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Bufera su Israele all’Eurovision Song Contest

– La canzone in gara farebbe riferimento al massacro di Hamas del 7 ottobre. Due petizioni pro e contro la partecipazione dello Stato ebraico alla gara canora
– Polemiche sessiste in Spagna sulla canzone “Zorra” con la quale i Nebulossa hanno conquistato il pass per partecipare alla competizione che si terrà in maggio in Svezia

Gene Simmons, Helen Mirren, Boy George e il dirigente musicale Scooter Braun sono tra le oltre 400 celebrità e personaggi dello spettacolo che hanno firmato una lettera aperta per l’inclusione di Israele all’Eurovision 2024, la cui partecipazione alla competizione canora è messa in discussione in seguito alla guerra nella striscia di Gaza, come accadde con la Russia dopo aver invaso l’Ucraina. Adesso, ad alimentare il fuoco delle polemiche, arriva anche la protesta contro il testo della canzone candidata da Israele a partecipare alla finale che si terrà a Malmö l’11 maggio.

Secondo il quotidiano Israel HaYom il brano in pole position è quella dell’artista israeliana con cittadinanza russa, Eden Golan, dal titolo October Rain. Il testo farebbe riferimento al massacro di Hamas del 7 ottobre nel sud di Israele. Secondo il regolamento di Eurovision è vietata qualsiasi dichiarazione politica durante la competizione.

Sono due i passaggi su cui si sta riflettendo. Il primo è la citazione della parola “fiori” che, secondo il gergo delle Forze di difesa israeliane, indica i soldati caduti in guerra. In chiusura della canzone ci sono dei versi in lingua ebraica, quasi recitati, che dicono: “Non c’è più aria da respirare. Non c’è spazio. Me ne vado giorno dopo giorno. Sono tutti bravi ragazzi, uno per uno”. Il riferimento alle vittime del 7 ottobre sembra evidente.

Il Ministro della Cultura e dello Sport israeliano, Miki Zohar, su X (come adesso è chiamato Twitter) ha difeso a spada tratta October Rain: «L’intenzione della European Broadcasting Union di squalificare la canzone israeliana per l’Eurovision è scandalosa. La canzone di Israele, che sarà eseguita da Eden Golan, è una canzone commovente, che esprime i sentimenti della gente e del Paese in questi giorni, e non è politica».

Nella lettera a sostegno della partecipazione di Israele, i firmatari affermano che «eventi unificanti come le gare di canto siano cruciali per aiutare a colmare le nostre divisioni culturali e unire persone di ogni provenienza attraverso il loro comune amore per la musica. Coloro che chiedono l’esclusione di Israele stanno sovvertendo lo spirito del concorso, trasformandolo da una celebrazione dell’unità in uno strumento politico».

Eden Gold candidata di Israele con la canzone “October Rain”

La petizione arriva un mese dopo che più di duemila musicisti in Finlandia, Islanda e Svezia – il Paese ospitante di quest’anno – hanno firmato lettere aperte separate chiedendo che Israele venga bandito dalla competizione a causa della guerra in corso a Gaza. Se Israele non verrà escluso dalla competizione a Malmö a maggio, i firmatari della lettera finlandese hanno chiesto alla compagnia televisiva finlandese Yle di boicottare l’Eurovision e di rifiutare di inviare un concorrente.

In risposta a quella lettera, un portavoce dell’Eurovision ha detto al Guardian che il concorso di canzoni «rimane un evento non politico».

Incide il precedente, quando nel 2022 gli organizzatori esclusero la Russia dall’evento, dicendo che la sua partecipazione «avrebbe portato discredito» dopo la sua invasione dell’Ucraina. Israele ha lanciato un assalto a Gaza dopo che i militanti di Hamas hanno ucciso circa 1.200 israeliani, per lo più civili, e hanno preso in ostaggio 250 persone il 7 ottobre scorso. L’esercito israeliano ha ucciso almeno 28.000 persone, sfollato oltre l’85% della popolazione palestinese e ridotto più della metà delle infrastrutture di Gaza in macerie.

Una levata di scudi contro Israele si era registrata anche nel 2019, quando la finale fu ospitata a Tel Aviv, in seguito alla vittoria della cantante israeliana Netta l’anno precedente a Lisbona. Anche in quella occasione fu richiesta con una lettera firmata da 11.200 persone, tra cui molti degli stessi che sostengono l’attuale petizione, di spostare la sede della finale. Che, invece, fu mantenuta a Tel Aviv.

Per l’Italia, com’è noto, alla finale di Malmö, parteciperà Angelina Mango in quanto vincitrice del Festival di Sanremo. Il rappresentante di San Marino sarà invece deciso dalla competizione “Una voce per San Marino”, alla cui finale partecipano, fra gli altri, Loredana Bertè, Marcella Bella ed i Jalisse. Sarah Bonnici rappresenterà Malta ed il duo Nebulossa la Spagna. Anche la canzone di questi ultimi ha provocato malcontento in gran parte del Paese, pur essendo diventata virale sui social e avendo superato i 3.5 milioni di ascoltatori su Spotify. I motivi della querelle in questo caso sono legati al contenuto del brano che suona così: “Se esco da sola sono la troia / Se mi diverto, più troia / Se esco ed è giorno / sono ancora più troia”. Un pop non convenzionale su una donna matura che decide di conquistare il mondo cantando “zorra”, ovvero “stronza”. L’intenzione è quella di definire un rude insulto sessista come uno slogan femminista. Il pubblico, però, lo ha interpretato come un insulto, e da qui le polemiche.

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