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Al cinema. Quando la Lancia dominava i rally

–  I film nelle sale questa settimana. “Race for glory” ricorda l’impresa dell’auto italiana nella sfida contro l’Audi nel 1983
– Thriller ed horror in un weekend che sarà influenzato dall’eco degli Oscar assegnati domenica scorsa a Los Angeles

RACE FOR GLORY – AUDI VS LANCIA drammatico, diretto da Stefano Mordini, con Daniel Brühl e Riccardo Scamarcio. Durata 109 minuti.

L’ultimo campionato di Rally vinto da un’auto con due ruote motrici e non quattro come la fortissima avversaria Audi. È l’impresa compiuta dalla Lancia, guidata dall’iconico team manager Cesare Fiorio (vincitore, tra Rally, Formula 1, endurance e motonautica di una ventina di titoli mondiali, qui con il volto di Riccardo Scamarcio) alla base di Race for Glory: Audi vs. Lancia. Nel cast anche Daniel Bruhl nel ruolo di Roland Gumpert, direttore sportivo dell’Audi, Volker Bruch per il pilota di punta della Lancia, Walter Rohrl e Gianmaria Martini nella parte del primo pilota dell’Audi Hannu Mikkola, insieme a Katie Clarkson-Hill, Giorgio Montanini e tra i cameo anche Lapo Elkann nei panni del nonno Gianni Agnelli.

«Non ero un appassionato di rally… poi ho visto su internet dei video del campionato del 1983 e ho notato un aspetto: il confronto tra genialità, passione, un briciolo di follia e l’astuzia di un uomo, Cesare Fiorio, che riesce a mettere in crisi l’arroganza della tecnologia e del denaro», spiega Riccardo Scamarcio che del film è anche coproduttore e cosceneggiatore. «Ho trovato fosse anche il riflesso di un modo di essere degli italiani e che potesse rinfrescarci l’idea di chi siamo». Il tutto qui è posto «all’interno di un racconto sportivo che intrattiene il pubblico», raccontando anche «la semplicità e onestà di un mondo meccanico e analogico. Aggettivi che sono un po’ in disuso nella società di oggi, sempre più tecnocratica, nella quale si mettono in scena sempre i supereroi… qui non vola nessuno ma si elogia un mondo con una concezione diversa». 

Nel film incontriamo Fiorio a inizio del campionato di Rally 1983, con la Lancia sotto la pressione delle vittorie dell’Audi sotto la guida di Roland Gumpert, con un’auto che sembra imbattibile grazie all’innovazione delle quattro ruote motrici. Il brillante team manager, tuttavia, basandosi sulla Lancia Stratos, punta sul progetto della competitiva Lancia 037 che ha vari punti di criticità. Per superarli Fiorio, per il quale «il rally è come una guerra e io sono il comandante di un’armata», decide di ingaggiare come pilota di punta quello che reputa «il migliore», Walter Rohr. «Un campione con un’idea di indipendenza dal successo», spiega Bruch. «Sa bene di essere molto bravo in quello che fa e non lo fa per essere amato dagli altri». 

Fra crisi, vittorie, sconfitte, drammi, conflitti e soluzioni improvvise (nella trama ci sono alcune licenze narrative, come si precisa alla fine) la squadra arriva a una svolta. «È stata una grande emozione rivedersi, anche perché si parla di una grande vittoria, particolarmente significativa, perché noi non avevamo ancora la tecnologia dell’Audi. L’abbiamo avuta dall’anno dopo, e da quel punto in poi non ce n’è più stato per nessuno», commenta sorridendo Cesare Fiorio, classe 1939, che nel film appare anche in un breve cameo. «Si racconta anche un’epoca nella quale i rally erano molto frequentati e si correva fra due ali di folla, certe gare erano importanti come quelle di Formula 1». Per rendere l’emozione e i rischi (incidenti compresi) delle corse, la velocità, il rapporto fra auto e territorio, Mordini ha deciso di non ricorrere all’uso degli effetti speciali, «anche grazie alle auto vere messe a disposizione dalla Lancia, abbiamo giocato tutto sul realismo». L’estetica del film «e il suo cuore pulsante collimano con semplicità e onestà», aggiunge Scamarcio che, da attore, ama raccontare «uomini mossi da una passione e non da un ritorno economico, degli idealisti, come è Cesare o come era Modigliani (che interpreta in Modì, il nuovo film di Johnny Depp, di cui sono da poco finite le riprese, nda) per fortuna mi arrivano personaggi così». Voto: 3.5 su 5

FORCE OF NATURE: OLTRE L’INGANNO thriller, diretto da Robert Connolly, con Eric Bana e Jeremy Lindsay Taylor. Durata 120 minuti.

Dopo aver diretto Blueback (2022), il regista australiano Robert Connolly realizza il sequel di Chi è senza peccato – The Dry (2021). Force of Nature: Oltre l’inganno racconta come l’agente federale Aaron Falk (Eric Bana) si ritrovi a indagare sulla scomparsa di una donna, partita per una escursione con altre cinque compagne e mai tornata. Le indagini tra le montagne porteranno Falk a scoprire una rete di segreti, tradimenti e intrighi, mentre l’agente cerca di capire cosa sia successo durante quelle ore di hiking. Voto: 3 su 5

IMAGINARY horror, diretto da Jeff Wadlow, con DeWanda Wise e Tom Payne.

Racconta la storia della piccola Alice (Pyper Braun), che dopo essersi trasferita nella casa d’infanzia della sua matrigna Jessica (DeWanda Wise), trova il suo orsacchiotto Teddy dal quale non si separa più. Inizialmente sembra essere tutto normale, Alice è particolarmente attaccata a Teddy e gioca con lui come farebbe qualsiasi bambina della sua età. Ma gradualmente, Jessica si rende conto che i giochi si fanno sempre più estremi e inquietanti. La bambina dice che è l’orsacchiotto a ordinarglielo, parla di lui come se fosse un amico immaginario che le suggerisce di fare cose pericolose e fuori dal suo controllo. La donna, allarmata, decide di chiedere l’aiuto di una psicologa, la dottoressa Alana Soto (Veronica Falcón), e impedisce ad Alice di giocare con Teddy. Ma questo gesto avrà conseguenze inimmaginabili, tra cui la scomparsa della bambina… Voto: 2.5 su 5

INSHALLAH A BOY drammatico, diretto da Amjad Al Rasheed, con Mouna Hawa e Seleena Rababah. Durata 113 minuti.

Nawal (Mouna Hawa), dopo la morte improvvisa del marito, deve affrontare insieme alla figlia una situazione critica. Senza un accordo formale sull’eredità, le due donne e tutti i loro beni diventano automaticamente proprietà del parente maschio più prossimo, ossia il cognato Rifqi (Hitham Omari). L’uomo, secondo le leggi sull’eredità, potrebbe esercitare i diritti di proprietà sull’appartamento e sulle loro persone. L’unico modo a disposizione delle due donne per prevenire ciò, è che Nawal dia alla luce un figlio maschio. Per portare a termine questo suo obiettivo ed evitare lo sfratto, la donna si ritrova in una serie di situazioni pericolose, che mettono a dura prova la sua fede e i limiti delle sue stesse forze.Voto: 3.5 su 5

LA TERRA PROMESSA storico, diretto da Nikolaj Arcel, con Mads Mikkelsen e Gustav Lindh. Durata 120 minuti.

È la storia di Ludvig von Kahlen (Mads Mikkelsen). Nel 1755, caduto in disgrazia, si propone di conquistare l’aspra e inabitabile brughiera danese con un obiettivo apparentemente impossibile: fondare una colonia in nome del re. In cambio, riceverà per sé il titolo nobiliare che ha sempre disperatamente desiderato. Ma l’unico sovrano della zona, lo spietato Frederik de Schinkel, crede con arroganza che questa terra gli appartenga. Quando de Schinkel viene a sapere che la cameriera Ann Barbara e suo marito sono fuggiti per rifugiarsi presso Kahlen, il sovrano giura vendetta, facendo tutto ciò che è in suo potere per scacciare il capitano. Kahlen non si lascia intimidire e intraprende una battaglia impari, rischiando non solo la sua vita, ma anche la famiglia che si è formata intorno a lui. Voto: 3.5 su 5

SE SOLO FOSSI UN ORSO drammatico, diretto da Zoljargal Purevdash, con Nominjiguur Tsend e Battsooj Uurtsaikh. Durata 96 minuti.

Racconta di un adolescente di nome Ulzii, che vive in un quartiere degradato di Ulaanbaatar. È determinato a vincere un concorso scientifico, così da ottenere una borsa di studio. Purtroppo, però, sua madre analfabeta trova lavoro in campagna e lo lascia a badare al fratello e alla sorella in pieno inverno. Ulzii si ritrova così diviso tra la necessità di prendersi cura dei fratelli il suo desiderio di poter vincere il concorso e studiare, ma capisce che non ha altra scelta se non accettare di mettersi in pericolo per provvedere ai bisogni della sua famiglia. Voto: 3 su 5

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