Disco

Groove addicted: The Vogs e Blue Moka

Divertente album dal combo di modern soul francese, omaggio al gruppo vocale femminile degli anni Sessanta, Les Princesess. Fra jazz e una tazzulella di caffè il disco del quartetto italiano che ruota attorno a un Hammond

THE VOGS – Du fond du coeur (Q-Sounds Recording) – Vinyl LP / CD / Digital 

La cover dell’album

Combo di modern soul francese, che non disdegna atmosfere vintage, The Vogs nascono nel 2017 con alcuni membri degli Adelians ed altri nuovi arrivati. Christelle Amoussou e Ludovic Bors, i leaders, fondano anche un’etichetta a supporto delle loro produzioni e l’amore per il soul ed il rhythm & blues trasuda tutto, anche nel modello di gestione della label stessa, con una house-band che compone e registra le produzioni della casa. Ma anche il buon gusto e la tecnica strumentale e vocale giocano un ruolo di primo piano.

Dopo pochi mesi, The Vogs registrarono il loro primo album (A change is coming) facendosi apprezzare in Francia e in Germania. La band, come spesso avviene, ha poi attraversato molte vicissitudini, cambiando uno strumentista e il cantante. Ma il desiderio di continuare il percorso intrapreso prevale.

Poi arriva la voglia di rilanciare la modesta ma valida tradizione soul francese anni Sessanta e così la decisione di scrivere canzoni in lingua madre con il supporto della bravissima nuova cantante, la soul sister Nadia Hassani. A novembre 2021 pubblicheranno il loro primo singolo in vinile. Il loro secondo album arriva nel febbraio di quest’anno.

Du fond du coeur, sette canzoni in francese (due soltanto in inglese più uno strumentale mid-tempo in coda) in perfetto mood soul con forti venature jazz e un gusto vintage, specie negli impasti vocali che ne arricchiscono la tavolozza sonora. 

Nelle nove composizioni vocali, infatti, emerge il candore del genere francese “yéyé” . Tra i brani più interessanti, troviamo Les filles aussi con un incedere soul stile Motown. Sords de ma vie è il superbo adattamento in francese, a cura di Christelle Amoussou, del classico You Keep Me Hanging On”, hit delle Supremes. Faire le premier pas è, invece, un robusto R&B con echi dello Spencer Davis Group. Ma il brano che più prende è , un up-tempo che riassume tutto il senso musicale di questo divertente lavoro e non ti lascia pensare se muoverti o meno. Poi arriva un singolo del 2018 I Wanna tell you, completamente riarrangiato, che diventa uno slow tempo carico di pathos. Da citare anche il brano più pop, più gommoso, Faire Semblant, potenziale hit dell’album. Per finire, nei due brani in lingua inglese, la band rende omaggio al northern-soul.  

Un album dunque che diverte, ti fa muovere con gusto e rende omaggio a un ingiustamente dimenticato gruppo vocale femminile degli anni Sessanta, Les Princesess, che con i loro 45giri infiammarono i mangiadischi dell’epoca in Francia.

BLUE MOKA – Enjoy (RNC Music) – (Digital)

Un Hammond 4tet tutto italiano – Alberto Gurrisi (organo Hammond), Emiliano Vernizzi (sax), Michele Bianchi (chitarra) e Michele Morari (batteria) – che fin dal nome evoca le famose e fascinose “Blue note “: blue è il colore del jazz, mentre la moka è un oggetto d’uso comune, sinonimo d’italianità.

Suonano un genuino soul jazz non disdegnando l’utilizzo di una elettronica ben dosata che li porta su di un terreno più contemporaneo. Combo molto attivo in Italia nei circuiti e nei festival jazzistici. Nel 2018 il primo album, omonimo, con il featuring del trombettista Fabrizio Bosso (già dal 2014 collaboratore live), fu ben accolto da critica e pubblico. Il 24 febbraio 2023, è uscito il loro secondo capitolo Enjoy. L’album incoraggia l’idea di godere di ciò di cui si dispone dopo anni di difficoltà, trasmettendo una positività. Così sfilano otto tracce che toccano tutti mood della musica, dal ritmo alle ballad più oniriche. In questo nuovo lavoro, dicono i Blue Moka, «abbiamo prestato maggior attenzione alla sperimentazione timbrica, rispetto al primo lavoro».

I Blue Moka: Alberto Gurrisi (organo Hammond), Emiliano Vernizzi (sax), Michele Bianchi (chitarra) e Michele Morari (batteria)

L’album si apre con Enjoy Enjoy («uno solo non basta di questi tempi, meglio rafforzarlo», commentano): è il singolo che ha anticipato l’album ed in effetti è il brano più funkeggiante, più danzabile. Sulla stessa scia Lotus Night, brano in cui il sound è più in sintonia con i loro concerti live, sempre molto apprezzati dal pubblico per la loro energia contaggiosa. What Happened si evolve entrando più dentro verso atmosfere fusion (ci sovvengono gli americani Yellowjackets). Fill The Void prosegue nel solco di una elegante fusion con effluvi di psichedelia. Poi arriva un inaspettato e piacevole omaggio ai Massive Attack con l’hit Teardrop, re-interpretato inserendo il sax al centro della scena al posto della voce. C’è spazio per una seconda cover: questa volta l’omaggio è più jazzistico ed è Foggy Day, uno standard jazz di George Gershwin, magistralmente condotto dall’organo Hammond che gioca con il sax sulle volute solistiche, una versione più colorata, frizzante. Homeland dà spazio al blues con un mid tempo fumoso ed evocativo. L’album si chiude, con Touww, brano più vicino alle atmosfere certo di jazz rock anni Settanta/Ottanta, ormai datato. È l’unica traccia che resta un pochino fuori dal contesto di un album di moderno soul jazz, ben confezionato e che ti prende dal primo ascolto. Il futuro della band vedrà probabilmente la collaborazione di un vocalist. Nell’attesa … Enjoy ! …amici.

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