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Sulle corde del Marranzano World Fest

Gli strumenti a corde protagonisti della XIV edizione della rassegna che si svolge dal 30 giugno al 2 luglio a Catania. Una mostra sulla storia della liuteria etnea, per quasi un secolo fra le più importanti del mondo, per andare alla riscoperta di Gioviale, virtuoso del mandolino, e della musica dei barbieri. Fra i protagonisti del festival, la regina maliana Omou Sangaré, Mario Venuti, il duo Loccisano-Piccioni, Maura Guerrera 

Sono le corde il tema della XIV edizione del Marranzano World Fest di Catania. Le corde della chitarra, del mandolino, del bouzouki, del violino, della liuteria in genere. «In particolare di quella catanese», tiene a sottolineare Luca Recupero, direttore artistico della rassegna di world music. «Fin dal 1850 la città etnea ha registrato un fiorire di botteghe artigianali. Quasi oltre 130 tra fabbriche e botteghe di diversa natura e dimensione, in grado di produrre annualmente decine di migliaia di strumenti musicali esportandoli in tutto il mondo. Considera che la chitarra sarda in Sardegna è chiamata “catanese”, perché veniva prodotta qui».

Catanese è stato uno dei più grandi mandolinisti professionisti di tutti i tempi, quel Giovanni Gioviale che stupiva gli avventori nel retrobottega di un barbiere di Via Plebiscito per la sua tecnica d’esecuzione. «Forse faceva parte dell’intrattenimento casalingo nelle famiglie borghesi, ma erano in molti a suonare il mandolino», riprende Recupero. «Mia nonna aveva tre sorelle, una suonava il piano, le altre due il mandolino. Nel Dopoguerra questa fiorente industria andrà a scemare velocemente, anche se resteranno alcune botteghe punto di riferimento non solo nazionale. Pensiamo alle chitarre di Carmelo Catania che sono stata adorate da Vasco Rossi».

Fin dal 1850 la città etnea ha registrato un fiorire di botteghe artigianali. Quasi oltre 130 tra fabbriche e botteghe di diversa natura e dimensione, in grado di produrre annualmente decine di migliaia di strumenti musicali esportandoli in tutto il mondo. Considera che la chitarra sarda in Sardegna è chiamata “catanese”, perché veniva prodotta qui

Luca Recupero

Alla storia della liuteria etnea dal XIX al XXI secolo verrà dedicata una mostra che si aprirà il primo giugno per chiudersi il 17 luglio, ampliando così l’arco di tempo del festival. «Si svolgerà in un locale del Rettorato e ospiterà quasi una quarantina di strumenti a corde, fra chitarre, mandolini», anticipa Recupero. «Sarà occasione anche di dibattiti, incontri, ai quali parteciperanno alcuni liutai storici, come Vincenzo Maravigna, Giuseppe Severini e Alfredo Privitera, superstiti di questa tradizione che si sta purtroppo perdendo, come scrive il professore Renato D’Amico in Identità dimenticate, il libro pubblicato di recente sulla storia della liuteria catanese e del quale parleremo nell’incontro d’apertura del primo giugno. Nella stessa serata è previsto un concerto speciale del Trio Gioviale del mandolinista Pippo Grillo, ex Beans e virtuoso dello strumento, e, in piazza Università, uno spettacolo di danze popolari dei Casentuli che tramandano le musiche da barbiere».

Dopo un preludio, la mattina del 28 maggio, alle Cantine Nicosia di Trecastagni con la piccola orchestra Jacaranda (ore 10:00) e il duo Mircanti (ore 15:00) composto da Davide Campisi e Mimì Sterrantino, dal 30 giugno al 2 luglio si svolgerà il festival vero e proprio, quando non solo vibreranno le corde delle chitarre, ma anche quelle delle anime di musicisti di quattro continenti. Scenario sarà il cortile del Monastero dei Benedettini, nonostante le incertezze «causate dall’assenza di un referente culturale da parte dell’Università etnea». Tant’è che questa estate si potrebbe interrompere l’esperienza di “Porte aperte” rivolta al mondo studentesco. «Un problema che si rivelerà anche economico», si preoccupa Luca Recupero. «Stiamo cercando di far rete con le altre rassegne che gli scorsi anni s’inserivano in “Porte aperte”. Anche perché si registra un notevole aumento nei costi organizzativi, sia per i prezzi alti dei voli aerei sia per quelli degli alberghi, con in più la difficoltà nel trovare posti in città in quel periodo».

Per questa situazione aleatoria, il programma del festival ancora non è definito in tutti i suoi dettagli. I momenti salienti sono stati scelti, ma il cartellone si potrebbe arricchire di altre proposte. Ecco, allora, chi farà vibrare le corde delle chitarre e dell’anima:

A sinistra, Francesco Loccisano e Andrea Piccioni. A destra: Roberto Taufic (sopra) e Mario Venuti

Venerdì 30 giugno si assisterà all’incontro fra due grandi artisti attraverso due degli strumenti simbolo della cultura tradizionale italiana: la chitarra battente di Francesco Loccisano e i tamburi a cornice di Andrea Piccioni. Poi l’honduregno di madre araba, ma brasiliano d’adozione, Roberto Taufic, con la complicità di Manola Micalizzi & Banda Maluca, coinvolgerà il pubblico nei ritmi carioca, introducendo Mario Venuti in versione metà brasileira metà world.

A sinistra, Oumou Sangaré. A destra, Maura Guerrera e Malik Ziad (sopra), la band Perija

Sabato 1 luglio sul palco del Marranzano World Fest salirà il comandante dell’ordine nazionale del Mali, cavaliere della cultura in Francia, ambasciatrice ONU dei diritti sulle donne e ambasciatrice FAO. Ovvero Oumou Sangaré, la regina della musica maliana. Dagli antichi Griot, cantori di miti e leggende popolari, fino a un lungo elenco di artisti di fama internazionale, la musica maliana è stata capace di adattarsi costantemente, intrecciando le sue peculiarità con altre culture. Omou Sangaré farà risuonare il kamele n’goni (“strumento dei giovani”), una sorta di arpa-liuto africano accordata con la voce del musicista.

Nella stessa serata – intitolata “Donna, Musica, Libertà” – Maura Guerrera, voce siciliana emigrata in Francia, duetterà con la chitarra guembri di Malik Ziad peer presentare il progetto Spartenza. Mentre dalla Macedonia del Nord arriverà Perija, band dark folk acustico al femminile, artefice di una grande fusione balcanica di lingue, dialetti e influenze musicali, con temi moderni e storici. «Un gruppo che rientra nel progetto d’interscambio Tremolo grazie al quale artisti circuitano in una rete di festival», sottolinea il direttore artistico Luca Recupero. «Noi quest’anno “esportiamo” i Casentuli, ospiti in Francia, mandiamo i Tangram in Serbia e Ungheria ed i Mircanti, il gruppo di Davide Campisi e Mimì Sterrantino, in Serbia». 

La band ungherese degli Zoord (in alto) e Byon Kay, pioniere del marranzano techno

Domenica 2 luglio dall’Ungheria torna a Catania il trio Zoord per celebrare la tradizionale “notte del marranzano”, appuntamento distintivo del Marranzano World Fest, alla quale parteciperanno diversi virtuosi dello strumento, fra cui il giapponese Byon Kay, uno dei pionieri del marranzano techno, e il gruppo ‘Asimenza

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