Interviste

Jazz, Alessandro Presti miglior talento 2022

Il trombettista messinese ha vinto il Top Jazz. È un’altra conferma del momento d’oro del jazz siciliano. «Forse Enrico Rava ha ragione, forse davvero il jazz lo abbiamo nel Dna», commenta il premiato. A un altro siciliano, Joe Lovano, il premio alla carriera. Il Sud, fra Sicilia e Puglia, all’avanguardia del jazz
ALESSANDRO PRESTI

Il percorso musicale di Alessandro Presti, trombettista d’origini messinesi, palermitano d’adozione, è un susseguirsi di vittorie e riconoscimenti al talento. Vince, infatti, il “Premio Chicco Bettinardi” con il suo gruppo Line Out, poi, nel 2014, il secondo posto al “Massimo Urbani”, durante il quale gli vengono consegnati il premio della critica e quello del pubblico. Adesso, il musicista siciliano ottiene il Top Jazz 2022 nella categoria Nuovo Talento Italiano, prestigioso riconoscimento assegnato attraverso un referendum della critica indetto dalla storica rivista Musica Jazz.

Aveva ragione il maestro Enrico Rava quando affermava «penso che voi siciliani il jazz l’abbiate nel Dna. Il livello di musicisti che vengono dalla Sicilia è incredibile: i fratelli gemelli Matteo e Giovanni Cutello di Chiaramonte Gulfi, il pianista Dino Rubino di Biancavilla, il catanese Giuseppe Asero è un formidabile sassofonista. Sono siciliani anche i trombettisti Alessandro Presti e Giovanni Falzone. Sì, ce l’avete nel sangue». E, non a caso, a introdurre il secondo album di Alessandro Presti, Intermezzo, uscito la scorsa primavera per 800/A Records, è stato proprio Rava: «Alessandro Presti ci regala un’opera dove non c’è nulla di quello che ci si aspetterebbe dal disco di un trombettista di jazz». E aggiunge che «dalle prime note ci troviamo immersi in un mondo perfetto dove ogni nota conta, dove ogni dettaglio è essenziale e dove nulla è lasciato al caso. I musicisti interagiscono quasi telepaticamente e le parti solistiche sono al servizio di questa democrazia perfetta. Gli interventi di Alessandro, col suo bellissimo suono, i suoi silenzi e il suo pathos riescono a generare emozioni intense. Un disco da riascoltare e poi da riascoltare ancora alla ricerca di tutte le meraviglie che ci erano sfuggite».

La copertina di “Intermezzo”

«Beh, forse Enrico Rava ha ragione. Forse davvero il jazz lo abbiamo nel Dna», commenta il trombettista messinese. «In Sicilia c’è sempre stata una grande cultura jazz, grazie anche ad associazioni che da quarant’anni operano nel settore. Siamo tanti i musicisti jazz siciliani».

E questo premio al talento di Presti, ragazzo del 1988, è un’altra conferma. La Sicilia è anche al centro dell’album del trombettista: nove tracce dal centro del Mediterraneo, gli scorci di Pantelleria a ispirare la musica, gli spazi, i cambi di passo e di direzione come cambi di vento su un’isola attraversata/circondata dalle correnti liriche che soffiano sulla composizione, sulla consapevolezza timbrica, sulla visione ad ampio spettro del messinese.

Siete tanti e siete bravi, ma ci sono le occasioni per voi jazzisti siciliani per fare concerti? Qual è la situazione in Sicilia?

«È molto migliorata. E oggi è molto buona. Esistono piccole e grandi realtà per poter divulgare questa musica attraverso una intensa attività concertistica. Anche in Italia sono sorte molte associazioni che aprono nuove opportunità per noi musicisti».

Lei è ospite fisso del Tatum Art di Palermo. Si registra anche un risveglio del jazz club nell’Isola: il Monk a Catania, il Miles Davis e il Tatum a Palermo.

«Sì, sono queste le piccole realtà alle quali accennavo. I jazz club sono importanti per l’esistenza di questa musica, perché tutto parte da lì. È il modo migliore per entrare in contatto con il jazz. Io al Tatum Art gestisco uno spazio e suono quasi tutte le domeniche. Suono da solo o presento progetti musicali originali con diverse formazioni. Si realizza uno scambio davvero eccitante fra musicisti e con il pubblico». 

ALESSANDRO PRESTI

I jazz club sono importanti per l’esistenza di questa musica, perché tutto parte da lì. È il modo migliore per entrare in contatto con il jazz. . Io al Tatum Art gestisco uno spazio e suono quasi tutte le domeniche. Suono da solo o presento progetti musicali originali con diverse formazioni. Si realizza uno scambio davvero eccitante fra musicisti e con il pubblico

Alessandro Presti

Fra i premiati dalla rivista Musica Jazz c’è anche un altro siciliano: il sassofonista Joe Lovano, al quale è stato assegnato il premio alla carriera. Anche lui messinese: suo padre nacque, infatti, ad Alcara li Fusi, paesino dei Nebrodi, dove Lovano tornò nell’agosto del 2016 alla ricerca delle proprie origini. 

Gli altri premiati sono il maestro di Memphis Charles Lloyd e il sassofonista barese Roberto Ottaviano, “musicisti dell’anno”, mentre Maria Sole De Pascali, flautista pugliese, è indicata fra i migliori nuovi talenti insieme con Presti. Il Sud, fra Sicilia e Puglia, rappresenta l’avanguardia del jazz.

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