Per il suo acclamato album di debutto è stata definita la “Grace Jones del jazz”. La sua voce incredibile e potente è capace di mettere insieme Nina Simone e Tina Turner, Billie Holiday e Chaka Khan. È diventata la nuova eroina del movimento Black Lives Matter e simbolo dell’emancipazione delle donne. Domenica 6 novembre aprirà la edizione numero 46 del Roma Jazz Festival
Per il suo album di debutto Black Acid Soul è stata acclamata dalla critica come la “Grace Jones del jazz”, fors’anche per la sua grande chioma ossigenata. Qualcuno l’ha accostata invece alla divina Nina Simone per il suo nome d’arte: Lady Blackbird.
Lei si chiama Marley Munroe ed è diventata Lady Blackbird mentre registrava la sua prima canzone, Blackbird, brano di Nina Simone. «Qualcuno mi ha chiamata “Lady Blackbird” in studio mentre ascoltavamo questo pezzo, ma funziona perché è la prima canzone che ho proposto per il disco e poi sono una grandissima fan di Nina: la sua musica è sempre stata con me», racconta. «Lady Blackbird è un nome che rispecchia la mia vita, dallo stare in piedi su una cassa all’età di 5 anni in modo tale che il mio culetto potesse raggiungere il microfono in chiesa, al mio viaggio attraverso generi diversi e attraverso molti tentativi di convincere le persone ad ascoltarmi».
Il testo di Blackbird parla delle difficoltà di essere una donna nera nell’America degli anni Sessanta, e con la sua versione, uscita nei giorni dell’omicidio di George Floyd, è diventato un inno del movimento Black Lives Matter. «Quella canzone aveva decisamente bisogno di un momento», sostiene l’artista americana. «La ascoltavo a ripetizione per ore, entrando nelle sue ossa, immaginando di cantarlo sul palco. Suona ancora così fottutamente vero. Ho pensato: “Questo deve essere fatto”».
Così iniziò la trasformazione di Marley Munroe – figlia di cristiani evangelici della piccola città di Farmington, New Mexico, e cantante professionista di lunga data – cantautrice (ha scritto e cantato come corista con Anastacia nel 2014) e brillante interprete di alt rock e R&B. Il suo pseudonimo e la sua voce incredibile e potente parlano delle dive che fingeva di essere nell’adolescenza: Nina Simone, Ella Fitzgerald, Billie Holiday – Lady Day. Tina Turner, Chaka Khan, Gladys Knight. «Non sono in alcun modo all’altezza di questi paragoni. Faccio semplicemente quello che faccio nel modo più genuino e onesto», tiene a sottolineare lei.
Che il jazz abbia dato le ali alla sua carriera forse non sorprende; il genere è abbastanza malleabile da assorbire gli elementi di rock, soul e psichedelia di Black Acid Soul pur andando per la sua strada. «Volevamo che la mia voce fosse il punto focale di questo album. Volevamo vulnerabilità, fragilità, guarigione», dice. «C’è una tale libertà ed espressività nel jazz che amo, e faccio del mio meglio per rappresentarle».
Prodotto da Chris Seefried e suonato da una super band che comprende l’ex pianista di Miles Davis Deron Johnson, Black Acid Soul conta numerosi remix. Fix It è costruita su un brano strumentale del leggendario pianista jazz Bill Evans, Peace Piece: Beware the Stranger è ispirata a Wanted Dead or Alive dei Krystal Generation, che all’epoca era stata scritta e prodotta da Curtis Mayfield. «Essere nel leggendario Studio B, (la stanza di Prince), al Sunset Sound con la mia band e il mio produttore Chris Seefried è stato un momento rivoluzionario per me come artista. Mi ha aiutato a trovare un nuovo modo per esprimere chi sono e ha segnato la mia rinascita come Lady Blackbird».
Black Acid Soul è un’opera meravigliosa, di grande potenza e bellezza. Oltre a guadagnarsi i complimenti della critica, sta irrompendo nel mainstream, come dimostra la riedizione dell’album in un’edizione deluxe con cinque nuovi brani in gran parte ottimisti. Fra questi, I Am What I Am, l’inno cantato da Shirley Bassey/Gloria Gaynor che Blackbird ha registrato per la campagna “See the World Differently” e il singolo attuale Feel It Comin, un’ode scritta da Seefried/Blackbird al cambiamento opinioni intorno alla sessualità e all’identità di genere, all’accettazione, all’inclusività e alla gioia. «Come membro della comunità Lgbtqia, volevo raccontare una storia moderna», spiega. Il singolo successivo, Woman, è un inno all’emancipazione femminile; una risposta a chi oserebbe provare a dire a una donna cosa dovrebbe fare del suo vestito, del suo corpo, della sua vita.
Lady Blackbird domenica 6 novembre alle ore 21 aprirà la edizione numero 46 del Roma Jazz Festival con un concerto all’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”.