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Al cinema. Il ritorno di Casanova

Le uscite in sala. Sulla strada del nuovo film di Salvatores, con Servillo nel cast, c’è lo spettacolare fumettone americano “Dungeons & Dragons”. Un grande cast per “Quando” di Veltroni. Kasia Smutniak lotta contro i fantasmi e la paura di essere genitori inadeguati in “Pantafa”, Stefania Sandrelli fa la nonna in “Uomo di fumo”

IL RITORNO DI CASANOVA drammatico, diretto da Gabriele Salvatores, con Toni Servillo, Fabrizio Bentivoglio e Sara Serraiocco. Durata 95 minuti.

Tempo che passa, vanità e con alle spalle un capolavoro “feroce” come quello di Schnitzler. Si presenta così il fim di Gabriele Salvatores che utilizza lo stesso titolo del libro dell’autore viennese a cui il film è ispirato e che qualcuno ha già paragonato a un nuovo Otto e mezzo. Da una parte troviamo un affermato regista italiano (Toni Servillo) che non accetta lo scorrere del tempo e decide così di raccontare l’avventura di un Casanova, ormai anziano (Fabrizio Bentivoglio), ma che non rinuncia alla sua ultima avventura galante.  Durante le riprese però il regista, che abita un’inquietante casa domotica, si accorgerà di essere molto simile al personaggio che mette in scena. «Il mio personaggio è sempre alla ricerca di un riconoscimento ed è proprio questo aspetto che, secondo me, lo rende ridicolo», spiega Servillo. «Salvatores lo tratta senza nessuna indulgenza e questo lo fa diventare anche simpatico. Lui, proprio come Casanova, ha bisogno di sentirsi sempre in un clima di seduzione, sono i capricci che gli vengono da una vita continuamente sostenuta da un enorme sentimento di vanità. C’è una frase molto bella che dice: “La vita è qualcosa che ci accade mentre ci occupiamo di altro”. Il mio personaggio è ossessivamente concentrato sulla sua carriera, ma la vita corre a volte più veloce del cinema e gli fa marameo». E Salvatores aggiunge: «Il fatto è che la nostra generazione ha dentro un ragazzino che non vuole invecchiare e che fa dispetti per non diventare vecchio». «Anche a me è capitato di non aver previsto l’invecchiamento e mi sono sorpreso quando me ne sono reso conto», commenta Bentivoglio. Frase cult del film quella che dice Casanova quando incontra per la prima volta la bella Marcolina: «I suoi occhi non avevano neanche un po’ di quella luce che mi aveva accolto in altri tempi». Voto: 3,5 su 5

DUNGEONS & DRAGONS – L’ONORE DEI LADRI fantasy, diretto da John Francis Daley, Jonathan M. Goldstein, con Chris Pine, Michelle Rodriguez, Regé-Jean Page, Justice Smith e Hugh Grant. Durata 134 minuti.

Arriva sul grande schermo lo straordinario mondo e lo spirito del leggendario gioco di ruolo in un’avventura divertente e ricca di azione. Un affascinante ladro e un gruppo di improbabili avventurieri realizzano il colpo del secolo recuperando una reliquia perduta. Ma le cose si mettono male quando il gruppo si imbatte nelle persone sbagliate. Ci sono persino troppe cose dentro Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri, che inanella location anche molto diverse tra loro e tutto un bestiario di creature spesso ridotte a giustificare una battuta per poi uscire di scena. È il caso dei “divoratori di intelletto”, che lasciano incolume il gruppo di avventurieri perché presumibilmente non li reputano abbastanza intelligenti. C’è il paladino che è così buono che salva i gattini, o meglio i baby tabaxi, una razza di uomini felini. C’è il drago ipernutrito che fatica a volare e soffiare fuoco ma che è pericolosissimo quando rotola. C’è l’uomo uccello – un Aaracockra – che si ritrova suo malgrado a essere al centro dell’evasione iniziale. Tutta questa varietà compensa un gruppo di protagonisti che appare quasi del tutto umano. Voto: 3 su 5

QUANDO commedia, diretto da Walter Veltroni, con Neri Marcorè, Valeria Solarino, Fabrizio Ciavoni, Olivia Corsini, Gian Marco Tognazzi, Dharma Mangia Woods, Ninni Bruschetta, Anita Zagaria, Elena Di Cioccio, Carlotta Gamba, Luca Vannuccini, Massimiliano Bruno, Michele Foresta, Stefano Fresi, Andrea Salerno, Luca Vendruscolo, Pierluigi Battista, Renato De Angelis. Durata 105 minuti. 

È la storia di un uomo, Giovanni (Neri Marcorè), che nell’estate del 1984, mentre si tenevano i funerali di Berlinguer, finisce in coma. La causa è un incidente con l’asta di una bandiera, che gli è caduta tragicamente in testa. Da quel giorno la vita di Giovanni è stata messa in pausa, ma dopo 31 anni i suoi occhi si aprono e l’uomo si risveglia finalmente dal suo profondo sonno. Per lui è come nascere una seconda volta, risvegliandosi nei panni di un adulto in un mondo che è radicalmente cambiato. Tutto ciò che un tempo conosceva ora è diverso, a partire dalla sua famiglia fino al suo partito. Giovanni guarda il mondo con gli occhi di un bambino di 50 anni e proprio come un neonato deve imparare a muoversi e a capire cosa lo circonda. Ma in questo viaggio alla scoperta del mondo, Giovanni non sarà solo e imparerà ad affrontare questo presente a lui così sconosciuto e un lontano passato che prontamente si ripresenterà. Voto: 3 su 5

PANTAFA horror, diretto da Emanuele Scaringi, con Kasia Smutniak e Greta Santi. Durata 105 minuti. 

Quando la paura ha una base, qualcosa con cui ci possiamo identificare diventa più profonda. Qui ha un volto, un nome, ed è incarnata da una figura femminile, legata a un senso di soffocamento. Ci si accosta così anche al racconto del rapporto fra una madre e una figlia, e a una delle più grandi paure per i genitori, sentirsi inadeguati, non all’altezza. Un tema che il genere consente di affrontare in maniera più diretta e schietta», dice Kasia Smutniak protagonista del film ispirato da una leggenda popolare che in più varianti è presente in molte zone d’Italia e anche all’estero (fra le altre, pantafica nelle Marche e in Abruzzo, fantàsima in Toscana e Umbria, la carcaveja in Piemonte o il kanashibari in Estremo Oriente) su una figura spettrale (a seconda dei racconti prende varie forme, da strega, a gatto nero a gnomo) che si manifesta sul petto di persone dormienti impedendogli di respirare. Spiega l’attrice: «Il punto di partenza è molto reale, le paralisi ipnagogiche (disturbo del sonno che provoca apnee notturne e a volte può causare stati allucinatori) colpiscono circa l’8% della popolazione». Il film «poi ruota intorno a universo femminile: ci sono una madre, la figlia ma anche una signora di un’altra generazione (Betti Pedrazzi) che tramanda il proprio sapere». Al centro del racconto c’è Marta (Smutniak), mamma single, inquieta e ribelle che porta la figlia Nina (l’esordiente Greta Santi), affetta da paralisi ipnagogiche a vivere in un paesino delle montagne abruzzesi, Malanotte, sperando che l’aria salubre e i ritmi più lenti aiutino la piccola a guarire. Gli abitanti del paesino però accolgono le “forestiere” con diffidenza e in giro non si vedono bambini, perché si teme diventino vittime della pantafa, strega che opprime e si impossessa dei più piccoli. A cercare di difenderla, c’è Orsa (Pedrazzi). «Marta è un personaggio complesso e inquieto, ha un rapporto difficile con la maternità, ha paura di essere madre», spiega Kasia Smutniak. «È una donna che non si sente all’altezza, si sente giudicata dalla società per il modo in cui svolge il suo ruolo. Porta la figlia in questo paesino per aiutarla, ricominciare una nuova vita ma forse anche per scappare». Il film vuole essere anche «una critica a un modello di società nella quale si esige la perfezione», aggiunge Emanuele Scaringi, già regista di La profezia dell’ArmadilloVoto: 3 su 5

UOMO DI FUMO drammatico, diretto da Giovanni Soldati, con Selene Caramazza e Stefania Sandrelli.

Protagonista è una ragazza di ventidue anni di nome Silvia (Selene Caramazza), che non ha mai conosciuto suo padre (Giorgio Borghetti). Per lei questa figura genitoriale è una sorta di uomo di fumo, di cui non sa nulla e che potrebbe nascondere qualcosa di misterioso e inquietante. Determinata a indagare per capire chi possa essere, Silvia finisce con il fare ricerche su se stessa. Questo momento sarà decisivo per lei, perché le permetterà di crescere ed entrare nel mondo degli adulti, al quale appartengono già: la nonna (Stefania Sandrelli), che non solo l’ha cresciuta, ma l’ha anche protetta per diversi anni dalle scomode verità; il suo amico Luca (Marco Valerio Montesano), un ragazzo che studia giurisprudenza e che è un grande appassionato di casi di cronaca neri, in particolar quelli irrisolti. Voto: 3 su 5

THE LAST FIGHTER azione, diretto da Alessandro Baccini, con Alessandro Baccini e Shari Fontani. Durata 103 minuti.

È la storia di Mark (Alessandro Baccini) e Aurora (Shari Fontani), una coppia che si occupa di aiutare i bambini poveri vittime di guerra in Siria. Aurora è un medico volontario che opera in prima persona in un campo rifugiati, mentre Mark è un avvocato affermato con la passione per le arti marziali, tanto da diventare un campione. Quando scopre che c’è un’organizzazione massonica che organizza combattimenti in cambio di cifre altissime, Mark decide di iscriversi e vincere per poi mandare i soldi in Siria e aiutare l’associazione della fidanzata. Dovrà a questo punto superare allenamenti estremi e incontri sanguinosi contro criminali violenti, il tutto sotto gli occhi di un pubblico morboso affamato di spettacolo. Diventato Mark The Dragon, combatterà in posti segreti sempre diversi e in situazioni al limite in cui la posta in gioco è la vita. Ma lui non si tirerà indietro e lotterà fino all’ultimo per aiutare i più deboli. Voto: 2 su 5

LA CHIAMATA DAL CIELO drammatico, diretto da Kim Ki-duk, con Zhanel Sergazina e Abylai Maratov. Durata 81 minuti.

È ambientato in Kirghizistan dove vive Zhanel (Zhanel Sergazina), una ragazza dalla vita e dal passato difficili che spera di trovare un giorno il grande amore della sua vita.  Quel giorno sembra arrivare quando Zhanel incontra Daniel (Abylai Maratov), uno scrittore che corre per recuperare la borsa che le è stata appena rubata per strada. Daniel le restituisce la borsa e tra lo spavento e lo stupore, le chiede di rivederla proponendo di cenare insieme. Stordita, lei esita ma finisce per accettare. Questo sarà l’inizio di una lunga e tormentata storia d’amore e di dipendenza. Una relazione tossica che porta i due a passare da un estremo all’altro, ad amarsi e poi odiarsi. Una storia fatta di ossessione e tradimento, Daniel infatti ha un passato sentimentale burrascoso e quando conosce Zhanel ha già relazioni con altre donne. Tutto questo porterà la coppia a compiere gesti estremi di violenza fisica e psicologica che oltre a loro coinvolgerà anche le loro famiglie, finché una chiamata dal cielo arriverà a spezzare questo circolo vizioso. Voto: 3 su 5

TERRA E POLVERE è un film di genere drammatico del 2022, diretto da Ruijun Li, con Renlin Wu e Hai-Qing. Uscita al cinema il 30 marzo 2023. Durata 131 minuti. Distribuito da Tucker Film.

Siamo nel nord-ovest della Cina, una zona poverissima dove vivono Youtie e Guiying (Renlin Wu e Hai-Qing), un uomo e una donna che conducono vite difficilissime. I due, che ormai non sono più giovanissimi e che cominciano a essere un peso per le rispettive famiglie, decidono di sposarsi per via di un matrimonio combinato. Inevitabilmente le nozze porteranno alla somma delle loro solitudini, nonché di una povertà sociale, ma anche affettiva ed emotiva. Dal loro incontro del tutto tenero e pudico nascerà col passare dei giorni un legame molto solido e prezioso. Questo legame li aiuterà a migliorare le loro vite, decidono infatti di costruirsi una casa dignitosa, abbandonando il fatiscente alloggio rurale assegnato dallo stato, e grazie alle loro forze usciranno dall’estrema povertà lavorando la terra e vivendo dei suoi frutti.  Voto: 3 su 5

EVELYNE TRA LE NUVOLE commedia, diretto da Anna Di Francisca, con Eleonora Giovanardi e Gilbert Melki. Durata 96 minuti. 

Racconta la storia di Sofia (Eleonora Giovanardi), una donna di 40 anni che vive in un antico casale sull’Appennino Reggiano, proprio ai piedi di Pietra di Bismantova. La vita qui è fuori dal mondo e, soprattutto, dalla tecnologia, non c’è neanche linea per connettersi a internet. La donna ha ristrutturato la vecchia abitazione lasciatele in eredità dai suoi genitori e ora gestisce un agriturismo, dove si recano tutti quei turisti desiderosi di pace e di social detox. Sofia si occupa anche delle mucche, delle erbe e del latte, con il quale produce uno squisito Parmigiano. Peccato che la zona dove si trova il suo agriturismo sia l’ideale per la collocazione di un ripetitore telefonico, che porterebbe il progresso tecnologico tutt’intorno, andando a sfaldare quell’idea di paradiso perso nel tempo che è il casale. Come riuscire a far convivere la natura incontaminata e i suoi silenzi con quella tecnologia che altro non fa che migliorarci la vita? Voto: 3,5 su 5

DANIEL PENNAC: HO VISTO MARADONA! documentario, diretto da Ximo Solano. Durata 82 minuti. 

Racconta l’indagine creativa e surreale dello scrittore francese sull’impatto emotivo del mito Maradona nell’immaginario collettivo. L’idea è nata dopo la morte di Maradona, quando lo scrittore ha trovato alcuni membri della sua compagnia teatrale piangere il calciatore. Pennac, che ignora totalmente il calcio, ha cercato di capire perché el pibe de oro sia stato così importante per le persone che lo hanno conosciuto e per tutti i suoi fan, da qui la nascita di uno spettacolo teatrale da cui poi ne è derivato il documentario omonimo. In questo viaggio, Pennac scopre in Maradona come una sorta di genio del pallone, capace sul campo di divenire l’incarnazione della danza, dell’intelligenza fisica e dell’abilità assoluta. Una visione poetica dello sport, quella dello scrittore, che approfondendo la figura del goleador, si è reso conto di quanto Maradona abbia dei punti in comune con Malaussène, il protagonista dei suoi romanzi più famosi, nonché un uomo pieno di contraddizioni: nato dai quartieri poveri e diventato il calciatore più pagato al mondo; amava i bambini, ma si drogava; aveva spesso incontri con Fidel Castro, però si diceva fosse amico anche di alcuni camorristi. Infine, Pennac analizza il profondo rapporto che lega Maradona a Napoli, dove viene visto come un santo patrono laico, venerato con i murales sparsi per la città, le statuette dei presepi a San Gregorio Armeno e le maglie nelle bancarelle su via Toledo. Voto: 3 su 5

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