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Al cinema. Si riapre col “botto” Oppenheimer

Molte le uscite questa settimana, ma primeggia il film di Christopher Nolan che negli Stati Uniti ha tenuto testa a “Barbie”. In contemporanea esce anche il primo lavoro del regista di “Dunkirk”. “La casa dei fantasmi”, un horror divertente, e “Last film show”, una sorta di “Nuovo Cinema Paradiso” ambientato in India, tra le altre proposte

OPPENHEIMER drammatico, storico, diretto da Christopher Nolan, con Cillian Murphy e Emily Blunt. Durata 180 minuti.

Ambientato negli anni Quaranta, è incentrato sulla figura storica dello scienziato americano J. Robert Oppenheimer, interpretato da Cillian Murphy, considerato uno dei padri della bomba atomica. Nel 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale, convinti che la Germania nazista stia sviluppando un’arma nucleare, gli Stati Uniti danno il via, nel più grande segreto, al Progetto Manhattan destinato a mettere a punto la prima bomba atomica della storia. Il governo americano decide di mettere a capo del progetto il brillante fisico J. Robert Oppenheimer. Nato a New York nel 1904 da genitori di origini tedesche ed ebraiche, a poco meno di quarant’anni aveva già dato un grande contributo allo sviluppo della fisica moderna. Nei laboratori ultra segreti a Los Alamos, nel deserto del New Mexico, lo scienziato e la sua squadra di esperti iniziano a progettare un’arma rivoluzionaria le cui terribili conseguenze continuano a farsi sentire ai giorni nostri. Oltre a Cillian Murphy, nei panni di Oppenheimer, il cast principale del film di Christopher Nolan comprende Emily Blunt, nei panni di Katherine Oppenheimer, moglie dello scienziato, Kenneth Branagh nel ruolo di Niels Bohr, fisico danese Premio Nobel nel 1922, Florence Pugh, che interpreta Jean Tatlock, medico pischiatra che ebbe una relazione sentimentale con Oppenheimer, Josh Hartnett, nei panni di Ernest Lawrence, premio Nobel per la fisica nel 1939, Matt Damon, nel ruolo del generale Leslie Groves, responsabile militare del Progetto Manhattan, Gary Oldman come Harry S. Truman, 33esimo Presidente degli Stati Uniti che ordinò il bombardamento atomico su Hiroshima e Nagasaki, Robert Downey Jr. nel ruolo di Lewis Strauss, uomo d’affari, membro della Commissione per l’Energia Atomica e Rami Malek, che interpreta David L. Hill, uno degli scienziati che collaborò con Oppenheimer al progetto. Voto: 4.5 su 5

LA CASA DEI FANTASMI commedia, diretto da Justin Simien, con Rosario Dawson e Owen Wilson. Durata 122 minuti.

Racconta la storia di una madre single di nome Gabbie (Rosario Dawson), che ha di recente comprato una villa a New Orleans per iniziare una nuova vita insieme a suo figlio di 9 anni Travis (Chase W. Dillon). L’abitazione è stata venduta a un prezzo stranamente molto conveniente, infatti, solo dopo l’acquisto Gabbie si rende conto che la tenuta è abitata da fantasmi.

Alla disperata ricerca di un aiuto per risolvere la scomoda convivenza con i suoi coinquilini senza un corpo, la donna si rivolge a un prete, che a sua volta contatta uno scienziato esperto di paranormale, un sensitivo proveniente dal quartiere francese e uno storico dal carattere collerico. Il gruppo cercherà di aiutare Gabbie e suo figlio a esorcizzare la villa e liberarla dalle presenze. Ma ci riusciranno? Voto: 2 su 5

LAST FILM SHOW family, diretto da Pan Nalin, con Bhavin Rabari e Richa Meena. Durata 110 minuti.

È una sorta di Nuovo Cinema Paradiso ambientato in India. Racconta la storia di Samay (Bhavin Rabari), un bambino di 9 anni che, vive in un remoto villaggio dell’India. È il figlio di un venditore di té (Dipen Raval), che lavora in una stazione ferroviaria, e di una giovane donna affettuosa (Richa Meena), bravissima in cucina. La prima volta che Samay entra in una sala cinematografica, rimane completamente affascinato dal mondo del cinema, intuendo che nella sala buia ogni cosa ha origine dalla magia della “luce”. Totalmente ammaliato dalla settima arte, Samay ogni giorno marina la scuola per salire sul treno e dirigersi al cinema, finché non viene trovato senza biglietto e buttato fuori dalla sala. Il bambino, però, non si arrende così facilmente e stringe un patto con Fazal (Bhavesh Shrimali), il tecnico del proiettore della sala cinematografica: Samay potrà guardare i film gratis nella cabina di proiezione, se in cambio porterà gli ottimi piatti cucinati da sua mamma. È così che Samay non solo può guardare ogni giorno un film al cinema, ma può anche raccontare ai suoi amici la magia della sala, condendo i suoi racconti con la fantasia che ha un bambino di nove anni. In breve tempo anche i suoi amici sono affascinati dal cinema e decidono insieme di costruire una sala cinematografia molto “casalinga”, nascondendo, però, la cosa agli adulti. Quando il padre di Samay viene a scoprire tutto, nonostante non abbia mai approvato la passione del figlio per il cinema, si renderà conto che il bambino ha davvero del potenziale. È così che Samay, grazie al genitore, parte alla volta della città per studiare la “luce”, riuscendo così ad alimentare il suo amore per la settima arte. Voto: 3.5 su 5.

COME LE TARTARUGHE drammatico, diretto da Monica Dugo, con Monica Dugo e Romana Maggiora Vergano. Durata 82 minuti.

Si svolge a Roma, in una casa nel centro storico. Nell’appartamento vivono Lisa (Monica Dugo), suo marito Daniele (Angelo Libri), i due figli Sveva (Romana Maggiora Vergano) e Paolo (Edoardo Boschetti). La famiglia borghese ideale. Un giorno, di punto in bianco, Daniele svuota la sua anta dell’armadio e se ne va. Questo inspiegabile gesto sconvolge tutti ma la reazione più forte è quella di Lisa che si chiude nell’armadio e non vuole più uscirne. Sveva, adolescente molto sveglia e matura per la sua età, si carica della responsabilità di far rinsavire la madre, ma non ci riesce. Paolo, che è ancora un bambino, è incuriosito dal comportamento della madre ma sembra capirla e cerca di starle vicino senza giudicarla. Infine c’è la nonna Franca (Sandra Collodel), un po’ eccentrica, che sembra averci preso gusto e vive la follia della figlia come un gioco. Lisa, chiusa nell’armadio, elabora il lutto dell’abbandono del marito e giorno dopo giorno, accanto alla sua famiglia, compie il suo percorso di accettazione. E come una tartaruga che va in letargo, un giorno si sveglia, esce dal suo guscio e ricomincia a vivere. Voto: 3,5 su 5

IO SONO TUO PADRE drammatico, diretto da Mathieu Vadepied, con Omar Sy e Jonas Bloquet. Durata 110 minuti.

Ambientato nel 1917, nel corso della Prima guerra mondiale, racconta la storia di un padre, il senegalese Bakary Diallo (Omar Sy), che decide di arruolarsi nell’esercito francese. La scelta dell’uomo non è mossa dalla volontà di partecipare al conflitto, bensì non vuole abbandonare il figlio di soli 17 anni Thierno (Alassane Diong), reclutato contro la sua volontà. Quando vengono inviati al fronte, i due si ritroveranno a combattere nella colonia francese del Senegal. La guerra metterà a dura prova il loro legame, soprattutto quando il tenente Chambreau (Jonas Bloquet) promuove il giovane Thierno a caporale. Questa decisione porterà il ragazzo non solo a emanciparsi come uomo, ma anche a prendere molto più a cuore la guerra. D’altro canto, però, la sua promozione creerà un conflitto con il padre, la cui unica preoccupazione è riportare suo figlio a casa sano e salvo. Voto: 3 su 5

LA BELLA ESTATE drammatico, diretto da Laura Luchetti, con Yile Vianello e Deva Cassel. Durata 111 minuti.

Ambientato a Torino nel 1938 e racconta la storia della sedicenne Ginia (Yile Vianello), che spera in un futuro roseo e coronato di infinite possibilità, mentre sul suo presente si abbattono le ombre della Seconda guerra mondiale. Come ogni giovane della sua età, Ginia vorrebbe innamorarsi e inizialmente sembra aver trovato l’amore in un giovane pittore. Quando incontra Amelia (Deva Cassel), una ragazza sensuale e provocante più grande di lei, Ginia viene trasportata negli ambienti artistici della Torino bohémien e si apre a un mondo tutto nuovo. Amelia è diversa dalle persone che lei finora ha incontrato e rende vana ogni sua certezza. Ben presto Ginia si ritrova divisa tra il dovere che spetta a una giovane della sua epoca e la scoperta di un nuovo sentimento che la confonde. Travolta da qualcosa che non sa definire, Ginia nel corso dell’estate si arrende a questi sentimenti che tanto l’hanno confusa, trovando finalmente il coraggio di essere in tutto e per tutto se stessa. Voto: 3.5 su 5

LA LUNGA CORSA commedia, diretto da Andrea Magnani, con Adriano Tardiolo e Giovanni Calcagno. Durata 88 minuti.

Racconta la storia di Giacino. (Adriano Tardiolo), un ragazzo nato in carcere, perché figlio di due detenuti. Il giovane ha trascorso la sua infanzia dietro le sbarre con la madre ed è stato in prigione che ha imparato a camminare, tant’è che non solo la riconosce come casa, ma è a più a suo agio lì che nel mondo esterno. Quando Giacinto viene “rilasciato”, la guardia carceraria Jack (Giovanni Calcagno) lo accompagna nel mondo, là oltre le sbarre della prigione. Il giovane viene accolto da un sacerdote, padrea Aldo (Gianluca Gobbi), in una casa adottiva, ma qui Giacinto si sente fuori posto e viene bullizzato. Per lui il mondo, che fino ad allora non conosceva, è un posto pericoloso e sconosciuto e il carcere l’unico luogo dove si sente protetto, quella casa dove fuggire e nascondersi. Ogni volta che può fa visita a sua madre, finché non va via per far ritorno ormai adulto come agente penitenziario. Al suo ritorno Jack è ancora lì, ma stare così a contatto con i detenuti questa volta lo metterà nei guai… Voto: 3.5 su 5

ROSSOSPERANZA drammatico, diretto da Annarita Zambrano, con Margherita Morellini e Leonardo Giuliani. Durata 87 minuti.

Ambientato verso la fine degli anni Ottanta in una lussuosa villa adibita a istituto di riabilitazione per giovani con difficoltà. Qui Zena, una ragazza di sedici anni, incontra alcuni suoi coetanei, Alfonso, Vittoriano e Marzia, con cui strige amicizia. Tutti loro provengono da una famiglia facoltosa e benestante, ma soprattutto ognuno di loro ha in comune un’unica e scioccante verità: si ritrovano lì perché sono ritenuti colpevoli di qualcosa di orribile. Voto: 3 su 5

FOLLOWING thriller del 1998, diretto da Christopher Nolan, con Jeremy Theobald e Alex Haw. Durata 70 minuti.

In contemporanea con Oppenheimer esce il primo film di Christopher Nolan. È ambientato a Londra e racconta la storia di Bill (Jeremy Theobald), un giovane aspirante scrittore, che si è ritrovato disoccupato e decide di iniziare a seguire persone sconosciute nella speranza di trovare materiale per il suo romanzo. Bill li pedina, prova a entrare all’interno delle loro vite e perfino nelle loro case. Quando segue la persona sbagliata, però, Bill si ritrova nei guai. Un giorno, infatti, lo scrittore pedina un certo Cobb (Alex Haw), che si accorge di essere seguito e decide di incastrarlo per chiedergli spiegazioni. Cobb è in realtà un folle ladro che gioca con le proprietà altrui e decide di far accedere Bill nella sua vita segreta di scasso con frutto.

I due iniziano quindi a entrare negli appartamenti vuoti e cercano di capire chi li abita. Proprio grazie a questa nuova vita, Bill si imbatte in una donna bionda, che diventa per lui una sorta di ossessione. Inizia a frequentare la donna e ad ascoltare la sua storia, scoprendo che ha un passato oscuro: ha assistito a un crimine. Improvvisamente, però, lo scrittore si ritrova al cento di un intrigo, nel quale viene accusato di una serie di omicidi e tutti gli indizi portano a lui… Voto: 3.5 su 5

WOLFKIN horror del 2022, diretto da Jacques Molitor, con Louise Manteau e Victor Dieu. Durata 90 minuti. 

Racconta la storia di una madre single che quotidianamente deve destreggiarsi tra i suoi impegni lavorativi e la crescita del figlio. Il padre del ragazzo li ha abbandonati ancora prima che il piccolo nascesse, motivo per cui a lui non è mai mancata la figura paterna. Un giorno, da un momento all’altro, però, il bambino inizia a manifestare strani comportamenti, incomprensibili anche per la madre, con cui il giovane ha un forte legame. Quando il ragazzino arriva a mordere uno dei suoi compagni di classe, sua madre cerca di trovare aiuto e spiegazioni al cambio di atteggiamento del figlio. La donna decide quindi di recarsi dai nonni paterni, noti viticoltori nella regione della Mosella. Una volta giunta qui, la donna capisce che il problema di suo figlio è collegato alla vera natura della famiglia di suo padre. Al piccolo toccherà uno sventurato destino, ma fino a che punto sua madre sarà disposta ad accettare la sua natura? Voto: 2.5 su 5

SI ALZA IL VENTO animazione, del 2013, diretto da Hayao Miyazaki.  Durata 126 minuti. 

Jirō Horikoshi è un giovane adolescente. Fa un sogno in cui costruisce un bellissimo aereo che viene però abbattuto da un enorme nave volante. Da quel momento Jirō decide che nella vita costruirà aeroplani seguendo le orme di Caproni, un ingegnere italiano. Il tempo passa e Jirō incontra per caso Naoko durante un terribile terremoto: sarà l’inizio di un rapporto molto speciale… Voto: 3 su 5

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