– Dal 27 marzo nelle sale il film di Sofia Coppola sulla vedova del “Re del rock” basato sulla toccante autobiografia della “it girl” pubblicata nel 1985. È un ritratto del mondo della musica visto da un’ottica femminile
– Ma è anche e soprattutto la storia di un’emancipazione: quella di una giovane donna, prima groupie e confidente, che a poco a poco capisce che la sua vita vale più delle paillettes e delle volontà di chi la ama (male)
Due anni dopo il successo del biopic glitterato e fiammeggiante dedicato a Elvis Presley diretto da Baz Luhrmann, è il turno di Sofia Coppola di immergerci di nuovo nell’ambientazione kitsch e lussuosa di Graceland. La talentuosa figlia di Francis Ford Coppola firma il film su quella che fu la moglie del Re, Priscilla Presley: Priscilla, in uscita il 27 marzo nelle sale italiane.
Elvis si concentrava sul successo fulmineo (e la decadenza) dell’icona del rock’n’roll allora incarnata dal magnetico Austin Butler, attraverso la sua relazione con il suo manager, interpretato dall’attore americano Tom Hanks, mentre Priscilla Presley era solo una figura minore del film. Il biopic di Sofia Coppola, basato sull’autobiografia di Priscilla Presley (che è co-produttrice del progetto), Elvis and Me, pubblicato nel 1985, dipinge, invece, un quadro intimo del Re del rock attraverso la storia d’amore della sua vita con l’attrice Priscilla Presley. È lei che prende tutta la luce in questo film ingrandito da un’ottica femminile che sembra voler vendicare sia la “it girl” degli anni Sessanta, spesso ritratta come groupie prigioniere di una relazione amorosa tossica. Questa volta, è la giovane donna nell’ombra che deve essere ascoltata e non i media o l’idolo della musica. Non caso, forse, di fronte alla visione della regista, nessuna canzone di Elvis Presley è stata usata in Priscilla, poiché i titolari dei diritti della leggenda del rock hanno rifiutato la richiesta.
La rivincita di una donna oggetto
Con Priscilla, Sofia Coppola si muove in un terreno battuto. Il suo cinema è perseguitato dalle prigioni d’oro, dallo spleen, dalla solitudine, dalla noia e dalle adolescenti vittime del patriarcato e innamorate della libertà, che si evolvono in mondi meno glamour di quanto sembrino. Il film racconta la storia d’amore passionale e tossica che unisce Elvis Presley e Priscilla Beaulieu. Ma è anche e soprattutto la storia di un’emancipazione: quella di una giovane donna, prima groupie e confidente, che a poco a poco capisce che la sua vita vale più delle paillettes e delle volontà di chi la ama (male). Un percorso con cui molte giovani ragazze che hanno affrontato la mascolinità tossica potranno identificarsi.
Dopo un primo piano sui piedi con le unghie verniciate di Priscilla che affondano nella morbida moquette rosa di Graceland (moquette che altrimenti non è mai esistita nel luogo di culto), il film inizia con un colpo di fulmine… La star della musica Elvis e la studentessa Priscilla si incontrano a Bad Nauheimen, in Germania, nel 1959 (dove il cantante fa il servizio militare), quando la giovane donna ha solo 14 anni e il Re ne ha 24. Nel 1962 la coppia arriva a Los Angeles. Vittima del suo crescente successo a Hollywood, Elvis ha poco tempo da concedere all’eletta del suo cuore. Tuttavia, controlla i suoi più piccoli movimenti, in particolare il suo stile di abbigliamento che deve sicuramente cancellare la sua immagine di bambina.
Mentre Priscilla deve appartenere solo a lui, secondo la sua visione maschilista, Elvis non si priva di andare altrove e di viaggiare. Relazione occasionale con l’attrice Ann-Margret, incontrata sul set di Viva Las Vegas (1959), infedeltà ripetute con l’attrice americana Anita Wood… La giovane donna subisce il disamore del suo compagno, i suoi cambi di umore e i suoi attacchi di rabbia. Se si sposano nel 1967, i molteplici inganni e il carattere impulsivo dell’icona del rock (così come la sua dipendenza dai farmaci) portano Priscilla Presley a chiedere il divorzio nel 1972. Separati, i due artisti, che hanno avuto una figlia, Lisa Marie, nata nel 1968, rimarranno comunque amici fino alla morte del Re nel 1977.
A proposito di Elvis, Priscilla Presley ha confessato alla giornalista Barbara Walters nel 1985: «Ero sicuramente sotto l’influenza di quello che pensavo fosse l’amore». E questa presa è trascritta con precisione da una regista che anche lei ha “sofferto” di essere rinchiusa (nell’etichetta della figlia di…).
Sofia Coppola filma con grazia e delicatezza i momenti più banali (Elvis offre un cane a Priscilla per riempire le sue assenze) di questa finta fiaba. di questa relazione tumultuosa, tra amore idilliaco, controllo, violenza e discesa agli inferi. Se l’attore americano Jacob Elordi, la nuova risorsa affascinante di Hollywood che incanta nella serie Euphoria e nel film Saltburn, impressiona nel ruolo di un Elvis oscuro e seducente, è soprattutto l’attrice americana Cailee Spaeny che rompe lo schermo come una bambola gradualmente disincantata. Con la sua aria giovanile, l’attrice notata nella serie Mare of Easttown (2021), insieme a Kate Winslet, è perfetta come una ragazza ingenua e follemente innamorata che riprende gradualmente la sua vita in mano. Una partitura sottile e sensibile che gli è valso il premio alla Mostra di Venezia.
Icona di moda
Priscilla dipinge anche il ritratto dell’icona della moda Priscilla Presley, oggi 78 anni. Taglio di capelli in stile crauti color corvo, ciglia spesse, eyeliner alato e abiti colorati tanto corti e sexy quanto chic: la giovane donna si è affermata per il suo senso dello stile, combinando glamour ed eleganza. Dopo il divorzio, apre un negozio di abbigliamento di lusso a Los Angeles e inizia una carriera come modella, presentatrice televisiva e attrice. La vediamo così nel ruolo di Jenna Wade nella serie di successo Dallas.
Figura della moda degli anni Sessanta, ha ispirato i look da pin-up di Amy Winehouse e della cantante Lana Del Rey. Una delle scene più iconiche del film rimane quella del suo matrimonio con Elvis Presley. Una sequenza per la quale la casa Chanel ha immaginato un abito molto simile a quello indossato da Priscilla in questo grande momento della cultura pop.
La colonna sonora
Senza i brani di Elvis, la colonna sonora risulta assolutamente fresca, con un mix di classici americani (I Will Always Love You di Dolly Parton) e di brani indie (una cover di My Elixir dei Phoenix fatta dai Sons of Raphael).
«Fin dalla sceneggiatura eravamo certi che l’uso della musica sarebbe stato molto simile a quello del film Marie Antoinette», spiega Thomas Mars dei Phoenix che ha curato la colonna sonora. Priscilla sembra spesso dialogare con la Maria Antonietta del 2006, sia per quanto riguarda la narrazione adolescenziale, sia per l’estetica caramellosa che, naturalmente, per l’utilizzo di musica contemporanea.
Il film si apre con Going Home di Alice Coltrane, che si fonde con la cover di Joey Ramone di Baby I Love You delle Ronettes. Ravi Coltrane, figlio di Alice, ha visitato la sala di montaggio per approvare l’utilizzo della musica di sua madre. Non ha avuto nulla da dire sul primo brano scelto, ma su una seconda canzone di Alice Coltrane che avrebbe dovuto accompagnare il momento in cui Priscilla ed Elvis sperimentano per la prima volta le droghe, «il suo volto ha cambiato espressione», dice Sofia Coppola. «Si capiva che non avrebbe voluto dire di no all’uso del brano. A quanto pare, però, Alice Coltrane avrebbe esplicitamente richiesto che la sua musica non fosse mai abbinata alla droga, in nessun modo, cosa che non sapevo e rispetto molto».
La prima volta che Priscilla ed Elvis si baciano, avviene sugli accordi di Crimson and Clover di Tommy James & the Shondells. «È una canzone molto efficace. Esprime molto bene l’amore per la musica americana», spiega Sofia Coppola. Se Crimson and Clover è uscita nel 1968, quasi un decennio dopo il primo incontro tra Elvis e Priscilla, altre canzoni hanno spinto questa forbice temporale ancora più in là. Prendiamo, ad esempio, il frenetico brano dance di Dan Deacon del 2007 Crystal Cat, che arriva dopo che Elvis ha detto a Priscilla di volerla vedere vestirsi e truccarsi in un certo modo, con l’eyeliner pesante e il bouffant, ancora oggi associato alla sua immagine pubblica. Proprio nel momento in cui la trasformazione ha inizio, parte la canzone.
È una scelta particolarmente azzeccata anche la canzone che chiude il film. La storia d’amore è ormai finita e Priscilla si allontana da Graceland per iniziare una nuova vita, ecco: I Will Always Love You di Dolly Parton.
Priscilla ha anche un tema ricorrente, che attraversa tutto il film. Sono le diverse versioni della canzone Venus di Frankie Avalon, tra cui una proprio dei Phoenix. «Abbiamo chiesto a musicisti molto bravi di realizzarne diverse interpretazioni», racconta Mars. «Non le abbiamo usate tutte. Sapevamo che ne avremmo avute più del necessario, ma volevamo avere più opzioni. Abbiamo anche inserito due brani che si rifanno a Elvis. Aura Lea (o Aura Lee), melodia su cui si basa Love Me Tender che, tra l’altro, è di dominio pubblico. Mentre, quando Elvis gira il suo celebre speciale televisivo, il supervisore musicale Randall Poster ha trovato un imitatore specifico di Elvis che ci ha prestato la sua voce».