Interviste

È tempo di ritorni, ecco i Marlowe

– La band nissena si riforma dopo dodici anni di separazione: dal primo marzo sarà in tour in Sicilia con nuovi e vecchi brani
 – «È come se il tempo non fosse passato, restiamo una famiglia. Non è stato un divorzio: c’erano idee diverse e ciascuno ha sentito l’esigenza di seguire la propria ispirazione», spiega Salvo Ladduca
– Una carriera interrotta sul più bello, quando stavano frequentando gli stessi palchi di Afterhours e Massimo Volume, suonando in tutta Italia e nei festival più importanti

C’è un passato che torna. Che, forse, non è andato via. Perché cresce il rimpianto per una musica originale, autentica, libera dai dettami del mercato, in una scena dove regna l’omologazione. Si riuniscono i La Crus e perfino i CCCP – Fedeli alla Linea, riappare Toti Poeta e si ricostituiscono anche i Marlowe, una delle indie-rock band siciliane d’inizio millennio che sembrava destinata a grandi imprese. D’un tratto, nel 2012, sono scomparsi dai radar senza alcun segnale premonitore, anzi nel momento di maggior crescita, dopo un album – Fiumedinisi del 2010 osannato dalla critica –, un tour di una sessantina di date in tutt’Italia da soli e poi in compagnia di Hugo Race, e la partecipazione a numerosi festival.

Le strade di Salvo Ladduca, Marco Giambrone, Paolo Indelicato e Alfonso De Marco, che dai paesini del Nisseno e dell’Agrigentino si erano incrociate nel progetto Marlowe, si separarono. «Non è stato un divorzio», tiene a sottolineare Ladduca. «C’erano idee diverse e ciascuno ha sentito l’esigenza di seguire la propria ispirazione, di fare altre cose, che non combaciavano con quelle degli altri del gruppo».

I Marlowe agli inizi dell’avventura

Ladduca si trasferì a Catania, dove mise su il progetto Nazarin. Giambrone, insieme con la sua compagna Caterina Fede, e De Marco formarono i Silent Carnival. Mentre Indelicato, il cui drumming è paragonato a quello di John Bonham dei Led Zeppelin, organizzò una cover band ispirata alla band di Robert Plant, mantenendo rapporti di collaborazione con Ladduca.

Dodici anni dopo, quelle strade tornano a incontrarsi. «Ed è come se il tempo non fosse passato, come se non ci fossimo mai scollati», sorride Salvo Ladduca. «Il nostro era come un rapporto d’amore, la nostra musica non era fatta solo di tecnica, nella nostra unione ci sono stati sempre poesia, amicizia e condivisione anche negli ascolti: da Luigi Tenco ai Sonic Youth, agli Swans, passando per Piero Ciampi. Era un gruppo di amici veri».

Qualche rimpianto per quella improvvisa scissione c’è. «In quel preciso momento eravamo arrivati a uno stadio superiore, a livello di Afterhours, Massimo Volume, la stampa parlava molto bene di noi. Eravamo agli inizi di una bella strada. È stato davvero un peccato…», si rammarica il vocalist e chitarrista del gruppo. Che, tuttavia, vede un risvolto positivo: «Forse ci serviva per capire un po’ di cose. È stata solo una lunga parentesi per chiarirci le idee».

I Marlowe in concerto

In questa reunion «non c’è nulla di programmato», tiene a sottolineare Ladduca, «se non la voglia di ritrovarsi insieme e condividere i suoni». «Durante le prove abbiamo ritrovato lo stesso entusiasmo degli inizi. È già uscita una nuova canzone e abbiamo cominciato a lavorare su alcuni provini che avevamo messo da parte. Potrebbero finire su un disco».

E dopo dodici anni di lontananza, durante i quali ciascuno di voi ha seguito una propria strada, c’è un cambiamento nella musica della band?

«Lo stile è lo stesso, il suono è più maturo. Durante le prove stiamo cercando nuove sonorità».

Una curiosià: Marlowe deriva la Philip, il detective creato da Raymond Chandler, o da Christopher, il drammaturgo accreditato come il principale rivale di William Shakespeare?

«Paolo, il batterista, era molto legato a Philip, invece io alla figura del drammaturgo. Ieri mio figlio di 9 anni ha dato una soluzione bellissima al dilemma: “Io lo so cosa significa Marlowe”, mi ha detto. “Mar, come mare, quindi l’immensità del mare, e Love come amore”. Sto crescendo un figlio poeta».

I Marlowe inaugureranno questa loro seconda vita venerdì 1 marzo al Mono di Catania, per poi andare in tour in maggio: il 4 al The Globe di Ragusa, il 17 al Perditempo di Barcellona Pozzo di Gotto e il 12 all’Hula Hoop di San Giovanni Gemini. E i fan già scalpitano: «Abbiamo ricevuto tantissime mail appena si è sparsa la voce del nostro ritorno. Una dimostrazione dell’affetto che abbiamo raccolto e che continua a circondarci».

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