– La band inglese annuncia un grosso passo avanti nel rendere sostenibili i tour grazie all’uso di piste da ballo cinetiche per far generare elettricità ai fan danzando e ad altri metodi creativi
– L’ombra del “greenwashing”. L’unico metodo a impatto zero resta quello dei “concerti a pedali” inventato dalla band romana dei Têtes de Bois e adottato da Fridays For Future per i comizi
Centinaia di biciclette al posto della platea, il pubblico che assiste al live pedalando e dando “voce” al cantante e agli strumenti. Luci, suono e video: funziona tutto a pedali, grazie alle bici collegate a speciali dinamo. Un esperimento ancora oggi unico al mondo che è diventato il punto di riferimento per consentire un abbraccio fra eventi live e sostenibilità. Il palco a pedali, alimentato dalla potenza delle bici degli spettatori, nasce nel 2011 da un’idea dei Têtes de Bois, storica band romana. Un’idea che ha rivoluzionato il modo di concepire i concerti e il rapporto fra pubblico ed artisti, andando anche oltre la musica. Nel 2019, infatti, in occasione dell’arrivo di Greta Thunberg a Roma, ad amplificare la voce della paladina della lotta contro il cambiamento climatico è stato lo sforzo collettivo di centinaia di attivisti di Fridays For Future, che hanno utilizzato il sistema ideato dal gruppo romano: una serie di dinamo alimentate da attivisti che pedalavano su trespoli.
Certo, il “concerto a pedali” implica sforzo e sudore. Bisogna andare “allenati” ai concerti per sostenere uno sforzo che può durare sino a tre ore per uno show di Bruce Springsteen. Ma, soprattutto, riduce notevolmente la capienza di piazze e palasport, e, di conseguenze, gli incassi. Praticabile per piccoli spettacoli, impossibile per grandi eventi.
Più furbi i Coldplay. Che, aiutati dalle nuove scoperte, approfittano di piste da ballo cinetiche per far generare elettricità ai fan danzando. Un metodo creativo che ha consentito alla band di Chris Martin, che viaggia in treno durante gli spostamenti, di «di segnalare che le emissioni dirette di CO2e dei primi due anni di questo tour sono il 59% in meno rispetto al nostro precedente tour negli stadio (2016-17)».
I Coldplay, insieme con i Radiohead, sono stati sin da sempre impegnati nel ridurre le emissioni di carbonio durante i loro tour. Nel 2021, due anni dopo che il frontman Chris Martin aveva annunciato che non sarebbe mai più andato in tour a meno che non fosse fatto in modo sostenibile e con un «impatto positivo», la band aveva presentato un piano di dodici punti per raggiungere l’obiettivo.
L’impegno della band per il tour mondiale Music of the Spheres, iniziato nel 2022, era quello di ridurre le loro emissioni di carbonio dalla produzione di spettacoli, dal trasporto merci, dai viaggi della band e della troupe di «almeno il 50%». Due anni dopo, la band dice di aver superato quella cifra, con l’aiuto dei loro fan. «Vorremmo ringraziare tutti coloro che sono venuti a uno spettacolo e hanno contribuito a caricare le batterie dello spettacolo sulle moto elettriche e sulle piste da ballo cinetiche», hanno scritto sul loro sito web. «Tutti coloro che sono arrivati a piedi, in bicicletta, in condivisione o con i mezzi pubblici; tutti coloro che sono venuti con bottiglie d’acqua ricaricabili o hanno restituito il loro braccialetto LED per il riciclaggio; e tutti coloro che hanno comprato un biglietto, il che significa che hai già piantato uno dei sette milioni di alberi finora. Come band e come industria, siamo ancora molto lontani da dove dovremmo essere. Ma siamo grati per l’aiuto di tutti finora e salutiamo tutti coloro che stanno facendo sforzi per spingere le cose nella giusta direzione».
I Coldplay utilizzano piste da ballo cinetiche che generano elettricità attraverso il pubblico che salta su e giù su piastrelle. Durante lo spettacolo i fan sono anche incoraggiati a salire su moto elettriche, che, insieme agli impianti solari e alle piste da ballo, caricano aree teatrali più piccole durante i concerti, così come stazioni di ricarica per telefono, laptop e utensili per il team.
I dati di Coldplay sono stati raccolti dall’azienda di sostenibilità Hope Solutions e le loro affermazioni verificate dal Massachusetts Institute of Technology. Il professor John E Fernandez del MIT ha elogiato la band per «dare l’esempio… per spostare l’intera industria musicale verso una sostenibilità vera e umana. I Coldplay stanno modellando una traiettoria verso un futuro a basse emissioni di carbonio, biodiversità ed equo».
Lo scorso luglio la band era stata al di sotto del loro obiettivo, ottenendo una riduzione del 47% delle emissioni di carbonio. Ma le nuove cifre pubblicate suggeriscono che il tour è diventato più efficiente man mano che va avanti. I Coldplay affermano che «il 72% di tutti i rifiuti del tour è stato deviato dalla discarica e inviato per il riutilizzo, il riciclaggio e il compostaggio», rispetto al 66% del 2023.
Diciotto spettacoli sono stati alimentati interamente da un sistema di batterie ricaricabili, realizzato con batterie BMW riciclate. Durante il tour sono stati pagati anche due «intercettori fluviali per la pulizia degli oceani» a energia solare. Per ogni biglietto venduto – 7 milioni finora – è stato piantato un albero attraverso l’organizzazione no profit globale per il rimboschimento One Tree Planted.
Il tour dal vivo è un business ad alta intensità di carbonio, in particolare per i tour mondiali in cui i luoghi sono spesso a migliaia di chilometri di distanza. Artisti come Taylor Swift sono stati criticati per l’uso eccessivo di jet privati per turismo e uso personale. Spettacoli kolossal che prevedono il trasporto di megapalchi, megaschermi video, e che fanno uso di luci, fuochi d’artificio, grandi scenografie, corpi di ballo, provocando lo spostamento di migliaia di persone con ogni mezzo, difficilmente riusciranno a ridurre il loro impatto sull’ambiente. Bisognerebbe ridurre all’essenziale la strumentazione, accorciare le distanze, fare più date. Tornare al passato, insomma.
Solo il “concerto a pedali” assicura un impatto zero. Anche perché spesso, dietro la bandiera verde, si nascondono operazioni di “greenwashing”, ovvero ecologismo di facciata: indica la strategia di comunicazione di certe imprese «finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale, allo scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente dovuti alle proprie attività o ai propri prodotti».
Jovanotti, ad esempio, annunciava eventi sostenibili invadendo ambienti marini fragili e protetti. E gli stessi Coldplay non sembrano da meno, tanto da essere definiti «utili idioti al servizio del greenwashing» dal Transport and Environment Campaign Group (T&E). La band inglese è accusata di “greenwashing” per la partnership con il colosso delle auto Bmw che fornisce batterie elettriche per alimentare i concerti dal vivo della band con bassissime emissioni. La Bmw, però, rappresenta una voce importante nelle lobby dell’industria automobilistica tedesca e, come testimoniato da un report dell’associazione non governativa Influence Map, avrebbe esercitato pressioni per impedire all’Unione Europea di fissare una scadenza per i veicoli a zero emissioni entro il 2035.