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70 anni di tv, torna in pista Renzo Arbore

– Il popolare showman dal 4 gennaio condurrà su Rai2 una nuova serie di “Appresso alla musica”, ripercorrendo la sua storia televisiva e musicale. «E poi un programma anche per il centenario della radio»
 – «Il mio erede? Fiorello. Anche lui ha trovato una chiave e una collocazione del tutto personale. E poi viene dalla musica, improvvisa. Lo sento molto affine alla “scuola” mia e di Boncompagni»
– Le celebrazioni per l’anniversario cominceranno mercoledì 3 gennaio con uno storico ritorno: “Rischiatutto”, il popolare quiz di Mike Bongiorno, condotto per l’occasione da Carlo Conti

«La televisione italiana ha iniziato oggi il regolare servizio con l’inaugurazione ufficiale degli studi e delle attrezzature di Milano, Torino e Roma, trasmessa in telecronaca diretta».

È il 3 gennaio 1954, va in onda il primo telegiornale. È l’alba della tv. Per celebrare i 70 anni della tv, la Rai nell’anno entrante farà scendere in campo tutti i suoi assi ed anche alcuni degli ultimi testimoni di un’era pionieristica, protagonisti che la televisione l’hanno forgiata e rivoluzionata (uno l’avrebbe anche inventata) come Pippo Baudo e Renzo Arbore. 

Ad aprire le celebrazioni, proprio nel giorno dell’anniversario delle trasmissioni ufficiali della Rai, ovvero mercoledì 3 gennaio 2024 sarà uno storico ritorno: Rischiatutto, il popolare gioco a quiz ideato da Mike Bongiorno, per l’occasione ribattezzato Rischiatutto 70 e condotto da Carlo Conti. Il giorno successivo, giovedì 4 gennaio, sarà la volta di Renzo Arbore con una versione inedita e rinnovata di Appresso alla musica: Premiata bottega di antiquariato musicale di Renzo Arbore che lo porterà per venti puntate su Rai2 il giovedì in seconda serata e in replica il mercoledì successivo in seconda serata su Rai5. «Lo ammetto, fa un certo effetto debuttare proprio nel giorno dell’anniversario della tv», commenta Arbore in una intervista all’agenzia AdnKronos. «Ma questo sarà soprattutto un programma musicale, con vere chicche, incontri strepitosi, rari, battesimi di giovani talenti successivamente divenuti icone della musica, confronti illuminanti che ho avuto la fortuna di ospitare nei miei ventuno personalissimi format televisivi e che per fortuna sono conservati in quell’archivio preziosissimo che sono le Teche Rai».

Il programma di Rai Cultura, condotto da Arbore con Gegè Telesforo e scritto dai due con Ugo Porcelli, proporrà già nella prima puntata incontri con una giovanissima Patty Pravo (in Speciale per voi), con Gigi Proietti (in Caro Totò, ti voglio presentare), con Tosca e Tullio De Piscopo (ne Il caso Sanremo), con Le Sorelle Bandiera (ne L’Altra domenica). «C’erano umorismo, scoperte, scalette finte e c’era l’intuizione, credo giustissima, di non parlare di attualità ma di lavorare con la fantasia. La fantasia beffa il contingente, restituisce eternità alle trovate del momento, permette di non invecchiare. Gli arrangiamenti, le battute e le canzoni nascevano con l’idea di non sottostare a nessuna moda e quindi di avere il dono di non passare mai di moda».

Gegè Telesforo e Renzo Arbore

La nuova edizione di Appresso alla musica si distingue dalla precedente (che si rifaceva molto a Doc Musica ad origine controllata), «proprio per questa sua attenzione alle rarità e al ripasso di canzoni bellissime forse un po’ sbiadite nella nostra memoria, ma che senz’altro fanno parte della Storia della Musica del nostro Paese», spiega Arbore. «Questa serie sarà inoltre e soprattutto un’occasione per le nuove generazioni di scoprire come e cosa cantavano i loro nonni».

La tv che si faceva allora non nasceva solo per intrattenere il pubblico ma anche per arricchirlo, per fargli conoscere delle cose. Era una tv d’autore. Io ho sempre cercato di fare cose che potessero durare nel tempo e infatti non ho mai fatto né attualità né imitazioni. Per questo gran parte della mia tv è evergreen

Renzo Arbore

Il programma è frutto di un accurato lavoro di restauro e di rimasterizzazione audio, «trattandosi di materiali con più di sessant’anni d’età, che però si portano benissimo la loro età», sottolinea Arbore. Che sulla differenza tra la tv di allora e quella di oggi, dice: «La tv che si faceva allora non nasceva solo per intrattenere il pubblico ma anche per arricchirlo, per fargli conoscere delle cose. Era una tv d’autore. Io ho sempre cercato di fare cose che potessero durare nel tempo e infatti non ho mai fatto né attualità né imitazioni. Per questo gran parte della mia tv è evergreen», afferma, scandendo l’elenco di suoi programmi che hanno fatto la storia della tv moderna: da L’altra domenica a Tagli, ritagli e frattaglie, daTelepatria International a Cari amici vicini e lontani, da Quelli della notte a Marisa La Nuit, da Doc a Indietro tutta!, da Il caso Sanremo a Meno siamo meglio stiamo.

Ma non solo da questi Arbore ha attinto per il suo programma. Un’altra immensa fonte, sono i filmati delle tournée fatte in tutto il mondo con l’Orchestra Italiana: «Trent’anni di viaggi musicali, dal 1991 al 2021, con un successo incredibile nei cinque continenti. Un’avventura nata da un’intuizione che avemmo con il grande Adriano Aragozzini», racconta Arbore.

Il 2024 sarà anche l’anno di un altro anniversario molto importante: il centenario della radio, che in Italia iniziò le trasmissioni proprio nel 1924 (nell’agosto di quell’anno nacque la Unione radiofonica italiana, a cui lo Stato affidò la concessione per le trasmissioni radiofoniche, inaugurate poi il 6 ottobre). «Per l’anniversario della radio sto preparando un’altra cosa per Rai Storia», rivela Arborei. «Utilizzerò anche il materiale delle sei puntate con cui festeggiai i 60 anni della radio 40 anni fa, con tutti i protagonisti delle origini ancora vivi, da Nunzio Filogamo a Nilla Pizzi, da Alberto Sordi a Claudio Villa, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, il Quartetto Cetra…».

Proprio parlando di improvvisazione e del rapporto con radio e tv, Arbore confessa di considerare suo “erede”, tra i personaggi tv di oggi, solo Fiorello: «Un ottimo erede. Anche lui ha trovato una chiave e una collocazione del tutto personale. E poi viene dalla musica, improvvisa. Lo sento molto affine alla “scuola” mia e di Boncompagni», confessa Arbore. Che spende parole di grande stima anche per Amadeus: «Sono un suo grande ammiratore, perché è un ragazzo che con modestia, semplicità, grande lavoro e grande orecchio ha saputo ringiovanire il Festival di Sanremo. Lo seguo anche nei giochi serali, mi piace. E spero che con Sanremo continui anche l’anno prossimo. Sarebbe un peccato se mollasse il Festival ora. Ha trovato la chiave per portarlo nel futuro, con scelte anche coraggiose nella composizione del cast canoro», sostiene Arbore, che a 86 anni non smette di aggiornarsi. «Ho un ottimo rapporto con la rete. Ho un mio canale di webtv, www.renzoarborechannel.tv, dove a volte raggiungo un milione di visualizzazioni, ma frequento anche i social, da Instagram a TikTok. Nella comunicazione chi si ferma è perduto», conclude sorridendo.

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