In concorso i nuovi film di Nanni Moretti, Marco Bellocchio e Alice Rohrwacher. Al nostro Paese un ruolo di primo piano insieme con gli Stati Uniti che portano in Costa Azzurra Martin Scorsese, Wes Anderson, Todd Haynes, il capitolo finale di Indiana Jones e “The Idol” di Sam Levinson
L’Italia piazza tre assi al76esimo Festival di Cannes che si svolgerà dal 17 al 27 maggio: Nanni Moretti (ultimo vincitore nel 2001 con La stanza del figlio), Marco Bellocchio e Alice Rohrwacher. Non accadeva di avere tre film in gara dal 2015, quando correvano per la Palma d’Oro Moretti, Sorrentino e Garrone. Moretti sarà in concorso con Il sol dell’avvenire (dal 20 aprile in sala in Italia), Bellocchio con Rapito e Rohrwacher con La chimera.
Nanni Moretti contro Netflix
Per il regista romano Cannes rappresenta una seconda casa: è amatissimo, premiatissimo e considerato un maestro indiscusso. Accanto a Moretti nel cast de Il sol dell’avvenire ci sono Margherita Buy, Silvio Orlando, Barbora Bobuolva, Mathieu Amalric, Jerzy Sthur, Zsolt Anger, Teco Celio e Valentina Romani. Finora è stato reso noto solo il trailer, da cui si capisce che il film racconta la storia di un regista, Giovanni (Nanni Moretti) che insieme alla moglie Margherita Buy e forse a un socio francese prepara un film in cui potrebbe lavorare come attore Silvio Orlando («Ho sempre sognato fare un personaggio che alla fine si impicca»). Il regista Giovanni proporrà a Netflix il suo film che sarà bocciato perché «la sua sceneggiatura è uno “slow burner” che non esplode». Forse stavolta la politica non sarà al centro del film (l’attrice Barbora Bobulova dice al regista Giovanni che le spiegava che doveva interpretare una scena in cui parla di politica: «Ma chissene frega della politica, questo è un film d’amore!») e il nemico contro cui si batterà saranno le nuove piattaforme che mirano a globalizzare i format, la cultura e il gusto delle persone. Un bel tema che piacerà certamente anche al Festival di Cannes.
Bellocchio racconta la storia di Edgardo Mortara
Marco Bellocchio sarà invece in gara con Rapito, film che uscirà in sala il 25 maggio. È incentrato sulla storia di Edgardo Mortara, il bambino ebreo che nel 1858 fu strappato alla sua famiglia di origine per essere allevato da cattolico sotto la custodia di Papa Pio IX, suscitando un caso internazionale. Rapito è interpretato da Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, e da Enea Sala (Edgardo Mortara da bambino) e Leonardo Maltese (Edgardo ragazzo) e con Filippo Timi e Fabrizio Gifuni; completano il cast Andrea Gherpelli, Samuele Teneggi, Corrado Invernizzi.
Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa irrompono nella casa della famiglia Mortara. Per ordine del cardinale, sono andati a prendere Edgardo, il loro figlio di sette anni. Secondo le dichiarazioni di una domestica, ritenuto in punto di morte, a sei mesi, il bambino era stato segretamente battezzato. La legge papale è inappellabile: deve ricevere un’educazione cattolica. I genitori di Edgardo, sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio. Sostenuta dall’opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la battaglia dei Mortara assume presto una dimensione politica. Ma il Papa non accetta di restituire il bambino. Mentre Edgardo cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma.
Rohrwacher nel mondo dei “tombaroli”
Terzo film italiano in gara è La Chimera della regista, Alice Rohrwacher. Anche la candidata all’Oscar (per il cortometraggio Le pupille) è una beniamina di Cannes e torna in concorso alla Croisette dopo Lazzaro Felice (migliore sceneggiatura 2018) e Le Meraviglie (Gran Premio della Giuria 2014). Stavolta porta un film ambientato negli anni Ottanta, nel mondo clandestino dei “tombaroli” e racconta di un giovane archeologo inglese (Josh O’Connor) coinvolto nel traffico clandestino di reperti archeologici. Completano il cast Isabella Rossellini, Carol Duarte, Alba Rohrwacher e Vincenzo Nemolato.
«Sono felice e onorata di tornare in selezione ufficiale a Cannes dopo cinque anni», il commento a caldo di Alice Rohrwacher. «Cannes è un Festival che mi ha visto crescere e che mi ha dato la libertà di continuare a cercare, a sperimentare. Ringrazio Thierry Frémaux e il comitato di selezione per la fiducia e tutte le persone che mi hanno accompagnata nel lungo viaggio de La Chimera».
L’esercito di star a stelle e strisce
L’Italia avrà, quindi, un ruolo di primo piano a Cannes 2023, almeno quanto gli Stati Uniti, l’altra nazionalità particolarmente favorita dai selezionatori. Con il già annunciato, Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese a troneggiare nel fuori concorso, Hollywood è presente con grandi nomi: in competizione con Wes Anderson (Asteroid City) e Todd Haynes (May December), fuori competizione con il già annunciato capitolo finale di Indiana Jones per la regia di James Mangold e The Idol di Sam Levinson.
Come da linea editoriale, Cannes ’76 mescolerà i grandi autori alle nuove scoperte, tenendo conto delle esigenze produttive, mediatiche, del pubblico e degli operatori del settore. In tale ottica si segnalano grandi ritorni come quello del tedesco Wim Wenders, presente con ben due opere di cui una in concorso (Perfect Days) così come dell’iconico giapponese Takeshi Kitano (Kubi, Cannes Premiere), del grande maestro inglese Ken Loach (in concorso con The Old Oak), del mitico finlandese Aki Kaurismaki (in concorso con Fallen Leaves), dell’artista cinese Wang Bing, anch’egli con due opere di cui Jeunesse in concorso, dello spagnolo Victor Erice in Cannes Premiere, del britannico Steve McQueen in Special Screenings.
Con loro i già vincitori di Palma d’oro, il giapponese Hirokazu Kore-eda e il turco Nuri Bilge Ceylan, entrambi in competizione rispettivamente con Monster e About Dry Grasses. Corposa, ovviamente, la quota francese e francofona (Justine Triet, Catherine Breillat, il meraviglioso vietnamita naturalizzato francese Tran Anh Hun in concorso) che si uniscono al già annunciato titolo di apertura fuori concorso Jeanne Du Barry di e con Maiwenn e Jonny Depp, e a diverse opere sparse nelle varie sezioni, soprattutto in Un Certain Regard.