Immagini

Al cinema. Sesso, spie e wrestling

–  I film nelle sale questa settimana. Valeria Golino interpreta una prostituta nel film “Te l’avevo detto”. Tre adolescenti inglesi affrontano i riti di passaggio durante una vacanza a Creta in “How to have sex”
– “Argylle” divertente film d’azione con Dua Lipa, mentre “The Warrior – The Iron Claw” racconta la storia vera di una dinastia di wrestling che governò sui ring negli anni Ottanta e Novanta

TE L’AVEVO DETTO drammatico, diretto da Ginevra Elkann, con Valeria Golino, Valeria Bruni Tedeschi, Alba Rohrwacher, Riccardo Scamarcio e Danny Huston. Durata 100 minuti.

«Se la vedessi per strada con questa voglia di voler trattenere la giovinezza, di essere bella a tutti i costi la disprezzerei per come è vestita, ma nell’interpretarla ho voluto bene a Pupa, questa pornostar che vive in una Roma bollente». Così Valeria Golino parla del suo personaggio, molto fuori dagli schemi, in Te l’avevo detto di Ginevra Elkan, già in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, poi passato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public e ora in sala.

Un film corale, con personaggi grotteschi alle prese con i propri demoni, sesso, cibo, droghe, alcol e religione, il tutto alimentato da un caldo infernale, senza speranza, con una fotografia dai toni arancioni. C’è appunto Valeria Golino, una rumorosa e colorata pornostar di nome Pupa (vestita e truccata come Cicciolina); c’è poi Valeria Bruni Tedeschi, madre psicopatica, che sembra essere ossessionata dalla religione come da Pupa (che le avrebbe portato via il marito) e Alba Rohrwacher, artista alcolizzata che perde la custodia di suo figlio a causa del suo ex, interpretato da Riccardo Scamarcio. Ci sono poi un sacerdote (Danny Huston) che insieme alla sorella (Greta Scacchi) deve spargere le ceneri della madre forse non troppo amata in un cimitero acattolico. Infine, c’è Mila (Sofia Panizzi), giovane figlia bulimica di Valeria Bruni Tedeschi e assistente di un’anziana signora.

«Sono questi i tipi di ruolo che aspetti sempre, personaggi che ti fanno uscire da te stessa e entrare in altre realtà verso cui magari hai dei pregiudizi, ma che poi scopri di sentire più vicino, di capire meglio», riprende Valeria Golino. 

«Questo film parte dall’ansia ed è stato pensato in un’estate di grandissimo caldo in cui mi sono chiesta: cosa succederebbe se il mondo fosse sempre così bollente, cosa che implica costanti rallentamenti? È stato scritto poi durante la pandemia anche attraverso lunghe sedute psicanalitiche su zoom con gli sceneggiatori», spiega Elkann. «È stato allora che ho sentito il bisogno di raccontare questa storia. Quell’estate mi ha ricordato la Bibbia con le sue catastrofi naturali: visioni apocalittiche, invasioni di grilli, animali allo stato brado e peccatori puniti».

Nel film non mancano riferimenti biografici, diretti o indiretti. «Sono cresciuta in una casa dove venivano molti preti e in particolare ce n’era uno simpatico che beveva e mangiava, spirituale e anche umano a suo modo», rivela la regista. Il significato del titolo, riconosce infine Ginevra Elkann, è un monito verso un futuro disastro climatico. Voto: 3.5 su 5

HOW TO HAVE SEX drammatico, diretto da Molly Manning Walker, con Mia McKenna-Bruce e Lara Peake. Durata 91 minuti.

Subito dopo la fine degli esami, tre ragazze adolescenti britanniche vanno in vacanza come rito-di-passaggio, bevendo, andando in discoteca e frequentando ragazzi in quella che dovrebbe essere la migliore estate della loro vita. Mentre si muovono nelle strade soleggiate di Malia, città costiera dell’isola di Creta, si ritrovano a navigare tra le complessità del sesso, del consenso e della scoperta di sé.

Mentre le ragazze sembrano inizialmente affascinate dal baccanale non-stop, la crescente attenzione del film si concentra sulla frizzante e inesperta Tara – che riconsidera attentamente le sue vacanze, le sue amicizie e se stessa dopo un incontro a tarda notte discutibilmente consensuale sulla spiaggia – trasformando un’esperienza visiva incisiva in una incredibilmente indimenticabile. 

Nel suo debutto nel lungometraggio, Molly Manning Walker incorpora un esame molto onesto della sessualità e del consenso all’interno di un ritratto sfaccettato dell’amicizia femminile, il tutto sullo sfondo di una vivida rappresentazione della cultura delle feste alimentata dall’alcol.

La sceneggiatura di Manning Walker cattura abilmente il complicato legame dei suoi giovani protagonisti, impartendo vulnerabilità e gelosie in un dialogo che non sembra mai meno che pienamente autentico. L’attrice Mia McKenna-Bruce ci consente un accesso straordinario allo stato emotivo in continua evoluzione di Tara, spiegando bene il trauma e la confusione del suo personaggio. Voto: 3 sue 5

ARGYLLE – LA SUPERSPIA azione, diretto da Matthew Vaughn, con Bryce Dallas Howard, Henry Cavill, Dua Lipa e Samuel Jackson

Il nuovo film di Matthew Vaughn, costato 200 milioni di dollari, arriva con grandi aspettative al botteghino. Un thriller spionistico che si fa un po’ gioco di James Bond, con una scrittrice solitaria e anonima interpretata da Bryce Dallas Howard, autrice di romanzi di spionaggio sull’agente segreto Argylle (interpretato da Henry Cavill).

Nei libri il suo eroe punta a smascherare il complotto di un gruppo di spie internazionali, nella realtà agisce una vera organizzazione sotto copertura che trasformerà le tranquille serate casalinghe della scrittrice in un vorticoso giro per il mondo, insieme alla spia Sam Rockwell. Il regista spiega: «È un film sul mondo della finzione che si scontra con la realtà, su cosa siano veramente la realtà e la finzione, su alcuni cliché di vita che devono essere reinventati. Ma è un film soprattutto divertente, che ti porta lontano».

L’ex Superman Henry Cavill e Sam Rockwell a proposito del fascino che emanano le spie dicono: «Sono romantiche e pericolose, ma c’è anche qualcosa di tragico in loro… Beh sono spesso sole, misteriose, hanno subito traumi. Ma, proprio per tutti questi motivi, forse, sono anche sexy». 

Nel cast anche la cantante e modella Dua Lipa. A sfidare il personaggio di Argylle-Henry Cavill è proprio la popstar Dua Lipa, che interpreta una seducente e fatale criminale di nome LaGrange. Questo non è un debutto assoluto sullo schermo per la cantante, che in effetti aveva partecipato con un cameo al celebratissimo Barbie di Greta Gerwig (era la Barbie sirena dai lunghi capelli blu), a cui aveva contribuito anche con il brano Dance the Night. Nel suo podcast Dua Lipa si dice molto entusiasta di questo suo graduale avvicinamento al mondo della recitazione: «Finora è stato molto bello, sono parti che mi permettono di fare cose piccole, quelle per cui al momento mi sento a mio agio, in cui mi sento di riuscire a fare qualcosa». Voto: 3.5 su 5

PRIMA DANZA, POI PENSA. ALLA RICERCA DI BECKETT biografico, diretto da James Marsh, con Aidan Gillen e Gabriel Byrne. Durata 100 minuti.

Ricostruisce le tappe fondamentali della vita del grande scrittore Samuel Beckett (Gabriel Byrne). Dall’infanzia in Irlanda al periodo parigino in cui, durante la Seconda Guerra Mondiale, combatteva nella Resistenza, movimento armato clandestino in lotta contro l’occupazione tedesca. Bon vivant, Becket ha lavorato duro prima della sua ascesa all’Olimpo della letteratura. Donnaiolo e marito infedele, era adulato per le sue qualità intellettuali ma sempre consapevole dei suoi limiti. Nel 1969 vince il Premio Nobel ma vuole liberarsene, dominato dai rimorsi della sua vita e convinto che a meritare il premio siano le persone che sono state accanto a lui nella vita. Voto: 3 su 5

THE WARRIOR – THE IRON CLAW drammatico, diretto da Sean Durkin, con Jeremy Allen White, Lily James e Zac Efron. Durata 132 minuti.

Film dopo film, il regista Sean Durkin esplora le dinamiche delle famiglie disfunzionali, in particolare quelle con figure paterne imponenti, controllanti o comunque diffidenti. Nel suo film d’esordio del 2011, Martha Marcy Mae Marlene, la famiglia era un culto, con John Hawkes che interpretava un leader alla Charles Manson. Nel film semi-autobiografico di Durkin The Nest (2020), Jude Law ritrae un mascalzone patologicamente bugiardo la cui compulsione a mantenere le apparenze quasi distrugge la sua famiglia. Anche il patriarca dell’ultimo film di Durkin, The Iron Claw, è ossessionato dal mantenimento di un’immagine della sua famiglia, un’immagine di potente mascolinità. Ma questa è una storia vera: la storia del clan Von Erich, una dinastia di wrestling che governò sui ring negli anni Ottanta e Novanta. È una favola quasi incredibilmente devastante di giovani uomini schiacciati dalle aspettative del loro esigente padre, Fritz (Holt McCallany), che ha servito come allenatore, mentore, datore di lavoro e supervisore di wrestling nel Texas, sfornando la sua nidiata di ragazzi.

Durkin desiderava realizzare un film sui Von Erich da quando era un ragazzino ossessionato dal wrestling. Applica la sua sensibilità distintiva a questo melodramma epico, che è stato condensato in alcune parti per gestire le dimensioni e la portata di questa tentacolare tragedia americana, ma non è per questo meno toccante. 

Zac Efron interpreta Kevin Von Erich in un casting brillante, e questa è la migliore interpretazione cinematografica di Efron finora. Trasmette una dolcezza intrinseca, un senso di ingenuità e innocenza che serve alla sua interpretazione di fratello maggiore protettivo e fornisce un contrasto con il suo fisico massiccio. La sua natura tenera e di buon umore è anche in opposizione alle dure aspettative di Fritz, che chiede ai suoi figli di indossare sempre una stoica maschera di machismo. Voto: 3.5 su 5

UNA BUGIA PER DUE commedia, diretto da Rudy Milstein, con Vincent Dedienne e Géraldine Nakache. Durata 90 minuti.

Racconta la storia di Louis (Vincent Dedienne), un uomo tranquillo e gentile, che passa sempre inosservato. Nessuno lo tiene mai in considerazione, non ha molti amici e perfino colleghi e familiari non si accorgono di lui. Quando pensa di avere una grave malattia ed essere vicino alla morte, improvvisamente tutte le persone intorno a lui sembrano iniziare a notare la sua presenza e a tenerlo in considerazione. Sin da subito la sua vita si riempie di opportunità non solo personali, ma anche professionali, tant’è che lo studio legale per cui lavora gli offre addirittura di difendere una grande multinazionale da uno scandalo, un’opportunità che lo farebbe notare molto nel suo campo lavorativo. È così che Louis scopre di esistere per gli altri, ma a un caro prezzo: mentendo. Voto: 3.5 su 5

UPON ENTRY – L’ARRIVO drammatico, diretto da Alejandro Rojas, Juan Sebastián Vasquez, con Alberto Ammann e Bruna Cusí. Durata 87 minuti.

Racconta la storia di una coppia, Elena (Bruna Cusí), una ballerina catalana, e Diego (Alberto Ammann), un urbanista venezuelano. Vivono da qualche anno a Barcellona dove si sono conosciuti. La coppia è ambiziosa e ottimista, e di comune accordo, Elena e Diego decidono di trasferirsi negli Stati Uniti per agevolare le loro carriere.

Decisi a sfruttare al meglio le opportunità offerte da questo cambiamento, si lasciano alle spalle la vita trascorsa in Spagna e partono. Atterrati all’aeroporto di New York, nulla è come si aspettavano. Inizia una estenuante trafila di controlli e interrogatori da parte di due agenti della polizia di frontiera (Ben Temple e Laura Gómez), e le speranze della giovane coppia si sgretolano a poco a poco quando entrambi scoprono segreti dell’altro che erano rimasti nascosti fino a quel momento. Voto: 3.5 su 5

PIGIAMA PARTY! CAROLINA E NUNÙ ALLA GRANDE FESTA DELLO ZECCHINO D’ORO musicale, diretto da Francesco Di Giorgio, con Carolina Benvenga.

È un pigiama party cinematografico condotto da Carolina Benvenga, amatissima star della tv per bambini e del web. Insieme all’asinello Nunù e ai bambini, canta e balla sulle canzoni più note dello Zecchino d’Oro, tra cui le intramontabili Il Caffè della Peppina e Il Coccodrillo come fa?. Note che hanno accompagnato bambini per generazioni. Il pigiama party non mancherà di stupirci quando il timido Macchia, un invisibile panda alato, animerà la festa con i suoi scherzetti. Il party diventa un’occasione per celebrare l’amicizia, che non conosce limiti o diversità, e per insegnare ai bambini i valori semplici della condivisione. Voto: 2.5 su 5

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *