Flash

Il turbine sonoro di Hiromi Uehara

– La pianista è l’ultima di una linea di straordinari musicisti provenienti dal Giappone. Tre date in Italia: Milano (5 novembre), Catania (6) e Bologna (7)
– Scoperta da Chick Corea è diventata un fenomeno planetario con una musica che spazia dalla classica al jazz, dal rock all’elettronica. «È l’unione di ciò che ho ascoltato e di ciò che ho imparato»
– In tour con un quartetto elettrico dal groove irresistibile: Sonicwonder. «I musicisti della band cambiano il loro approccio ad ogni esibizione dal vivo»

Il turbine sonoro creato da Hiromi Uehara, o semplicemente Hiromi, come preferisce presentarsi, si appresta a travolgere l’Italia cominciando domenica 5 novembre al JazzMi di Milano, per spostarsi poi al Teatro Metropolitan di Catania lunedì 6 novembre alle ore 21:30, e successivamente risalire a Bologna (7) per presentare il suo nuovo progetto elettroacustico Sonicwonder assieme ad Adam O’Farrill (tromba), Hadrien Feraud (basso elettrico) e Gene Coye (batteria). La giovane pianista giapponese è ormai un fenomeno planetario: ha conquistato le platee di tutti i continenti e ha completamente spiazzato la critica col suo stile che va oltre i limiti dell’umanamente eseguibile. Per non dire dell’ampiezza del suo repertorio, che spazia dalla musica classica al jazz, dal rock al funky all’elettronica. 

Hiromi è l’ultima di una linea di straordinari artisti jazz prodotti dal Giappone, da Toshiko Akiyoshi a Makoto Ozone. Nata ad Hamamatsu, Shizuoka, nel 1979, comincia a prendere lezioni private di pianoforte, iscrivendosi poi alla Yamaha School of Music ad appena sei anni, dimostrando subito straordinarie doti d’apprendimento. A 12 anni si esibisce già in pubblico con orchestre sinfoniche di alto profilo.

Venuto a conoscenza del suo talento, Chick Corea la volle al proprio fianco sul palco in occasione di una sua tournée giapponese. Hiromi aveva allora 17 anni, e questo fu lo stimolo per trasferirsi a Boston e frequentare il Berklee College. Un suo insegnante, Richard Evans, la segnala ad Ahmad Jamal: i due la presero tanto a cuore da produrre il suo esordio discografico, Another Mind (2003). Nei lavori successivi, soprattutto con la sua band Sonicbloom, si è spostata sempre più verso sonorità elettriche, che si ritrovano anche nel successivo Trio Project. Entusiasmanti sono però anche le occasioni in cui Hiromi si presenta in veste totalmente acustica, come il piano solo (sui cd Place to Be e Spectrum) o il superlativo duetto con Chick Corea (documentato sul disco Duet).

La funambolica tecnica pianistica di Hiromi, che per il gioco di prestigio delle mani potrebbe competere coi più notevoli fenomeni della storia del jazz, da Art Tatum a Oscar Peterson, si abbina a fantasiose trovate improvvisative che vanno dal free allo stride piano. 

Un corpo minuscolo, che assomiglia alla protagonista di un innocente manga di spade e stregoneria, scatena un’esplosione di energia al pianoforte. Un sorriso infantile, come se non avesse mai rotto un piatto in vita sua, rendendo la musica tanto densa quanto facilmente digeribile; una forza implacabile e seducente della natura. Il minuscolo corpo di Hiromi sprigiona un’esplosione di energia al pianoforte.

A 44 anni, con ben trent’anni di esperienza artistica e dopo collaborazioni eccellenti (da sottolineare quella con Stanley Clarke) e innumerevoli premi, a distanza di una ventina d’anni dall’esordio discografico Hiromi conserva ancora il suo aspetto da scolaretta e si lancia in un nuovo progetto, un quartetto elettrico dal groove irresistibile: Sonicwonder.

Sonicwonder è un progetto nato on the road, come ha spiegato la pianista al magazine Japan News, rodato durante dodici spettacoli negli Stati Uniti nei quale si è sviluppata una chimica fra i componenti della band e si sono sviluppati i pezzi che hanno poi composto il disco. 

«I musicisti della band cambiano il loro approccio ad ogni esibizione dal vivo. Abbiamo deciso di approfittare di questo alto grado di libertà anche in studio», ha raccontato al Japan News. «Ad esempio, in Go Go (una traccia del disco, nda), la mia parte solista sembra deviare in uno stile free jazz d’avanguardia, ma questo non era mai successo prima ed è stato tirato fuori solo suonando con questi musicisti».

Credo che ci dovrebbe essere libertà nel modo in cui si esprime il jazz, compresa l’introduzione di strumenti elettrici. È come se mi trovassi a preparare un piatto nel modo in cui penso sia il più delizioso in quel momento con tutto il cuore. 

Hiromi Uehara

Secondo l’artista nipponica, in contrasto con il boom della fusion negli anni Settanta, il mondo del jazz è diventato più conservatore dagli anni Ottanta in poi, mantenendo basso il profilo del jazz elettrico per anni.

«Per me, il jazz è una musica in cui l’improvvisazione gioca un ruolo importante», ha detto Uehara. «Credo che ci dovrebbe essere libertà nel modo in cui si esprime il jazz, compresa l’introduzione di strumenti elettrici. È come se mi trovassi a preparare un piatto nel modo in cui penso sia il più delizioso in quel momento con tutto il cuore. Se le persone che vengono per questo sono soddisfatte, sono felice».

Il New York Times definisce «il suo modo di suonare atletico, in senso olimpico: brutalmente efficiente, singolarmente concentrato, imperioso nella sua fisicità». Le influenze dello swing, del groove e del ragtime sono contagiose nelle performance di Hiromi, mentre balla tra le linee del pop-jazz e del blues. Le tradizioni musicali le servono come punto di partenza per «attraversare la stratosfera» raggiungendo vette inimmaginabili a bordo del suo pianoforte.

«Non voglio dare un nome alla mia musica. Altre persone possono dare un nome a quello che faccio» commenta Hiromi. «È solo l’unione di ciò che ho ascoltato e di ciò che ho imparato. Ha alcuni elementi di classica, ha un po’ di rock, ha un po’ di jazz, ma non ho bisogno di darle un nome. Per me ci sono due generi: quello che muove il mio cuore e quello che non lo fa. Io suono solo la musica che muove il mio cuore».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *