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La dramedy in bianco e nero di Paola Cortellesi

“C’è ancora domani” è il film di debutto alla regia dell’attrice. Nelle sale dal 26 ottobre
Una storia di emancipazione femminile fra commedia e dramma ambientata negli anni Quaranta
«Abbiamo sbobinato gli atti processuali dei femminicidi e notato che la dinamica è sempre la stessa: svilire la donna e poi isolarla»

«C’era la voglia di raccontare le donne che nessuno ha celebrato, le donne come le nonne e le bisnonne che mi hanno raccontato storie incredibili. Queste donne hanno costruito il tessuto sociale di questo Paese, crescendo figli, avendo mariti che andavano e venivano dal fronte. Però sono sempre state considerate una nullità. C’era una totale inconsapevolezza, non c’erano istanze, non ci si rendeva nemmeno conto di quali fossero le discriminazioni, le violenze che subivano». È una presa di coscienza tutta al femminile quella che Paola Cortellesisceglie di raccontare nel suo esordio alla regia, C’è ancora domani, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023.

Il film, nei cinema dal 26 ottobre, tocca toni drammatici e ironici, e ha come protagonisti la stessa attrice, Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli. La protagonista è una donna che nella seconda metà degli anni Quaranta vive in un quartiere popolare di Roma con il marito, maschilista e manesco, e tre figli. Lei accetta, come molte altre, la violenza del coniuge, sperando in un matrimonio migliore per la figlia. L’arrivo di una lettera misteriosa però, le darà il coraggio per rovesciare il destino e immaginare un futuro migliore, non solo per lei. 

La famiglia allargata protagonista del film

Nel film si alternanotre generazioni di uomini (suocero, marito e futuro genero), tutti accomunati da un filo: il non rispetto per le donne. Tema più che mai attuale e scottante. «Non c’è nulla di casuale in quello che abbiamo trattato. Abbiamo sbobinato gli atti processuali dei femminicidi e notato che la dinamica è sempre la stessa: svilire la donna e poi isolarla. E succede così ancora oggi. Sono stati fatti passi in avanti, ci sono leggi che sono state applicate, ma nella realtà il divario c’è e rimane», è l’amara constatazione di Paola Cortellesi.

Interviene Valerio Mastandrea, che interpreta il marito violento della protagonista, e aggiunge: «Le donne oggi hanno molta più consapevolezza, molto più coraggio nel ribellarsi a queste dinamiche. Nell’uomo invece non vedo differenza, tra ieri e oggi. Credo che nel film venga fuori l’uomo per quello che, nella maggior parte dei casi, è. E credo sia compito del cinema cominciare a raccontare anche un uomo più debole, e non per questo perdente, in modo che chi ci si riconosce non abbia paura di riconoscersi debole, fragile».

Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea

Nonostante la gravità del tema, C’è ancora domani è una dramedy in bianco e nero. Va a collocarsi tra dramma e commedia. Un doppio registro che Paola Cortellesi e il suo team di sceneggiatori hanno sempre portato nella loro cinematografia. «È l’unico linguaggio che conosciamo», commenta Cortellesi. «Abbiamo sempre parlato di storie con una base drammatica. Pensate a Scusate se esisto o Come un gatto in tangenziale. In questo caso ci siamo domandati quanto potevamo spingere sul linguaggio ironico su un argomento così delicato. Questo non era un argomento all’epoca, era un dato di fatto, e come tale lo abbiamo trattato, come qualcosa di ordinario. E le cose che capitano ogni giorno non hanno un colore solo». 

Paola Cortellesi alla fine confessa che C’è ancora domani non rimarrà un caso isolato e che è decisa a portare avanti la sua carriera da regista: «Sì, mi piacerebbe continuare. Sarà bellissimo. Guai se non lo faccio!».

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