lui («Vado, ho un concerto con Vecchioni») che con la band propone una manciata di canzoni fra le meno note. Sento il fischio del vapore è un omaggio a Giovanna Marini, scomparsa l’8 maggio scorso. Poi è il turno di Zalone («Perché anche io ho scritto canzoni all’altezza di questi capolavori»). Introduce Culu piattu che parla di una ragazza brasiliana e il suo (inesistente) “lato b”: «In una sola canzone ho messo black face, catcalling e body shaming. Pensavo di essere la persona più scorretta d’Italia… vabbé  poi c’è stato il Papa…».

Francesco De Gregori (foto di Daniele Barraco)

Dopo il doppio impegno con Checco Zalone e il tour estivo, dal 29 ottobre al 23 novembre Francesco De Gregori terrà venti concerti al Teatro Out Off di Milano con lo spettacolo Nevergreen (Perfette sconosciute), un viaggio attraverso le “gemme” meno conosciute del vasto repertorio del cantautore.Questa serie di live rappresenta un’occasione unica per il pubblico di vivere un’esperienza musicale in un ambiente raccolto, con una capienza limitata a 200 spettatori per serata. De Gregori sarà accompagnato dalla sua band composta da Guido Guglielminetti al basso e contrabbasso, Carlo Gaudiello al piano e tastiere, Paolo Giovenchi alle chitarre e Alessandro Valle alla pedal steel guitar e al mandolino. La scaletta sarà diversa ogni sera e non mancheranno degli ospiti a sorpresa, colleghi e amici che condivideranno con De Gregori una selezione di sue canzoni affascinanti, raramente proposte dal vivo, permettendo al pubblico di scoprire o riscoprire alcuni capolavori nascosti del repertorio.

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