Presentato al Festival di Cannes il quinto e ultimo capitolo della saga, in parte girato in Sicilia: lo vedremo in Italia dal 28 giugno. Usata l’intelligenza artificiale per ringiovanire il volto dell’attore ottantenne. La storia di un blockbuster da 2 miliardi di dollari al botteghino
A Cannes è stato il giorno di Indiana Jones. Per presentare l’ultimo capitolo della saga, sulla Croisette è sbarcato anche Harrison Ford insieme alla moglie Calista Flockhart. Indiana Jones e il quadrante del destino è il quinto e ultimo capitolo della saga: il film, attesissimo, viene presentato a Cannes fuori concorso e in prima mondiale e uscirà nelle sale italiane il prossimo 28 giugno.
All’età di 80 anni, Harrison Ford ha accettato di indossare il cappello di feltro e la frusta agli ordini di James Mangold, che ha lasciato il segno nel 2005 con la biografia del cantante country Johnny Cash (On a Tightrope). I primi quattro episodi sono stati diretti da Steven Spielberg, venuto a Cannes per la presentazione di Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo nel 2008.
La storia di questo nuovo episodio si svolge alla fine degli anni Sessanta, dopo un prologo nel 1944 (con Ford ringiovanito). Accasato con Marion, è vicino al ritiro e si sente superato da un mondo che non capisce più. È a disagio, non capisce perché scienziati ex nazisti come Voller (Mads Mikkelsen) collaborino con la Nasa nella corsa allo Spazio. Viene coinvolto dalla sua figlioccia Helena (Phoebe Waller-Bridge) in una nuova avventura intorno al mondo, per intercettare un oggetto che cerca anche Voller. L’agente governativa Mason (Shaunee Renette Wilson), poi, cerca di capire da che parte stare. Per inserire il flashback, c’è stato bisogno di “ringiovanire” il volto di Harrison Ford, ricorrendo all’intelligenza artificiale, un ulteriore segno dei prossimi cambiamenti in campo audiovisivo.
Lo spagnolo Antonio Banderas, la britannica Phoebe Waller-Bridge e il danese Mads Mikkelsen, che ha interpretato il cattivo in Casino Royale, affiancano Ford in questa megaproduzione, che è stata girata in diversi Paesi, tra cui la Sicilia. «È stato bello girare a Siracusa e Cefalù», ha commentato Harrison Ford. «La Sicilia ha una cultura millenaria, si respira la storia».
Tutto cominciò alle Hawaii
Da quando è arrivato sul grande schermo con Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta nel 1981, l’intrepido avventuriero si è affermato non solo come uno dei grandi eroi della storia del cinema, ma anche come icona popolare. È stato il regista di Guerre stellari, George Lucas, ad avere l’idea iniziale di questo archeologo e avventuriero, insaziabile cercatore di reliquie e oggetti di grande simbolismo nella storia dell’umanità, come la biblica Arca dell’Alleanza o il Santo Graal. Il sogno, ispirato a innumerevoli eroi dei film di serie B, prende forma su una spiaggia delle Hawaii, dove trascorre una vacanza con Steven Spielberg.
Il regista de Lo squalo voleva girare un James Bond, ma Lucas rispose: «Ho qualcosa di meglio!». Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta” fu un successo immediato e mondiale, seguito da Indiana Jones e il tempio maledetto (1984), Indiana Jones e l’ultima crociata (1989) e Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (2008). In totale, questi quattro film hanno fruttato quasi 2 miliardi di dollari al botteghino.
L’esploratore di Machu Picchu
Con la sua barba di tre giorni, il cappello di feltro consunto, la giacca di pelle che resiste a tutti gli scontri, la borsa di tela per contenere i tesori più preziosi e la frusta, Indiana Jones incarna l’immagine dell’esploratore. Lucas e Spielberg si sono ispirati in particolare all’archeologo americano Hiram Bingham, l’uomo che scoprì le rovine di Machu Picchu. Ma anche a Tintin e ai film di cowboy di Clint Eastwood. Il protagonista si chiama Henry, ma tutti lo conoscono come Indiana. Che in realtà era il nome del cane di Lucas. Che aveva già ispirato il prolifico regista a creare il peloso Chewbacca di Guerre stellari.
I cenni alla saga di Guerre stellari sono costanti nella serie di Indiana Jones. In una famosa scena di Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta, quando Indy si trova nel Pozzo delle Anime, i droidi R2D2 e C3PO appaiono tra i geroglifici. Inoltre, il numero di registrazione dell’idrovolante è OB-CPO, che allude a Obi Wan e C3PO.
Nel corso degli anni, i fan hanno notato altri cenni e anacronismi. È il caso, ad esempio, del bazooka usato da Indiana Jones, un’arma che non era ancora stata inventata nel 1936, anno in cui è ambientato il film. Lo stesso vale per la mappa che mostra “Thailandia”, un Paese che non esisteva ancora. La colonia si chiamava allora Siam.
Né Magnum, né Sharon Stone
Spielberg voleva che Harrison Ford interpretasse Indiana, ma Lucas non era convinto, perché il pubblico identificava l’attore con il personaggio di Han Solo. Entrambi i registi avevano sondato Nick Nolte, Jeff Bridges e Bill Murray, e infine Tom Selleck, allora poco conosciuto. Ma Selleck era impegnato in Magnum.
Spielberg convinse finalmente Lucas: Harrison Ford era l’uomo giusto. Per il ruolo di Willie, l’avventurosa fidanzata di Indiana, sfilarono ai provini un migliaio di attrici, tra cui Sharon Stone. Kate Capshaw ottenne la parte, che non avrebbe portato a una carriera cinematografica importante. Spielberg la sposò nel 1991.
Il caso dell’attore di origine vietnamita Ke Huy Quan è la perfetta illustrazione del sogno americano. Profugo di origine vietnamita, all’età di 12 anni viene scritturato per il ruolo di “Stopper”, l’aiutante dell’avventuriero in Indiana Jones e il tempio maledetto. Il successo si conferma con un altro film, I Goonies. Ma poi è arrivata una lunga traversata nel deserto, per decenni, fino al 2022, quando è stato inaspettatamente consacrato con Eveything everywhere all at once, per il quale ha vinto l’Oscar come miglior attore non protagonista.
Fobia per i serpenti
È l’unica debolezza di Indiana: la sua fobia per i serpenti, nota come ofidiofobia. Vale la pena ricordare che da giovane l’avventuriero cadde in una fossa piena di questi rettili. È una scena famosa nella storia del cinema: Indiana Jones cade nel Pozzo delle Anime alla ricerca dell’indizio dell’Arca perduta. Un luogo pieno di serpenti di ogni tipo, che Spielberg ha girato con ben 6.500 animali. Al mucchio ha aggiunto, mimetizzati, alcuni pezzi di tubo. Il serpente più pericoloso, il cobra, è stato filmato in una campana di vetro. Dopo aver girato la scena, si scoprì che alcuni serpenti erano scomparsi.