Le uscite in sala nel weekend. “Da grandi” di Fausto Brizzi con un cast di attori popolari. Joaquin Phoenix in “Beau ha paura” al confine dell’horror. “Can che abbaia non morde” il nuovo film del regista di “Parasite”
DA GRANDI commedia, diretto da Fausto Brizzi, con Enrico Brignano, Ilenia Pastorelli, Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Valeria Biello, Claudia Potenza, Carlotta Natoli, Marco Messeri, Gabriele Pignotta, Francesca Nerozzi, Luca Angeletti, Valeria Fabrizi.
Racconta la storia di un gruppo di bambini di 9 anni, Marco, Tato, Serena e Leo, legati da una forte amicizia che li porta più volte a difendersi l’un l’altro, specialmente quando uno di loro cade vittima di qualche dispetto di un compagno di scuola. I quattro, però, hanno anche una situazione familiare molto simile: vengono tutti poco considerati dai genitori. La madre e il padre di Marco non solo dimenticano il suo compleanno, ma comprano anche una torta e un regalo sbagliato; come se non bastasse, gli rinfacciano di fare la pipì a letto e lo costringono a fare da babysitter alla sorella minore, Silvia, una vera piccola peste. Tato vive solo con la madre single, troppo impegnata a cercare l’amore per occuparsi del figlio. Serena deve fare i conti con il padre, che sogna per lei una carriera da tennista e non le permette di consumare tutte quelle merendine, che lei adora. Infine, Leo cresciuto dai nonni con amore, dopo che i suoi genitori sono scomparsi in India. I quattro si ritrovano riuniti la sera del compleanno di Marco e, giunto il momento di spegnere la candelina, tutti esprimono lo stesso identico desiderio, ovvero crescere e diventare grandi. Il giorno dopo Marco, Tato, Serena e Leo si risvegliano adulti, hanno l’età dei loro genitori, nonostante i loro comportamenti siano ancora quelli di bambini di 9 anni. Da questo momento ha inizio una serie di (dis)avventure che vedranno i quattro alle prese con la vita quotidiana di un adulto; dovranno, infatti, trovarsi un lavoro e una casa. Marco, addirittura, riesce a conquistare la donna di cui si è innamorato, la maestra Francesca, ma la loro vita adulta è davvero come l’hanno sempre immaginata? Solo il trascorrere del tempo in queste nuove vesti darà loro la risposta a questa domanda. Voto: 3,5 su 5
BEAU HA PAURA commedia, diretto da Ari Aster, con Joaquin Phoenix e Parker Posey. Durata 179 minuti.
Ambientato in un presente alterativo, è il ritratto pluridecennale di Beau (Joaquin Phoenix), un uomo molto ansioso, che ha un tormentato rapporto con sua madre, una donna autoritaria. Beau non ha mai conosciuto il padre ed è cresciuto sentendo l’assenza di questa figura genitoriale. Quando l’uomo scopre che sua madre è morta, intraprende un viaggio verso casa, durante il quale dovrà affrontare varie e assurde minacce soprannaturali. Voto: 3 su 5
CANE CHE ABBAIA NON MORDE commedia, diretto da Bong Joon Ho, con Sung-jae Lee e Bae Doona. Durata 110 minuti.
Racconta una settimana molto “avventurosa” all’interno di un complesso residenziale. Yun-ju (Sung-Jae Lee) è un ricercatore universitario frustrato e anaffettivo in attesa di una cattedra. Vive in un complesso residenziale di periferia con la moglie Eun-sil (Ho-jung Kim), incinta del primo figlio. Nonostante la dolce attesa, l’uomo sembra essere indifferente e paranoico, è convinto che il continuo abbaiare dei cani del vicinato sia la causa del suo malessere. Decide così di eliminarli. Nello stesso condominio vive la giovane Hyun-nam (Bae Doona), l’amministratrice del complesso residenziale. Un giorno la ragazza legge un volantino su un cane scomparso e decide di indagare. Nelle settimane successive ne spariscono altri due e Hyun-nam scopre che è stato Yun-ju. Tenta allora di incastrarlo senza riuscirci. L’uomo pensa di essersi liberato del suo incubo e di averla fatta franca. Torna alla vita di tutti i giorni, escogitando un modo per corrompere il rettore dell’università e ottenere la tanto agognata cattedra. Fino al giorno in cui sua moglie torna a casa con cucciolo di barboncino in braccio… Regista tra i più interessanti del cinema sudcoreano d’inizio nuovo millennio, Bong Joon-ho ha attraversato diversi generi, riuscendo sempre a imprimere ai suoi lavori un tocco personale e profondo, da visionario sperimentatore. Spazia dall’approfondimento sociale all’action-movie, si muove bene nel poliziesco come nella commedia nera e può dare vita a piccoli capolavori di messa in scena come Parasite. Voto: 3,5 su 5
L’INNAMORATO, L’ARABO E LA PASSEGGIATRICE commedia, diretto da Alain Guiraudie, con Jean-Charles Clichet e Noémie Lvovsky. Durata 101 minuti.
Racconta le storie di tre personaggi, tutte intrecciate tra di loro. Siamo nella Francia centrale e, mentre fa jogging, Médéric (Jean-Charles Clichet) s’imbatte nella prostituta Isadora (Noémie Lvovsky), di cui si innamora perdutamente. Il problema non è la differenza di età tra i due – lui è sulla trentina, lei una donna di mezza età – quanto il fatto che Isadora sia sposata con un uomo molto geloso. Nel frattempo, nel centro città avviene un attacco terroristico e il quartiere dove risiede Médéric sprofonda nel panico. Peccato che proprio in questo delicato momento, Selim (Ilies Kadri), un giovane arabo senzatetto, cerchi rifugio nel condominio del jogger. La sua presenza solleva diverse lamentele da parte dei vicini, in preda alla paranoia dopo quanto accaduto. Tra la decisione di aiutare Selim e il suo amore per Isadora che cresce sempre più, Médéric si ritroverà a dover gestire la sua vita una complicazione dietro l’altra. Voto: 3,5 su 5
MEDITERRANEAN FEVER commedia, diretto da Maha Haj, con Amer Hlehel e Ashraf Farah. Durata 109 minuti.
Tra commedia, thriller e dramma, Mediterran fever della regista palestinese Maha Haj, ha, tra le sue molte bellezze, quella di mostrare la sua fisionomia con tempi lenti. Premiato per la miglior sceneggiatura a “Un Certain Regard” al Festival di Cannes 2022, il film mette al centro della storia l’amicizia tra due uomini palestinesi quarantenni vicini di casa ad Haifa, ovvero Waleed (Amer Hlehel) e Jalal (Ashraf Farah). Il primo è un velleitario scrittore che non riesce a mettere su carta il suo primo romanzo, un depresso con tanto di moglie e figli che va dallo psicanalista senza crederci troppo, l’altro è invece vitale e dinamico, si arrangia con tanti lavoretti e non tutti puliti. Ora va detto che la vita di Waleed cambia dopo l’incontro con Jalal. Pur essendo come il giorno e la notte, i due cominciano ad accettarsi dopo mille scontri e tra loro inizia una sgangherata amicizia. A renderli complici anche il fatto che Waleed chiede a un certo punto a Jalal di mostrargli qualcosa della vita criminale che potrebbe essere l’ambientazione del suo romanzo. Il titolo del film fa riferimento a una malattia che sembra aver colpito il più giovane dei figli di Waleed, una strana sindrome peculiare di chi vive nella regione. Vale a dire un disagio attribuibile all’intero Medio Oriente, ma ancora più al peso politico ed esistenziale dell’essere palestinese ad Haifa. Voto: 3,5 su 5
LA TERRA DELLE DONNE drammatico, diretto da Marisa Vallone, con Paola Sini e Valentina Lodovini. Durata 104 minuti.
È ambientato in Sardegna nell’immediato secondo dopoguerra. Fidela (Paola Sini), eredita per tradizione l’arte della stregoneria da sua madre e diventa Coga, la strega del villaggio. In una Sardegna rurale e ancora legata ad antichi riti, quando nasce un settimo figlio ed è una femmina, viene inevitabilmente instradata alla magia. Fidela deve occuparsi di curare i malefici e di far nascere i bambini del villaggio. Lei non può avere figli suoi perché nessun uomo può toccarla. La sua vita è sottomessa alla volontà della società patriarcale e superstiziosa in cui vive e ribellarsi è impossibile. Sarà costretta a reprimere qualsiasi desiderio e sentimento fino al giorno in cui conoscerà la piccola Bastiana (Syama Rayner), nata anche lei settima figlia e affidata a Fidela per imparare la stregoneria. Per Fidela la bambina diventa una figlia e il sentimento che nascerà sarà una rivoluzione nella sua vita. Da quel momento e nel corso degli anni, Bastiana sarà per lei una fonte di ispirazione che metterà in discussione tutte le sue convinzioni e cambierà completamente la sua vita. Voto: 3 su 5
MON CRIME – LA COLPEVOLE SONO IO giallo, diretto da François Ozon, con Nadia Tereszkiewicz e Rebecca Marder. Durata 102 minuti.
Ambientato nella Parigi degli anni Trenta, racconta la storia di Madeleine Verdie, un giovane attrice senza un soldo e anche senza talento, che viene accusata di omicidio: la vittima è un celebre produttore cinematografico. Grazie all’aiuto della sua migliore amica Pauline, un’avvocata senza impiego, riesce a dimostrare che l’uccisione è avvenuta per legittima difesa. Una volta assolta, Madeleine inizia una nuova vita ricca di gloria e successo, fino a quando la verità non viene a galla. Voto: 3 su 5
65 – FUGA DALLA TERRA azione, diretto da Scott Beck, Bryan Woods, con Adam Driver e Ariana Greenblatt. Durata 93 minuti.
Thriller fantascientifico in cui Mills (Adam Driver), il pilota di un’astronave con a bordo 35 passeggeri, è vittima di un incidente durante un volo nello Spazio. Dopo essere stato colpito da un’asteroide, precipita su un pianeta sconosciuto. L’aria è respirabile e la natura è familiare, ma c’è un alone di mistero che Mills non riesce ancora a decifrare. Inizia così la sua esplorazione insieme a Koa (Ariana Greenblatt), una ragazzina sopravvissuta allo schianto insieme a lui. Addentrandosi nella natura selvaggia del pianeta, sentono una presenza aliena avvicinarsi, ma quando scoprono che si tratta di un essere preistorico capiscono di essere finiti sulla Terra di 65 milioni di anni fa. Inizia così una lotta per la sopravvivenza su un pianeta piena di pericoli e di animali feroci. Mills e Koa devono imparare a muoversi in un luogo ostile dove l’uomo è ancora sconosciuto e non ha il suo posto. Voto: 3 su 5
AMUSIA sentimentale, diretto da Marescotti Ruspoli, con Carlotta Gamba e Giampiero De Concilio. Durata 91 minuti.
Già vincitore del premio del pubblico al Tallinn Black Nights Film Festival, Amusia è stato recentemente presentato al Teatro Petruzzelli di Bari nell’ambito del Bif&st, in concorso nella sezione Panorama Internazionale. L’amusia, dal greco “a-musia” ovvero “mancanza di armonia”, è una malattia cerebrale che impedisce a chi ne soffre di sentire la musica. Questa subisce una distorsione sonora, provocando un disturbo uditivo. Il film affronta la patologia in maniera sottile: attraverso una storia d’amore tra una ragazza che “scappa” dalla musica e un ragazzo che “sopravvive” grazie alla musica. Un’infanzia solitaria, trascorsa a difendersi dai pregiudizi altrui, spingerà la protagonista a fuggire e la porterà a incontrare un ragazzo completamente diverso da lei, che vive in un microcosmo provinciale, vagamente surreale, fatto di edifici metafisici, motel a ore, luci al neon. E musica. Voto: 3 su 5
SUZUME animazione, diretto da Makoto Shinkai. Durata 122 minuti.
Racconta la storia di una ragazza di 17 anni di nome Suzume, che vive in una paesino nella regione di Kyūshū, nel sud del Giappone. Un giorno la giovane si imbatte casualmente in un misterioso ragazzo, Sōta, che cerca una porta. Incuriosita dalla domanda e attirata dal fatto che gli ricorda qualcuno che conosce, Suzume lo segue fino ad arrivare a un edificio fatiscente tra le montagne. Giunta qui, nota che il giovane non c’è e si ritrova di fronte a una porta, che sembra essere l’unica parte non in rovina della struttura. La ragazza si sente improvvisamente attratta da qualche forza proveniente da quella porta e decide di aprirla. È così che Suzume si ritrova risucchiata all’interno, dove rinviene una chiave, che si trasforma in uno strano gatto che corre via. In seguito, mentre è a scuola, vede del fumo nero fuoriuscire proprio dalla montagna, ma si rende conto di essere l’unica a notarlo. Decide quindi di recarsi nuovamente sul posto, dove troverà questa volta Sōta, intento a chiudere il portale. Sarà lui a spiegarle che si tratta di una porta, che se aperta, è in grado di scatenare calamità e disastri in tutto il Giappone. Mentre iniziano ad aprirsi sempre più porte in tutta la nazione, Suzume e il misterioso ragazzo inizieranno un viaggio per trovarle tutte e chiuderle a chiave, nel tentativo di salvare il Giappone e tutta la sua popolazione da un’orribile catastrofe. Voto: 3 su 5