Immagini

Al cinema. Attenti alle “Povere creature!”

–  I film nelle sale questa settimana. Carica di un Leone d’oro e di Golden Globe arriva l’attesissima pellicola con Emma Stone e Willem Dafoe candidata a 11 Oscar
– A dodici anni dal loro ultimo lavoro, Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio tornano a indossare i panni dei Soliti Idioti, “nuovi mostri” politicamente scorretti
– Tony Canto firma la colonna sonora del film d’animazione “Arf”. Maria Sole Tognazzi torna sul grande schermo con una storia che parla di rinascita

POVERE CREATURE! fantascienza, diretto da Yorgos Lanthimos, con Emma Stone, Willem Dafoe e Mark Ruffalo. Durata 141 minuti.

Una pellicola attesissima, quattro mesi dopo il Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia, i recenti Golden Globe per il miglior film commedia e all’attrice americana Emma Stone, musa di Lanthimos, con la quale ha girato ben tre film, e le 11 nomination agli Oscar. «È un film bellissimo, il set è stato meraviglioso», commenta il protagonista Willem Dafoe. «Una caratteristica molto specifica del mio personaggio è che ha un trucco molto pesante, visto che è sfigurato. È un uomo di scienza che usa il suo vissuto difficile per realizzare qualcosa di positivo offrendo una seconda possibilità a una donna, Bella, e a se stesso attraverso di lei».

In Povere Creature!, Dafoe, truccato come un Frankenstein, è uno scienziato dell’età vittoriana che riporta in vita un donna, impiantandole il cervello della creatura che aveva in grembo prima di suicidarsi. Tra il barocco, per la sovrabbondanza di tutto, e l’espressionista, per le scelte di fotografia, il film racconta, spesso con umorismo, la scoperta del mondo e il processo di emancipazione della donna creata in laboratorio dal personaggio interpretato da Dafoe. Voto: 4.5 su 5

TUTTI TRANNE TE commedia, diretto da Will Gluck, con Sydney Sweeney e Glen Powell.

Al centro della storia Bea (Sydney Sweeney) e Ben (Glen Powell). Dopo un primo incontro che aveva tutta l’aria di essere perfetto, i due sembrano disprezzarsi apertamente e decidono di non rivedersi mai più. Ma il destino non la pensa allo stesso modo. Poco dopo Bea e Ben si incontrano nuovamente sul volo che li porta in Australia, invitati al matrimonio di amici in comune. Alla cerimonia sono presenti anche il padre e la madre di Bea e il suo ex fidanzato Jonathan (Darren Barnet), che spera di rimettersi con lei grazie alla complicità dei genitori. Nel frattempo, Ben incontra una donna che prova a corteggiare senza successo, la bella Margaret (Charlee Fraser).

Ben e Bea decidono di sfidare l’ironia della sorte e trarre vantaggio dalla loro situazione fingendosi una coppia innamorata. In questo modo lei evita la pressione dei suoi genitori riguardo al suo ex, e lui spera di fare ingelosire Margaret conquistandola. La messa in scena li costringerà a sopportarsi senza risparmiare piccole ripicche e molti colpi bassi. Ma come andrà a finire? Voto: 2.5 su 5

I SOLITI IDIOTI 3 – IL RITORNO comico, diretto da Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio, Martino Ferro, con Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio. Durata 97 minuti.

Oltre dieci anni di separazione e non sentirli. Il dispotico Ruggero e il figlio, vittima e ambientalista, Gianluca, gli immorali borghesi Marialuce e Giampietro, la coppia gay scoppiata Fabio e Fabio, il metallaro mansueto Sebastiano e la feroce postina Gisella, gli zarri passati al monopattino Patrick e Alexio, formano la carica dei personaggi senza limiti e “scorretti” di Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio, coppia ritrovata (a quasi dodici anni da Soliti Idioti 2, che era del 2012), come protagonisti, e con Ferruccio Martini cosceneggiatori e coregisti.

«Gli avvenimenti degli ultimi dieci anni hanno creato tanto materiale di scrittura», spiega Mandelli che con l’amico Fabrizio Biggio ha una perfetta armonia, anche nel modo in cui si completano a vicenda i pensieri. «Se I soliti idioti dieci anni fa erano dei mostri, oggi li possiamo ritrovare quasi uguali nella realtà, che ha superato la fantasia. Raccontiamo quello che succede oggi con il nostro punto di vista», che «è mostruoso, perché questi sono tempi mostruosi», aggiunge Biggio. «I nostri mostri, poi, si sono sposati perfettamente con l’avvento della tecnologia, che si sta mangiando tutto. Chissà magari il prossimo film dei “Soliti idioti” lo scriverà l’intelligenza artificiale». Anche se «noi avremo un nostro sistema unico, la deficienza artificiale», scherza Mandelli. 

Nella storia (dove compaiono, fra gli altri, anche Andrea Delogu, Gabriele Vagnato, Gabriele Corsi e dal mondo musicale, Anna, Gue Pequeno e Big Fish) ritroviamo Ruggero che si risveglia da dieci anni di coma e con l’aiuto di Patrixia (in voce Sabrina Ferilli), una forma di intelligenza artificiale scorretta come lui, ricomincia a dettare legge sulla vita del figlio Gianluca. Intanto, Marialuce e Giampietro sono presi dal tentativo di avere un bambino solo per poter essere invitati alle feste dei conoscenti che contano, tutti genitori. Patrick e Alexio devono affrontare un’inattesa paternità, mentre Fabio non si rassegna al fatto che l’altro Fabio sia diventato fluido. Sebastiano si ritrova sulla strada per incassare una grossa somma l’implacabile postina Gisella. 

Domina, nel bene e nel male, il concetto di famiglia, nelle più diverse forme e a guidare il racconto in questo senso sono Ruggero e Gianluca: «I personaggi più amati, e quelli con un respiro cinematografico maggiore», sottolineano i due attori. «Con il rapporto padre-figlio tutti ci possiamo relazionale, è una lente attraverso cui possiamo vedere ogni dinamica». Un racconto nel quale «il politicamente corretto ci fa un baffo», sottolinea sorridendo Biggio. «Facciamo quello che abbiamo sempre fatto, senza porci limiti imposti da altri, anche perché è tutto soggettivo». 

Un’energia creativa quella tra Biggio e Mandelli, tornati a lavorare insieme un anno fa a teatro, sempre forte: «Quando ci siamo separati eravamo una coppia satura, è stato importante uscire farsi un giro per potersi riscegliere», spiega Mandelli. «L’errore più grosso che ho fatto è dare per scontato il rapporto professionale e umano con Fabrizio. Però ci siamo fatti in questi anni le nostre cose, ci siamo divertiti senza che mai se ne andasse la voglia di tornare insieme». «D’altronde – aggiunge Biggio, che affianca Fiorello a Viva Raidue! – avevamo lavorato insieme quindici anni prima di separarci. Ci ha fatto bene questa pausa, la consiglio a tutte le coppie comiche». Voto: 3 su 5

ARF animazione, diretto da Simona Cornacchia e Anna Russo. Durata 75 minuti.

Con la colonna sonora di Tony Canto, il film è un dramedy che ci trasporta nel mezzo di una guerra ispirata alla Seconda guerra mondiale dove un Mowgli del XX secolo, salvato e allevato da una cagnolina, trova il coraggio per sfidare nientedimeno che il Dittatore in persona. «La particolarità del progetto, animato in 2D con elementi in 3D, sta nell’idea di parlare di temi come l’amore tra bambini e animali, l’istinto materno, l’affettività ma anche la separazione, la diversità, la reclusione e soprattutto la sofferenza dei bambini durante la guerra. Tutto però visto e raccontato da un’angolazione assolutamente inconsueta: gli occhi di un cane».

Arf è un bambino, ma non sa parlare, abbaia. Però ha un ottimo fiuto e un carattere adorabile. Nato in un paese in guerra, è stato salvato da Bianca, una cagnolina che lo ha cresciuto nel branco di randagi che vive su una collina ai margini della città. La guerra però giunge anche in quel luogo magico, il branco è disperso in una retata e Arf portato in un campo di prigionia insieme ad altri bambini. Ma Arf non conosce la cattiveria degli esseri umani e anche in quel luogo triste, trova degli amici e continua a sorridere. La serenità del bambino che sa soltanto abbaiare, fa infuriare il nevrastenico comandante del campo, che condanna Arf a una terribile fine…ma Arf è un bambino speciale e ci penseranno i suoi amici cani a salvarlo creando un grande scompiglio proprio nel giorno in cui il Dittatore viene in visita per tenere un discorso ai soldati e alla nazione. Anche lui dovrà vedersela con Arf, che rovinerà i suoi piani e riuscirà a salvare il suo branco di amici e ritrovare Bianca e la libertà, mentre scoppia la pace. Voto: 3.5 su 5

DIECI MINUTI drammatico, diretto da Maria Sole Tognazzi, con Barbara Ronchi e Fotinì Peluso.

Dopo aver lavorato alla serie tv Petra, la regista Maria Sole Tognazzi torna sul grande schermo con una storia che parla di rinascita. Racconta come anche soltanto dieci semplici minuti al giorno possano cambiare totalmente il corso dell’intera giornata. Il disagio di Bianca (una straordinaria Barbara Ronchi), una fragile aspirante scrittrice senza successo, è al centro di Dieci minuti, film al femminile, «ma anche per uomini» sottolinea Maria Sole Tognazzi. 

Bianca, che ha appena perso il lavoro di giornalista ed è stata lasciata dal marito Niccolò (Alessandro Tedeschi) per un’osteopata, è nel pieno di una crisi esistenziale da cui non riesce ad uscire. Ad aiutarla sarà la dottoressa Braibanti (Margherita Buy) che le consiglia, come terapia, di dedicare dieci minuti al giorno a fare una cosa che non ha mai fatto. Così Bianca ruba un cappotto in un grande magazzino, va per la prima volta a un funerale e si fa tingere le unghie di rosso. A sostenerla anche il rapporto con la sorellastra Jasmine (Fotinì Peluso) e un colloquio con la madre (Anna Ferruzzo).

«L’esigenza di raccontare personaggi femminili, esplorandone forza e fragilità, è la chiave che accomuna tutti i miei ultimi lavori», sottolinea Maria Sole Tognazzi che si è liberamente ispirata al libro Per dieci minuti di Chiara Gamberale (Feltrinelli). «Sono passata da film come Viaggio sola a Io e lei, fino ad arrivare alla serie Petra, coltivando il desiderio costante di mettere in scena donne che avrei voluto veder prendere vita sullo schermo. Ma questo film può servire anche agli uomini che hanno la possibilità di immedesimarsi e fare i loro dieci minuti nel corpo di una donna e vedere che si prova».

«Quando ho saputo che avrei dovuto interpretare Bianca mi sono fatta raccontare da Francesca Archibugi (sceneggiatrice del film insieme a Maria Sole Tognazzi, nda) cosa significa scrivere, come ci si sente», racconta Barbara Ronchi. «Per quanto riguarda il mio personaggio, la sua vera condanna è l’incapacità di gioire di quello che ha. Vive ancora nell’infanzia, così nei momenti di crisi non ha strumenti per tirarsi su. È una che fa fatica ad alzarsi dal letto, ma quando finalmente comincia ad ascoltare gli altri, tutti sbocciano: si apre il padre e così anche la sorella e lei si sente più utile nei confronti». Voto: 3.5 su 5

APPUNTAMENTO A LAND’S END drammatico, diretto da Gillies MacKinnon, con Timothy Spall e Phyllis Logan. Durata 86 minuti.

È l’incredibile storia di Tom Harper (Timothy Spall), un ex soldato novantenne che ha da poco perso sua moglie Mary (Phyllis Logan). La coppia ha vissuto per sessant’anni in un piccolo villaggio a Nord Est della Scozia che si chiama John O’Groats. Tom ha promesso alla moglie che un giorno avrebbe intrapreso un lungo viaggio fino a Land’s End, luogo dove è nato e punto più a Sud Ovest della Gran Bretagna. È così che un giorno, con un piccolo bagaglio a mano e un abbonamento per i mezzi pubblici, prende un primo autobus in direzione di Land’s End, che si trova a 874 miglia di distanza.

La strada è molto lunga e nel percorso incontra numerose persone che venendo a conoscenza della sua storia, cercano di aiutarlo come possono per proseguire il suo viaggio. Tom diventa una celebrità, in molti lo fotografano e scrivono di lui sui social media. Questo viaggio straordinario sarà un’occasione unica per l’uomo anziano di scoprire paesaggi meravigliosi entrando in contatto con la profondità dell’animo umano. Voto: 3 su 5

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *