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La playlist della settimana #26

Enzo Jannacci è un cartoon nel video dell’inedito ritrovato. La canzone-manifesto di Colapesce Dimartino. Fabio Abate spiazza ancora. I “Souvenir” di Emma
La poetessa soul Jamila Woods canta l’amore in tutti i suoi dettagli. L’arpista Mary Lattimore duetta con Lol Tolhurst dei  Cure 
I Bombay Bicycle Club coinvolgono Chaka Khan. Nuovo singolo della cantante dei Chvrches. Il ritorno di Beirut ed il video horror dei Bush

“Non posso sporcarmi il vestito” Enzo Jannacci

Gira in tram per Milano e incontra personaggi come la Vincenzina e il palo della banda dell’Ortica l’Enzo Jannacci versione cartoon protagonista del video dell’inedito Non posso sporcarmi il vestito, una canzone recuperata tra le registrazioni del giovane cantautore e opportunamente “restaurata”. Il brano fa parte del vinile Enzo Jannacci – Qualcosa da ascoltare – tra inediti e rarità, che Ala Bianca pubblica il prossimo 17 novembre, a dieci anni dalla scomparsa dell’artista. Il videoclip, firmato da Ranuccio Sodi con l’animazione dello Studio Convertino & Designers, racconta Jannacci attraverso i personaggi delle sue canzoni, cercando di dare un volto a creature come il Barbun in scarp de tennis o l’Armando. Nel decennale della sua scomparsa, il cantautore è stato ricordato con un concerto evento al teatro Arcimboldi di Milano dal titolo Jannacciami, con il docufilm di Giorgio Verdelli e con il tributo all’artista conferito dal Club Tenco con la rassegna 2023 intitolata Vengo anch’io.

“La luce che sfiora di taglio la spiaggia mise tutti d’accordo” Colapesce Dimartino

Un titolo lunghissimo alla Lina Wertmüller per un brano di oltre sei minuti, come si facevano un tempo. Colapesce e Dimartino tornano con una canzone manifesto, una dichiarazione di intenti. Un vero e proprio inno alla libertà artistica. Un brano sospeso in uno spazio onirico in cui il cantautorato italiano va a passeggio col kraut-rock, incontra il pop contemporaneo e lo porta sulla luna, o meglio nel mare insieme ai pesci che brillano: “La star del porno china sul suo letto / Grida il cielo non esiste e pure / L’amore è una messa in scena / Ma la luce che sfiora di taglio / I tuoi occhi mette tutti d’accordo / Pure i pesci che li vedi brillare / È d’argento il mare / non si vede la fine meno male / Per andare via davvero / Per andare via lontano”, cantano evocando il maestro Franco Battiato. Loro sono però stanchi di aspettare la primavera. Una traccia poetica e fuori dalle logiche di mercato che anticipa il prossimo album di studio di Colapesce e Dimartino, in uscita il 3 novembre, dal titolo Lux Eterna Beach.

Parte il 23 novembre dall’Estragon di Bologna il Club Tour 2023, che li vedrà esibirsi nei principali club italiani. Dopo Bologna, la tournée proseguirà a Napoli (30 novembre), Roma (1 dicembre), Venaria Reale (To) (4 dicembre) e Milano (5 dicembre). E si chiuderà nella loro Sicilia con la doppia data, entrambe sold out, di Palermo (13 e 14 dicembre) e Catania (15 dicembre).

“Ti sei scordato tutto quello che t’ho dato” Fabio Abate

Il trasformista della musica, l’Arturo Brachetti del rock, “il cantattore” ribattezzato da Fiorello è tornato. Performer dai mille volti e stili, Fabio Abate spiazza ancora una volta e pubblica un singolo che rappresenta il punto di partenza verso il disco che vedrà la luce nel 2024. Il piede batte il tempo e si balla. Ritmo serrato per un testo che suona perentorio come un ammonimento. A noi stessi, alle aspettative che nutriamo nei confronti della vita, all’orgoglio della nostra unicità. «Spesso ci dimentichiamo chi siamo e chi potremmo essere, cosa vogliamo e cosa potremmo avere», spiega l’artista catanese. «Ma puntualmente, come per magia, si palesa davanti a noi lo specchio per ricondurci al nostro Io più autentico». Divertente il video.

“Iniziamo dalla fine” Emma

1È un disco nel quale depongo completamente le armi, ma non in senso di resa, tutt’altro. Semplicemente non voglio più indossare un’armatura solo per paura di ferirmi». Così Emma introduce presenta il suo nuovo lavoro discografico, intitolato Souvenir. «Ho viaggiato tanto per questo disco che è colmo di ricordi e mie impressioni. È stato un viaggio dentro di me. È un disco autobiografico, un regalo che faccio: un souvenir». 

Un viaggio geografico, in luoghi differenti, che hanno visto nascere le idee per le nove canzoni in scaletta, da Iniziamo dalla fine alla bonus track Taxi sulla luna, quanto quello mentale. «Il disco parte da dentro, dal mio cervello, ma è stato concepito on the road, perché l’ho praticamente scritto in macchina, viaggiando. Il tutto era iniziato sul Lago di Garda, poi c’è stato uno stop drastico a causa di quello che è mi successo (la scomparsa del padre, nda). Quando sono tornata in studio è stato un combattimento, ma anche una serie di dialoghi cuore a cuore con autori e produttori. Forse ho fatto la mia cosa migliore nel periodo peggiore». 

«Non ho aspettative e non ne voglio avere», dichiara l’artista salentina. «La vita ti cambia e ti insegna quali sono le cose importanti. Io, tanto nella vita personale quanto in questo album, sono proprio un’altra persona. Non faccio più dischi con l’intenzione di dimostrare qualcosa, ma per fare la musica che mi piace».

“Practice” Jamila Woods

L’amore può portare grande gioia e grande dolore; non c’è da stupirsi che sia il materiale di partenza per la grande arte. Per Jamila Woods, la musicista e poetessa neo-soul di Chicago, l’amore romantico è un argomento di primo piano nel suo terzo album in studio, Water Made Us. Nel disco esplora tutti i dettagli dell’amore, come farsi catturare (nella traccia funky Practice), rimanere scottato (il fluido R&B di Good News) e guarire dall’amore perduto (il mid-tempo Wolfsheep). 

Questa collezione di 17 tracce mette in evidenza il tono vocale soul di Woods, che occasionalmente vira verso il rap. È un ritorno alle sue radici di poetessa, come nella traccia di apertura psichedelica Bugs e nella già citata Practice, dove la parola assume un ruolo fondamentale.

“Tekken 2” Bombay Bicycle Club feat. Chaka Khan

Nelle ultime settimane, il Bombay Bicycle Club aveva giocato sul nome dell’ospite speciale top secret del loro nuovo album: «Potrebbe sconvolgere molte persone», dicevano. Ora il segreto è svelato, ed è nientemeno che Chaka Khan. La superstar vincitrice di 10 Grammy, il colosso pop-dance dei primi anni Ottanta, aggiunge la sua voce edificante a Tekken 2, una traccia gioiosamente funky del sesto album della band, My Big Day. L’improbabile collaborazione è nata dopo che Steadman ha suonato la traccia a Damon Albarn (che canta anche nell’album), spiegando che c’era una sezione che stava cercando di cantare in un certo modo senza riuscire nell’intento. Gli ho chiesto: ‘Riesci a pensare a qualcuno che sarebbe fantastico? E Damon mi ha sorpreso dicendo: “Basta chiedere a Chaka Khan”». Che ha subito accolto l’invito: «Mi è piaciuta molto la canzone», dice Chaka Khan. «Il messaggio è in linea con la mia filosofia». Prende il nome dal videogioco degli anni Novanta, “Tekken 2”, e si ispira ai sentimenti di “insieme e comunità” che Steadman ha provato mentre giocava nelle sale giochi durante l’infanzia. È stato entusiasta di vedere il ruolo di Khan nel video musicale della canzone girato nel Topanga Canyon di Los Angeles, indossando un vestito che ha disegnato lei stessa.

“The Tern” Beirut

Zach Condon ha condiviso un’altra nuova canzone dal prossimo album di Beirut Hadsel, insieme ad alcune rare date dal vivo. The Tern segue So Many Plans. «Alla fine ero confuso su come avevo scritto una canzone così apparentemente positiva e persino speranzosa, ma una volta che ho dato un’occhiata più da vicino ai testi, ho visto la vera natura della sconfitta nascosta e del trionfo della cautela piuttosto che della speranza», ha commentato Condon in una dichiarazione. I primi concerti di Beirut dal tour 2019 seguito all’album Gallipoli si svolgeranno il 16 e 17 febbraio 2024, al Tempodrom di Berlino. Sono gli unici spettacoli che ha intenzione di fare a sostegno dell’album. 

“Arrivederci” Mary Lattimore feat. Lol Tolhurst

Le canzoni dell’arpista di Los Angeles rimangono tipicamente serene e intrise di nostalgia, anche se ospiti come Lol Tolhurst dei Cure e Rachel Goswell di Slowdive aggiungono sfumature al suo suono. Goodbye, Hotel Arkada prende il nome da un ex grand hotel sull’isola croata di Hvar dove Lattimore un tempo vagava per i corridoi vuoti, immaginando la maestosità dei suoi giorni di gloria. In seguito ha appreso da un amico che il posto era stato sventrato e modernizzato, e la notizia ha spinto a questo album, tributo alla bellezza sbiadita.

“Shame” Lauren Mayberry

La traccia è la seconda canzone solista della cantante dei Chvrches, dopo il suo singolo di settembre Are You Awake?. «Ho avuto l’idea di una canzone che avesse lo slogan di “che peccato”, ma in modo sarcastico», ha raccontato Laren Mayberry sui social. «Guardando alle relazioni che ho avuto, c’è molta vergogna», ha spiegato Lauren Mayberry in un comunicato stampa. «Sono entrato nella mia adolescenza all’inizio della metà degli anni 2000, un periodo di tempo che ora consideriamo un po’ un buco di merda in termini di genere e messaggi dei media (post-Woodstock 99, l’alba delle fughe di notizie di sex tape, Girls Gone Wild, ecc. ecc.). Ciò che è stato ritenuto “attraente” per donne e ragazze è stato piuttosto inquietante col senno di poi, e questo è ciò che è entrato nel mio cervello in un momento formativo, romanticizzando il seminterrato delle occasioni. So che sei quello che mangi ed è il gusto che mi tiene addomesticato».

“Nowhere to Go But Everywhere” Bush

Se vi siete persi quei video raccapriccianti e cinematografici che le band cavalcavano negli anni Novanta (Soundgarden, ad esempio), potete recuperare con la clip dei Bush per la loro nuova canzone Nowhere to Go But Everywhere, con un Gavin Rossdale che sfida l’età. Il brano inedito è inserito nella prossima compilation Greatest Hits dei Bush. Nowhere to Go But Everywhere parla della tendenza comune di aggrapparsi al passato e resistere al cambiamento, specialmente nel proprio aspetto. Nel video musicale di accompagnamento, diretto da Jesse Davey, Rossdale rappresenta la nostra cultura ossessionata dai giovani subendo una procedura di de-aging che è uscita direttamente da un romanzo fantascientifico e post-apocalittico.

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