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Negramaro: torniamo alle origini

Il 28 e 29 ottobre fa tappa al Metropolitan di Catania l’Unplugged European tour 2022 della band salentina con un repertorio «totalmente riarrangiato e l’essenzialità richiesta dal teatro». «Abbiamo scelto di portare in scena un’atmosfera da colonna sonora. Quella della nostra vita, e delle vite di chi abbiamo davanti»

Il teatro, dove puoi guardare ogni spettatore negli occhi, coglierne le emozioni e lui può fare altrettanto, mentre canti e suoni. Avevano bisogno di questo i Negramaro che, dopo quindici anni in palazzetti e stadi – furono i primi italiani a San Siro – scelgono questa dimensione per l’Unplugged European tour 2022 che i prossimi 28 e 29 ottobre farà sosta al Teatro Metropolitan di Catania.

Un tour teatrale ma anomalo perché – come spiega la band salentina – lo show avrà un repertorio «totalmente riarrangiato e l’essenzialità richiesta dal teatro». È il modo per la band salentina di «tornare alla vita», dopo «tre anni terribili» in cui la pandemia e la solitudine hanno imperversato, ma durante i quali hanno pubblicato un album, nel novembre del 2020, in modo significativo intitolato Contatto. «E torniamo alla vita nell’unico modo in cui sa farlo una rock band: suonare e cantare». 

Pino Daniele, poco prima di morire, mi chiamò dicendo che voleva che scrivessi una canzone per lui. Ho letteralmente perso l’equilibrio. Risposi: “Maestro ma non c’è, non me la sento”. E lui: “Puoi farlo: tieni la tua anima dello stesso colore della mia”. E così ho scritto la canzone e gliel’ho inviata. Ma è andato. E quel sogno ora vive nel suo cassetto

Giuliano Sangiorgi

Giuliano Sangiorgi ha lavorato molto sulla voce per affrontare la dimensione teatrale e suonerà molto di più, compresa la chitarra classica, in una sorta di tributo a Pino Daniele, per lui imprescindibile. «Sono tornato alle dita con poco plettro: è un omaggio nel mio piccolo a Pino Daniele», spiega, ricordando quando «Pino Daniele, poco prima di morire, mi chiamò dicendo che voleva che scrivessi una canzone per lui. Ho letteralmente perso l’equilibrio. Risposi: “Maestro ma non c’è, non me la sento”. E lui: “Puoi farlo: tieni la tua anima dello stesso colore della mia”. E così ho scritto la canzone e gliel’ho inviata. Ma è andato. E quel sogno ora vive nel suo cassetto».

Nel lavorare sul tour la band ha scoperto una «nuova attenzione e nuove possibilità» in relazione a quanto stanno facendo ormai da oltre vent’anni. «Abbiamo scelto di portare in scena un’atmosfera da colonna sonora. Quella della nostra vita, e delle vite di chi abbiamo davanti». In scaletta il meglio del repertorio dei Negramaro: da La cura del tempo a Meraviglioso, passando per Nuvole e lenzuolaEstateSolo tre minuti, fino a Via le mani dagli occhi e Mentre tutto scorre, solo per citare alcuni dei grandi successi della band. Riproposte in versione unplugged e con un pubblico, fino a quando si tiene, seduto, ancor più concentrato a vivere le emozioni. 

Sguardo al futuro ma anche un ritorno alle origini, quando i Negramaro, con Afterhours e altri, senza i social, fecero scoprire la nuova scena italiana che, per la band, è tutt’altro che finita. Social «croce e delizia» per i giovani musicisti perché, pur essendo il gruppo salentino necessariamente attento ai numeri, delle copie vendute, degli spettatori e di chi li segue sul web, trovano profondamente ingiusto che un ragazzo possa essere esaltato «oppure vedersi stroncato» dalla quantità di interazioni o dai commenti sui social «quando potrebbe avere grandi possibilità».

Come band siamo stati i primi a fare San Siro, i primi in Arena… tuteliamo la qualità della musica. Ci siamo messi per l’ennesima volta a fare un po’ di qualità. Ci sentiamo padri del rock dei Måneskin che hanno vinto a Sanremo dove noi siamo stati cacciati

Giuliano Sangiorgi

Ricordando l’insegnamento di Umberto Eco, rifuggono, quindi, quella che chiamano la “commentocrazia” di oggi. Nel corso dell’esibizione presentano una canzone, Dalle mie parti: un dialogo ideale tra chi è nato dalla parte fortunata del Mediterraneo e chi, invece, rischia la vita per attraversarlo. «Vediamo cinismo, cattiveria sul web: salvare una vita umana non è di sinistra, né di destra, né di centro: è solo essere umani, lo farebbe anche Salvini se ci si trovasse», sostiene Giuliano Sangiorgi. «Io, da parte mia canto, sono un cantante. Ed è la canzone il mio post».

«Come band siamo stati i primi a fare San Siro, i primi in Arena… tuteliamo la qualità della musica. Ci siamo messi per l’ennesima volta a fare un po’ di qualità. Senza errore non c’è crescita», sottolinea Giuliano. «Ci sentiamo padri del rock dei Måneskin che hanno vinto a Sanremo dove noi siamo stati cacciati».

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