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I leggendari show di Tom Petty al Fillmore

La serie di 20 concerti a San Francisco sarà pubblicata in una raccolta unica contenente cover, jam, ospiti speciali e versioni speciali delle hit del grande artista scomparso nel 2017

«Non voglio essere una di quelle persone che hanno successo ma sono infelici. Non è così che deve andare la mia vita». Tom Petty era un artista tanto famoso quanto onesto, uno dei più grandi songwriter della storia della musica americana. Da Elvis a Dylan. Passando per i Beatles. Sta un po’ tutta qui la parabola musicale e umana di Thomas Earl Petty da Gainesville, Florida. Uno che non si era mai interessato di musica fino a che, quando era bambino, Presley non visitò la sua cittadina. Da allora il rock divenne la sua ossessione: lo praticò con innumerevoli formazioni (The Sundowners, The Epics, Mudcrutch), prima di approdare agli Heartbreakers, la band con cui debuttò nel ’76 e con la quale perfezionò il suo stile, profondamente americano, creando una miscela colorata, eclettica, a metà strada tra il cantautorato più classico e la ricerca di contemporaneità. Nei suoi dischi inseriva elementi diversi, dai modelli Bob Dylan e Byrds (per molti era lui il vero erede di Roger McGuinn) al southern rock, dagli echi psichedelici alla new wave, senza mai cedere alla tentazione di seguire la moda del momento.

Agli inizi lo definirono punk solo perché non si riusciva ad etichettarlo. Poi arrivarono i primi successi American girlHere comes my girlYou got lucky e, soprattutto, Damn the torpedoes del 1979, uno dei migliori album di american music del decennio. È stato uno dei grandi narratori americani, Tom Petty, e aveva scelto di raccontarlo il suo sogno/incubo a stelle e a strisce sempre armato di una chitarra, sempre on the road. È stato il cantore dei “perdenti”, insieme con una nuova generazione di “eroi del rock” del calibro di John Cougar Mellencamp, John Hiatt e soprattutto Bruce Springsteen, riusciva a parlare al cuore della working class.

La copertina della raccolta

Per ricordarlo a cinque anni dalla sua scomparsa, il 25 novembre uscirà Live at the Fillmore (1997) —Tom Petty & The Heartbreakers. Prima di iniziare la serie di venti spettacoli al Fillmore, Tom Petty spiegò i suoi piani in un’intervista al San Francisco Chronicle: «Siamo musicisti e vogliamo suonare. Abbiamo fatto così tanti album negli ultimi cinque anni, penso che la cosa migliore da fare per noi sia semplicemente andare e suonare e questo ci porterà nel nostro nuovo posto, ovunque esso sia».

Gli show al Fillmore si sono rivelati alcuni dei più felici, onesti, ispiranti e prolifici momenti della carriera della band, creando un collegamento unico tra il gruppo e i suoi fan. Quest’album contiene più cover che originali, rendendo omaggio agli artisti e alle canzoni che hanno formato l’amore di Petty per la musica durante la sua crescita, prima che diventasse egli stesso un leggendario performer e cantautore. Gli highlights includono Knockin’ On Heaven’s Door di Bob Dylan, Crazy Mama di J.J. Cale, Time is On My Side dei Rolling Stones e brani dei Kinks, Everly Brothers, Bill Withers, The Byrds, Chuck Berry e Booker T. & the M.G.’s. La raccolta contiene performance speciali con il front man dei Byrds Roger McGuinn e la leggenda blues John Lee Hooker. Altri stand out includono versioni estese delle tracce originali Mary Jane’s Last Dance e It’s Good To Be King.

Thomas Earl Petty (Gainesville, 20 ottobre 1950 – Santa Monica, 2 ottobre 2017)

«Suonare al Fillmore nel 1997 per un mese è stata una delle mie esperienze preferite come musicista in tutta la mia vita. La band faceva scintille e cambiava set ogni notte. La stanza e il pubblico erano spirituali e abbiamo suonato con ospiti pazzeschi. Ricorderò sempre quelle notti con gioia e ispirazione», ha detto Mike Campbell, chitarrista degli Heartbreakers e curatore della raccolta.

Il Fillmore era un laboratorio per la band. Le affascinanti esibizioni “sold out” erano un successo, gli Heartbreakers erano stati perfino soprannominati “Fillmore House Band”. Allo show finale, Petty commentò appena salì sul palco: «Ci sentiamo tutti come se questo fosse il punto più alto del nostro tempo come gruppo sarà difficile farci scendere da questo palco stanotte».

L’album sarà disponibile nella versione 3LP che simula uno dei concerti e un cofanetto comprensivo di 58 brani e 14 divertenti tracce parlate che sottolineano la connessione di Petty con il suo gruppo e il suo pubblico dal palco.

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