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Ad Avola il Paru Festival racconta il “non ancora”

Intrigante gioco di musica e painting live proietta la cittadina siracusana sulla scena più all’avanguardia

Grazie a una generazione di giovani musicisti, cresciuti soprattutto all’ombra della locale Banda Municipale diretta dall’illuminato Maestro Sebastiano Bell’Arte, che ha portato il sound di banda nel pop, nel jazz e nella world music, Avola si appresta ad essere non soltanto la cittadina delle famose mandorle e del controverso Nero D’Avola, ma anche motore di una nuova nouvelle vague musicale. Tanti sono i giovanissimi musicisti che muovono i primi passi nella musica pubblicando anche i loro primi album (il sassofonista Fabio Tiralongo con RajlaCorrado Neri, compositore e pianista; il tenore Sebastiano Cicciarella; il trombettista e compositore di musica elettronica Lorenzo Bardarè, e via dicendo).

Accade così che in una calda sera d’estate questa cittadina mediterranea si sintonizzi con una metropoli come New York, ma potrebbe essere anche Londra o Berlino, offrendo una performance presso il Centro Giovanile Falcone e Borsellino intrisa di avanguardia e sperimentalismo, includendo la musica e la pittura.

Una “Conduction, Paru Festival“ che è l’esibizione finale di un workshop d’interazione e creazione estemporanea diretto da Simone Grande, Maestro diplomato al Conservatorio di Bologna in composizione classica, elettronica e musica improvvisata.

Un momento della performance photo Salvino Bardarè

Una performance che richiama la “Musica d’Insieme” della fine degli anni Cinquanta ma che ne attualizza le espressioni attraverso un metodo “rivoluzionario“: L’Orchestra Improvvisata, un progetto che propone l’improvvisazione musicale attraverso il metodo“ritmo con segni” creato dal compositore multistrumentista argentino Santiago Vazquez. Il punto di partenza per la creazione di questa forma di improvvisazione è l’influenza che Santiago Vazquez ha assorbito, a sua volta, da Lawrence “Butch” Morris con il suo metodo “conduction”, che era rivolto principalmente al free jazz. Il concetto che ha scatenato la creatività di Vazquez stava nella possibilità di creare un linguaggio sofisticato, nel senso di combinare alcuni segni con altri per generare nuovi significati per coordinare un gruppo di persone che improvvisano. Al momento ci sono circa 150 segni in costante evoluzione e sviluppo presso il Cerps (Centro di Studio di Ritmo e Percussioni con Segni) creato e diretto da Santiago Vazquez a Buenos Aires. Un centro educativo in cui persone di tutto il mondo partecipano per incontrare, studiare e sviluppare il metodo.

In Italia Elio Martusciello, napoletano, musicista sperimentale ed insegnante di musica elettronica, ha introdotto questo concetto in una masterclass alla quale partecipò Simone Grande il quale ci dice: «Questa performance vuole rimettere in primo piano la musica sperimentale e d’avanguardia fagocitata dal mainstream per tante ragioni. Allora ridiamo la giusta luce alle stilettate rivoluzionarie di John Cage, che rompevano gli schemi e le cornici del consueto. È così che il direttore orchestrale o “conductor”, insieme agli esecutori, escono fuori dalla “sacralità”, attraverso una gestualità studiata e con un linguaggio di gesti fatti con le mani ed il corpo che consente di creare musica in tempo reale, realizzata al 100% dal vivo. Le mie esperienze musicali costituiscono il substrato sul quale colloco questa esperienza».

Ritmo, melodia e armonia sono improvvisati per creare un flusso musicale continuo, unico ed irripetibile. Il pilastro fondamentale è il desiderio di fare musica d’insieme, dando il massimo possibile, con la consapevolezza di essere presenti.

La pittrice Judyta Krawczyk a giocare con il suo Live Painting su di un lenzuolo bianco photo Salvino Bardarè

Anche la disposizione dei musicisti è di particolare fascino, tutti in cerchio, con al centro il “conductor” ed il pubblico a fare da cornice tutt’intorno. Questo metodo si presta al coinvolgimento di diversi performer, porebbero anche essere dei danzatori. In questo caso era invece la pittrice Judyta Krawczyk a giocare con il suo Live Painting su di un lenzuolo bianco che presto assumerà colori e forme improvvisate sulle emozioni del flusso musicale in divenire continuo. A tal proposito l’artista e professore d’arte avolese Elia Li Gioi presente all’evento, ci spiega: «Questo coinvolgimento multidisciplinare crea un armonia che richiama da vicino il formidabile movimento artistico del “Futurismo “ di Marinetti ed altri, degli inizi del XX Secolo che irruppe aprendo uno squarcio sul futuro dell’arte. Così come questi giovani performer che questa sera ci hanno raccontato il “non ancora”, cose che non vediamo ma che però ascoltiamo e vediamo attraverso la contaminazione disegnando nuove costellazioni artistiche. L’arte ha insito un concetto di “circolarità” che nel suo manifestarsi esprime il nuovo e soprattutto non deve mai abdicare al concetto di donare inquietudine dell’anima ed emozionare chi ne usufruisce».

I musicisti che hanno preso parte alla performance sono: Gianni Grande (chitarra), Alessia Casalino (violino), Claudio Garofalo e Guglielmo Cocchino (trombone), Corrado Lentini (batteria), Sebastiano Cicciarella (tastiere), Giuseppe Caldarella (computer Programming); Gabriele Battaglia e Marco Caldarella (basso elettrico), Lorenzo Bardarè (tromba).Nelle intenzioni del direttore musicale ed artistico Simone Grande c’è il desiderio di concepirne un Festival stabile, magari donandogli una portata internazionale. Noi non possiamo che auspicarlo nell’interesse di una comunità che anche sull’arte puo’ fondare il suo rilancio.

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