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Giovanni Caccamo: ho dato la parola ai giovani

Alla Mostra del cinema di Venezia l’ultimo capitolo di una ricerca sulla parola e sul cambiamento suggerita da Andrea Camilleri e alimentata da papa Francesco. Dal disco agli incontri nelle università, a un libro ed a una serie web. E ora al docufilm che sarà trasmesso da Sky Arte. Prima Battiato poi il Santo Padre avvicinati con i suoi modi da “stalker gentiluomo” . Le tredici parole di cambiamento cardine di questa riflessione

«Tutto è cominciato con Andrea Camilleri, quando chiese ai giovani di far partire un nuovo umanesimo dalla parola», racconta il cantautore Giovanni Caccamo parlando del suo progetto legato alle parole. Il cui primo capitolo è stato un album, Parola appunto, nel quale l’artista siciliano coinvolge personaggi del calibro di Willem Dafoe, Aleida Guevara, Patti Smith, Liliana Segre, Michele Placido e Beppe Fiorello, che prestano la loro voce a introduzione delle canzoni del disco. 

Poi è sopraggiunto il messaggio di papa Francesco nella Lettera ai giovani: «In un tempo in cui la parola ha perso il proprio peso e le manca la “scintilla” che la rende viva, sarà la vita a dire se le vostre parole sono davvero autentiche: parlate con tutta la vostra vita!». E il progetto di Giovanni Caccamo si è sviluppato dapprima nel progetto collettivo Parola ai giovani per la redazione del Manifesto culturale sul #Cambiamento, in collaborazione con i Musei Vaticani e il Maxxi, e poi in un libro, Manifesto del cambiamento. Parola ai giovani, edito da Treccani e aperto proprio dalle parole del pontefice.

L’Agorà de cambiamento, Giovanni Caccamo, Musei Vaticani, Stanza della Signatura (foto MARCO ANELLI)

Il libro contiene le testimonianze di sessanta giovani più quindici opere d’arte ispirate alle loro parole firmate dai più grandi artisti italiani, da una web serie con le testimonianze dei ragazzi e da una installazione itinerante. «Devo ringraziare in primis il Santo Padre per avere creduto in un progetto che dà voce ai giovani», dichiara il trentaduenne modicano. 

A papa Francesco, Giovanni Caccamo è riuscito ad arrivare con quei suoi modi da , lo stalker gentiluomo con i quali avvicinò ormai tanti anni fa Franco Battiato sulla spiaggia ragusana di Donnalucata. «Come ci sono arrivato? Mi son presentato ai Musei Vaticani per proporre questa agorà del cambiamento dei giovani sotto La scuola di Atene di Raffaello e mi hanno detto che l’unico che poteva dare l’autorizzazione era il Papa. Non mi son perso d’animo e gli ho scritto e mi hanno detto che a papa Francesco l’idea è piaciuta».

Però per tentare di far partire un nuovo umanesimo serviva il contributo di migliaia di giovani. Così sono state lanciate due domande nell’appello Parola ai giovani: “Cosa cambieresti della società in cui vivi e in che modo? Qual è la tua parola di cambiamento?”.

A queste domande hanno risposto per iscritto migliaia ragazzi. Ognuno ha scelto una parola di cambiamento e scritto un breve trattato sull’aspetto della società che cambierebbe e le idee concrete per poterlo fare. Inoltre il tenace Caccamo ha girato l’Italia totalizzando quindici tavole rotonde con i giovani under 35. «Ho incontrato migliaia di giovani in università, carceri e centri di accoglienza, ascoltando i loro bisogni, le loro paure e la loro visione del futuro», racconta l’artista. «La situazione giovanile è allarmante. I giovani sono schiacciati da questo alone nero che ci circonda tra pandemia e guerra. E, paradossalmente, nella maggior parte di loro il benessere desiderato e agognato dai nostri nonni e vissuto dai nostri genitori, si è trasformato oggi in un inibitore di ambizioni e desideri e causa di infelicità».

Per fortuna, però, la scintilla di cui parla papa Francesco non è del tutto spenta, e all’appello del cantautore hanno risposto anche giovani con idee importanti, alcuni anche con storie drammatiche alle spalle. Sono state selezionate sessanta testimonianze per il libro. Alienazione, Accoglienza, Conoscenza, Elettezza, Empatia, Gratitudine, Reset, Restituzione, Rinascita, Scuola, Senticeto, Sincerità, Tempo, sono le parole di cambiamento cardine di questa riflessione. 

Remon Karam

La parola “gratitudine” è quella scelta da Giovanni. Salvatore Esposito ha scelto la parola “conoscenza”e il cambiamento che auspica è utilizzare la stessa come chiave d’accesso alla libertà, una libertà collettiva; lui racconta la sua storia e racconta come anche nelle zone periferiche di Napoli, in cui è nato, la conoscenza possa essere l’unica alternativa alla criminalità, per cui il suo auspicio è che tutti i giovani possano avere accesso alla conoscenza e amore verso la scuola e l’istruzione. Anche Mario Falanga, di 33 anni, detenuto dall’età di 17 anni e condannato a 30 anni di carcere, che ha scelto parola “conoscenza”. «Lui è rimasto orfano da piccolissimo, la sua realtà era la criminalità del quartiere», spiega Caccamo. «Era un ribelle che veniva trasferito da un carcere all’altro, finché una guardia gli ha regalato un libro. Ha cominciato a leggere, si è voluto iscrivere al liceo, si è diplomato e poi si è laureato. Ora sta prendendo la seconda laurea». Mentre Remon Karam ha suggerito “accoglienza”: arrivato dall’Egitto a 14 anni su un barcone racconta nel libro l’orrore del suo viaggio. 

Fra le parole-chiave anche due molto desuete. Come “senticeto”, «una parola latina che indica un groviglio di passioni, di emozioni contrastanti», proposta da Agnese Di Lorenzo, una studentessa di filosofia. Mentre Mariangela De Luca, «linguista che difende termini ormai poco usati», ha inserito l’insolita “elettezza”, ovvero – spiega Caccamo – «la capacità di saper scegliere i termini giusti, di parlare e comportarsi in modo elegante, forbito».  

Fra le altre storie, anche quella di un ragazzo transessuale, di un ragazzo sieropositivo e di Noemi Solaino una giovane psicologa che lavora nei centri di accoglienza e che ripercorre tre storie di ragazzi e ragazze che sono arrivati da lontano.

Parallelamente è cominciata una web serie in onda ogni settimana sui canali social di Giovanni Caccamo. Nove interviste del cantante a giovani eccellenze italiane del mondo dell’arte, della scienza, dello sport, della musica, della cultura invitati a raccontare il cambiamento. I testimonial sono: la campionessa Paola Egonu, l’attore Salvatore Esposito, la band Pinguini Tattici Nucleari, il ballerino della Scala Jacopo Tissi, l’attore Filippo Scotti, la violinista della Scala Laura Marzadori, il pittore Guglielmo Castelli e l’economista e manager Virginia Stagni, tutti presenti anche nel volume. 

Molti di questi appaiono anche nel docufilm Parola ai giovani, ultimo capitolo della ricerca. Curato sempre da Caccamo, sotto la direzione Angelo Bozzolini e con la produzione di Aut Aut, in collaborazione con Sky Arte, il documentarioverrà presentato in anteprima nazionale venerdì 1 settembre alle Giornate degli Autori, sezione indipendente della Mostra del Cinema di Venezia. 

Il docufilm prosegue, approfondisce e visualizza la ricerca condotta dall’autore modicano sull’urgenza di mettere a fuoco l’importanza della parola e del cambiamento, attraverso un coro di voci, composto da giovani eccellenze italiane e Maestri per restituire allo spettatore un confronto generazionale sulle tematiche più urgenti e delicate della nostra società.

La crisi che stiamo vivendo è l’anticamera di un grande cambiamento possibile; la nostra incapacità di immaginarlo si trasformerebbe nella morte del futuro stesso. Alle porte di una nuova primavera, reduci da un lungo periodo di apnea, costretti a una delicata e profonda metamorfosi, è quindi nostro dovere chiederci quale possa essere il cambiamento più urgente nella nostra società

Giovanni Caccamo e Armaldo Pomodoro
Giovanni Caccamo

«La crisi che stiamo vivendo è l’anticamera di un grande cambiamento possibile; la nostra incapacità di immaginarlo si trasformerebbe nella morte del futuro stesso», ragiona Caccamo. «Alle porte di una nuova primavera, reduci da un lungo periodo di apnea, costretti a una delicata e profonda metamorfosi, è quindi nostro dovere chiederci quale possa essere il cambiamento più urgente nella nostra società».

Nel cast del documentario, oltre alle “eccellenze” già citate per il libro, anche il rapper Marco Anastasio, il tenore Andrea Bocelli, lo scultore Mario Ceroli, la docente e scrittrice Mariangela De Luca,la studentessa di filosofia Agnese Di Lorenzo, l’attivista per i diritti umani Remon Karam, il pittore Mimmo Paladino, lo scultore Arnaldo Pomodoro.

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