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Il “Tenco” alla carriera a Carmen Consoli

– La consegna del riconoscimento alla “cantantessa”: «Mio padre, che era anche un musicista molto bravo, sarebbe molto orgoglioso di me»
– Le motivazioni del premio. «Ringrazio però anche i detrattori, perché sono sempre stati uno stimolo»
– «Voglio vivere e fare la mamma. Sto studiando all’università e vorrei laurearmi, sono iscritta ad Architettura e Design»
La Targa alla carriera anche a Eugenio Finardi, Ron, Renzo Arbore (in collegamento video) ed al cantautore brasiliano Tom Zé
Qui e in copertina l’esibizione di Carmen Consoli al Premio Tenco (foto Fulvio Bruno)

Lontano Lontano ha aperto giovedì sera l’edizione 2023 della Rassegna Tenco. È toccato a Ron, che ieri sera ha ritirato il premio alla carriera, declinare per l’ennesima volta la canzone di Luigi Tenco che è da sempre l’inno delle giornate della canzone d’autore, con non pochi momenti di commozione ed emozione. Una rassegna che quest’anno, dopo alcuni anni di “sbandate” festivaliere con l’invasione dei protagonisti provenienti dal luccicante palco dell’Ariston, sembra essere tornata ai valori che ha sostenuto sin dalle sue origini, riportando la canzone d’autore in primo piano. Non a caso l’intitolazione “Vengo anch’io” come omaggio a Enzo Jannacci.

E da lontano lontano un riconoscimento alla carriera arriva anche a Carmen Consoli, che al “Tenco” comunque è quasi di casa. Nel lontano 2010, prima artista donna, si era aggiudicata il premio più prestigioso, ovvero la Targa nella sezione Album dell’anno, per il suo Elettra, uno dei capisaldi della sua carriera di “cantantessa”, nel quale Carmen disegna potenti, figure femminili, sanguigne e tragiche.

«Ho un fortissimo legame con tutto quello che rappresenta una rassegna come il Premio Tenco», commenta la cantautrice catanese protagonista della serata di venerdì. «Ho portato con me mio figlio Carlo per festeggiare questo momento. Vengo da una famiglia nella quale si ascoltava in continuazione Bruno Martino e Guccini. Siamo cresciuti con il mito del “Tenco” e di Luigi Tenco. Mio padre, che era anche un musicista molto bravo, sarebbe molto orgoglioso di me».

Quella di Carmen Consoli è un’opera di importante impegno culturale. È un’artista perfettamente consapevole della propria strada. La sua stessa carriera, il suo sviluppo in continuo divenire, ha dimostrato che le canzoni sono andate di pari passo al maturare della persona. Dai primi dischi carichi di una freschezza rock, Carmen ha saputo asciugare la forma e restare ribelle nell’attitudine, viva nella ricerca musicale continua, per raccontare in modo incisivo quella realtà inaccettabile che la canzone ha la capacità di denunciare e combattere

La motivazione del premio a Carmen Consoli

Cosa rappresenta per lei questo premio alla carriera?

«Sono quasi incredula per questo riconoscimento, che però mi ha fatto riflettere sul fatto che forse qualcosa di interessante, con la mia musica, l’ho fatto. Probabilmente la gente crede in me più di quanto faccia io. Ringrazio però anche i detrattori, perché sono sempre stati uno stimolo».

Per esibirsi al Tenco ha scelto la versione acustica. È quella che preferisce?

«Ho pensato di presentarmi in acustico perché le mie canzoni nascono così in casa mia… Mi piace l’idea di propormi nuda al pubblico dell’Ariston, nuda artisticamente intendo… anche perché non credo che se mi spogliassi venderei più copie dei miei dischi», commenta lanciando una stoccata a Elodie.

Ho pensato di presentarmi in acustico perché le mie canzoni nascono così in casa mia… Mi piace l’idea di propormi nuda al pubblico dell’Ariston, nuda artisticamente intendo… anche perché non credo che se mi spogliassi venderei più copie dei miei dischi

Carmen Consoli

Il suo ultimo album, Volevo fare la rockstar, risale al 2021. Il prossimo anno si prevede un nuovo lavoro?

«La mia canzone d’autore continua a fare un giro infinito e la mia urgenza personale del momento è quella di vivere, conoscere e fare esperienze da raccontare nelle mie canzoni. Ho scritto tanto e ho molto materiale, ma non è ancora arrivato il momento di tornare in studio. Sono a trent’anni di carriera e per i prossimi trenta voglio continuare a fare la mamma e la prima canzone che ho suonato con mio figlio è stata proprio Vengo anch’io. Sto studiando all’università e vorrei laurearmi, sono iscritta ad Architettura e Design».

In scaletta NarcisoFiori d’arancioCose di sempreMio zioUltimo bacioA’ Finestra, una carrellata di successi, riassunto in breve di trent’anni di carriera.

Ron

Oltre a Carmen Consoli, riconoscimenti alla carriera sono stati consegnati a Eugenio Finardi e Ron, mentre Renzo Arbore, premiato come “operatore culturale”, non ha potuto essere presente per ritirare il riconoscimento, ma ha dimostrato la propria vicinanza alla rassegna con un videomessaggio. Altro premiato è il cantautore brasiliano Tom Zé che sarà ospite della serata finale.

Un premio, per Ron, che ha un legame profondo con la Sicilia. «Era il 1972, avevo appena fatto Il gigante e la bambina e arrivò dalla Regione Sicilia la richiesta di fare tre concerti con Lucio Dalla», racconta. «È stata una bellissima esperienza, siamo partiti con la nave da Napoli ed è successo che i musicisti si mettessero tutti a dormire e io mi misi a strimpellare la mia chitarra e venne fuori una strofa. E così è venuta fuori la melodia di Piazza grande, Lucio si svegliò e mi disse Bella questa roba. E così è nata la canzone, anche se in quel momento non aveva ancora un testo. Non mi sarei mai aspettato di ricevere il “Tenco”. Però è successo, come mi è successo di vincere il Festival di Sanremo nel 1996. Certo, nel corso della mia carriera mi sono evoluto e ho scritto e composto anche cose più “corpose”, specie nei testi».

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