Interviste

Francesca Michielin: io cane sciolto come Carmen

La cantautrice di Bassano del Grappa in concerto giovedì 13 aprile al Teatro Al Massimo di Palermo e venerdì 14 aprile al Teatro Ambasciatori di Catania. «Carmen Consoli è stata la mia guida spirituale nella realizzazione del mio disco “Cani sciolti”». «Basta con il populismo: un artista non può solo compiacere, ma a volte stare anche sul cazzo». «Con tante colleghe stiamo cercando nel nostro piccolo di aiutare altre giovani cantautrici a concretizzare i loro sogni»

Come altre sue colleghe di talent, Francesca Michielin è ancora alla ricerca di una identità artistica. Fluttuante fra il pop e un art-rock alla Florence and The Machine, tra Sanremo e conduttrice tv a XFactor. Due volte seconda al Festival, le è sempre mancato lo scatto finale, il coraggio di osare, preferendo cercare comfort zone, appoggiarsi ad altri (vedi Fedez). C’erano una Francesca “ufficiale”, la ragazzina timida e composta che canta canzonette semplici in tv, e la Francesca che batteva sui tamburi e giocava con l’elettronica nei localini del dopo Festival. Con il nuovo disco Cani sciolti, complice Carmen Consoli, finalmente la ragazza di Bassano del Grappa cerca di mostrare la sua personalità.

«Alla vigilia dei 28 anni mi sono posta la domanda: “Cosa voglio fare della mia vita come musicista?”», commenta. «La risposta è questo disco: i cani sciolti non stanno dentro uno schema predefinito, ma sono liberi di esprimersi. Volevo prendermi il lusso di questa libertà, scrivendo brani più coraggiosi del solito. Un disco sincero al 100%». 

Francesca Michielin rivendica comunque la propria fragilità «in un mondo che ci vuole forti» e racconta come questa possa diventare un punto di forza: ne parla il brano Carmen, nato da un dialogo con Carmen Consoli, che Michielin reputa, come lei, un “cane sciolto”: «Il suo è un cantautorato dissidente», spiega. «Carmen riesce sempre a portare una sua verità, e, in questo disco, è il mio spirito guida».

La canzone si fa però particolarmente polemica quando canta: «Io non voglio compiacervi, voglio infliggervi i miei versi. Dove sono gli artisti? Vedo solo populisti». 

Tuttavia, non bisogna scivolare sull’errore di chiedere agli artisti le risposte che al momento la politica non sa dare. Mi sembra, ad esempio, che la sinistra nel nostro Paese si è concentrata troppo sui social e troppo poco sul disagio che c’è tra i ricchi e poveri oltre che su un sacco di altre cose su cui, forse, dovrebbe porre maggior attenzione

Francesca Michielin

«I cantautori, ma anche gli interpreti, non dovrebbero dimenticare il ruolo che hanno», spiega. «Un artista non può solo compiacere, ma a volte stare anche sul cazzo. Ci sono i pezzi per baciarsi e ballare, e io ne ho scritti diversi, ma non possono essere i soli. Occorre trasmettere qualche cosa di più, scuotere. Tuttavia, non bisogna scivolare sull’errore di chiedere agli artisti le risposte che al momento la politica non sa dare. Mi sembra, ad esempio, che la sinistra nel nostro Paese si è concentrata troppo sui social e troppo poco sul disagio che c’è tra i ricchi e poveri oltre che su un sacco di altre cose su cui, forse, dovrebbe porre maggior attenzione».

C’è poi una critica sociale, legata alla vita di provincia, «dove spesso si confonde la semplicità con il semplicismo», in contrapposizione alle città «ricche di differenze che spesso non vengono ascoltate». Fra le tracce emerge anche il tema dell’immigrazione: «Io sono credente, ma mi chiedo che senso ha andare in chiesa se poi non si pensa che Gesù potrebbe essere su uno di quei barconi che vengono respinti in mare. È una riflessione su chi predica bene e razzola male».

Nell’album non manca tuttavia il tema dell’amore. Sebbene sia un amore particolare. Claudia è «un piccolo manifesto per quelle donne che non hanno mai potuto dire che amano un’altra donna». Spesso, osserva Michielin, «l’orientamento sessuale di una persona diventa oggetto di domande fastidiose, a volte maleducate, Se chi si sente così vorrà dedicare la mia canzone alla sua persona ne sarei molto felice». 

Il 22 febbraio è salpato il primo tour teatrale dell’artista, intitolato Bonsoir!-Michielin 10 a teatro che approda giovedì 13 aprile al Teatro Al Massimo di Palermo e venerdì 14 aprile al Teatro Ambasciatori di Catania. È un viaggio allo specchio, ed è proprio uno specchio, riflesso e stimolo continuo a migliorarsi, l’elemento iconico al centro del palco con cui l’artista interagisce durante lo spettacolo. Lo specchio, oggetto di luce, riflessione, proiezione di pensieri, ricordi, colori, atmosfere, emozioni da condividere con il pubblico, è stato realizzato ispirandosi a quelli presenti nello studio di registrazione dove ha preso vita Cani Sciolti. La messa in scena scelta dall’artista è teatrale e cambia nel corso dei 90 minuti di spettacolo, concepiti come una vera e propria partita di calcio, con tanto di anthem iniziale, primo e secondo tempo, supplementari, rigori. Al suo fianco “vecchi amici” – Eugenio Cattini (chitarra) e Luca Marchi (basso) -, e new entry al femminile, come Giorgia Canton alle tastiere ed Evita Polidoro alla batteria: «Le ho volute perché ci sono tante brave professioniste che spesso non vengono chiamate».

E a proposito di talenti femminili e di un’industria musicale ancora monopolio di uomini, la cantautrice veneta vede qualche cambiamento: «Credo stia avvenendo, seppur a piccoli passi, vedi anche le reazioni all’assenza di donne in finale nell’ultima edizione di Sanremo: qualche anno fa nessuno avrebbe detto nulla, invece oggi ce ne accorgiamo. Ovviamente c’è ancora tanto lavoro da fare, soprattutto in ambito musicale, ma con tante colleghe stiamo cercando nel nostro piccolo di aiutare altre giovani cantautrici a concretizzare i loro sogni».

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