La coppia firma “Cose da pazzi”, brano della colonna sonora della serie tv “The Bad Guy” dall’8 dicembre su Prime Time. È il primo tassello di un secondo giro di giostra che potrebbe riportare i due siciliani a Sanremo. Protagonista della fiction Luigi Lo Cascio nel ruolo di un magistrato dalla doppia personalità
Ormai coppia di fatto della musica leggera (pardon, leggerissima) nazionale, il cantautore siracusano Lorenzo “Colapesce” Urciullo e il suo collega palermitano Antonio Dimartino firmano un brano per la colonna sonora di The Bad Guy, nuova serie tv di Prime Video in onda dall’8 dicembre. Cose da pazzi s’intitola la canzone: un pezzo elegante, in perfetto mood cinematografico, che rispecchia le influenze anni Ottanta a cui ColapesceDimartino si ispirano.
Il brano riporta in musica le atmosfere amare, ma ironiche, che si mescolano in The Bad Guy, storia di Nino Scotellaro, pubblico ministero siciliano antimafia incastrato e condannato come corrotto, a cui il destino – e il ponte sullo Stretto di Messina che nella serie esiste – regala una nuova vita in modo tale da compiere la sua vendetta come il Conte di Montecristo. Cose da pazzi è costruito da versi in cui l’amore viene raccontato a colpi di contrasti, in un gioco che rasenta il doppio senso a partire da quel ritornello che fa: “Amami senza pietà, rubami stanotte”. Il sentimento più nobile qui è una forza potentissima, che va maneggiata con cautela perché scompone e arriva a colpire anche alle spalle. “Sotto attacco mi difendo dalla tua stupenda anarchia”, cantano i due figli di un meraviglioso paradosso.
Anche The Bad Guy è «un racconto divertente, ma sotto le risate in superficie c’è qualcosa di sottile, un retrogusto amaro», condivide Luigi Lo Cascio. «Il mio personaggio, il pm Scotellaro, si muove su più fronti, ha una doppia identità, un personaggio che ha una natura integerrima e che si immerge in un mondo in cui non si può che essere spietati».
La coppia Colapesce & Dimartino, che sembrava essere destinata a durare l’attimo di un Sanremo, si sta trasformando in una premiata ditta che raccoglie “sold out” ai concerti, è richiestissima da colleghi di ogni genere (Vanoni, Eros Ramazzotti, Fabri Fibra, Cerrone) e si diletta nella direzione artistica di manifestazioni culturali. Ironici e disincantati, una lunga carriera alle spalle prima di diventare nel giro di pochi mesi la coppia d’oro del pop. Amici e cantautori, si sono incontrati dieci anni fa, dopo un concerto a Mazara del Vallo. Da lì è nata una collaborazione che li ha portati a scrivere canzoni anche per Malika Ayane, Luca Carboni, Irene Grandi, Marracash. Nel 2020 la decisione di pubblicare un album insieme. L’hanno intitolato I mortali. Cantautori sempre oltre qualsiasi confine, fisico o intellettuale. Colapesce e Dimartino non si scompongono. «Il nostro percorso non è quello di ripetere le cose che funzionano. I dischi li abbiamo pubblicati quando avevamo qualcosa da dire, mai per guadagnare. Siamo partiti dal basso, veniamo dalla gavetta. Tutto è arrivato al momento giusto, anche questa specie di popolarità. Non crediamo al successo immediato, devi prenderti prima una serie di porte in faccia, fare degli sbagli… tutto serve».
Cose da pazzi potrebbe essere l’inizio di un secondo giro di giostra. Sono in molti a indicarli fra i protagonisti del prossimo Festival di Sanremo.
The Bad Guy sarà disponibile in esclusiva su Prime Video con i primi tre episodi dall’8 dicembre e con gli ultimi tre dal 15 dicembre. Tra crime e dark comedy, la serie profuma d’una pervasiva italo-americanità, con citazionismi di matrice hollywoodiana. I registi Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana si muovono tra Sciascia e Guy Ritchie, storie di mafia e Kurosawa, tragedie scespiriane e film gangster. Effetti digitali e animatronic. Ad affiancare Luigi Lo Casco un eccellente cast di attori con Claudia Pandolfi, Vincenzo Pirrotta, Selene Caramazza, Giulia Maenza, Antonio Catania, Fabrizio Ferracane.
«Stasi e Fontana hanno una spietatezza che aiuta la recitazione, un senso del ritmo da musical», ha evidenziato Luigi Lo Cascio in una intervista a Repubblica. «È stato bello lavorare con Claudia Pandolfi, con il mio amico Vincenzo Pirrotta con cui ho girato Spaccaossa. E hanno avuto l’intuizione di far recitare gli attori in palermitano, in questo Ludovica Rampoldi, che è fra gli autori della serie (insieme a Davide Serino e Giuseppe G. Stasi, nda) e aveva scritto Il traditore, ha dato un impulso e una garanzia al fatto che si poteva fare. Non bisogna diffidare del fatto che lo spettatore si debba adeguare ai sottotitoli, è bello sentire i personaggi parlare una lingua vera, l’effetto è straniante e autentico. La chiamo la “corda pazza” del personaggio e del progetto».