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TV. Il metodo Fenoglio, film su Jon Batiste

– Le serie tv della settimana. Il protagonista dei romanzi di Carofiglio arriva su Rai1: un po’ Maigret, un po’ Ambrosoli
Su Netflix documentario da Oscar sul “re dei Grammy” uomo e artista. Su Netflix “Una notte da panico” a Las Vegas. La terza stagione di “Slow Horses” su Apple Tv+

Il Metodo Fenoglio – L’estate fredda (da lunedì 27 novembre su Rai 1)

Nelle prime sequenze il maresciallo afferma che la nuova rivoluzione… è la pazienza. «Il mio personaggio è un uomo che ama la letteratura, la musica classica (oggetto caratterizzante è un walkman che indossa sulle orecchie), odia la violenza e non vorrebbe neanche avere l’arma di ordinanza, arrestare i criminali non con le manette ma attraverso la psiche. Vuole conoscere l’essere umano e lo fa con scrupolo e pazienza per arrivare alla verità e al colpevole». Parole di Alessio Boni, che è il maresciallo Pietro Fenoglio, nato dalla penna di Gianrico Carofiglio e diventato ora protagonista della serie tv Il metodo Fenoglio – L’estate fredda che Rai1 propone dal 27 novembre in prima serata (andrà anche su Raiplay). Tratta dalla trilogia di Carofiglio Il Maresciallo Fenoglio (pubblicato da Giulio Einaudi editore). Lo scrittore è anche sceneggiatore dell’adattamento tv. «È un piemontese trapiantato in Puglia, siamo a Bari nel 1991, voleva fare l’insegnante di Lettere, diventa carabiniere per caso dopo la morte del padre. A Bari si ferma per amore di una professoressa Serena Morandi (Giulia Bevilacqua) e inizia a penetrare in quella matassa criminale, ma a modo suo, senza mai alzare le mani e le armi». La sua capacità, aggiunge Alessio Boni «consiste nel metodo basato sull’empatia: è convinto, infatti, che per contrastare la mafia occorra conoscerla a fondo». 

«In passato, dopo La meglio Gioventù, mi hanno proposto vari ruoli investigativi, che però ho sempre rifiutato perché mancava la veridicità», rivela Boni. Nel cast anche Paolo Sassanelli, che è Antonio Pellecchia braccio destro di Fenoglio. La regia è di Alessandro Casale.

Il Metodo Fenoglio propone il racconto epico di come negli anni Novanta la criminalità barese si sia trasformata in una vera e propria mafia, negli stessi anni in cui in Sicilia si consuma l’attacco di Cosa Nostra al cuore dello Stato con i massacri di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e delle rispettive scorte. A Bari, negli anni Novanta accadono tante cose tra cui il rogo doloso del teatro Petruzzelli. Ma nella storia c’è anche il lato del Pm (Carofiglio lo è stato per anni, ndr), di colui che ha avuto a che fare con materia scabrosa e con la nascita della nuova criminalità organizzata in Puglia; e c’è l’amore tra lui e Giulia, anche, il tema del tradimento che non è sempre un tradimento amoroso. Carofiglio definisce il racconto della serie «un’epoca storica ben restituita sullo schermo, ma errore aspettarsi una replica identica del libro. Ci si può auspicare che il film o la serie riescano a replicare lo spirito dei personaggi e il senso delle storie con in più un senso di verità e credibilità nel lavoro investigativo che non è facile trovare. Il metodo Fenoglio ci è riuscito». 

Boni è rimasto affascinato della capacità di Fenoglio di entrare in empatia con i criminali se vuole sconfiggerli. «Amo la sua capacità di non volere tutto subito, è un uomo che ha pazienza non crede alle coincidenze, al caso, va a fondo è scrupoloso nei dettagli, dotato di intuito e fiuto, perché la fretta al contrario rischia di farti fare errori nelle indagini. Per poter districare la matassa devi saper arrivare al punto preciso come facevano Maigret, Sherlock Holmes e, anche, Giorgio Ambrosoli. Confesso mi sono ispirato anche a questi personaggi per interpretarlo. E vuole anche capire perché uno è diventato un criminale. Spero che un po’ della sua pazienza mi sia rimasta perché io divento sempre più intollerante, anche se mi aiutano i miei figli di 3 anni e 2 anni, grazie a loro riesco a ponderare con giusta distanza».

Ricordando che «in quel periodo al Sud c’era una mattanza vera, c’era un morto ammazzato al giorno» e che «oggi un ragazzo di 18 anni raramente conosce quei fatti che noi conosciamo perché li abbiamo vissuti», Boni ha parlato con Carofiglio «per farmi spiegare cose che non aveva scritto nei romanzi: chi era la madre, il rapporto con il padre, la parentela».

American Symphony (da mercoledì 29 novembre su Netflix)

Mentre è all’apice del successo, fresco di undici candidature ai Grammy e mentre è in procinto di comporre una sinfonia originale per la Carnegie Hall, la vita prende a voltargli le spalle, un tumore da lungo tempo dormiente torna a sconvolgere la vita della sua compagna. Da qui un lungo percorso costellato da tanti ostacoli ma anche di successi. È American Symphony, ritratto dell’uomo e dell’artista Jon Batiste. Il docufilm, diretto da Matthew Heineman (A Private War, Retrograde) acquisito da Netflix e da Higher Ground, la casa di produzione fondata dagli Obama, è allo stesso tempo un film concerto, una storia d’amore e uno spaccato dell’America che emerge dal Covid, il ritmo è costantemente regolato dalle note di American Symphony.

Il racconto parte dagli inizi del 2022 e vede Batiste ad un bivio: mentre cavalca l’onda del successo grazie al ruolo di band leader del Late Show with Stephen Colbert e alle undici candidature ai Grammy e mentre mette assieme i pezzi di quello che sarà un concerto fenomenale in uno dei teatri musicali più importanti al mondo, ecco che, metaforicamente, il cielo comincia a diventare nuvoloso. Suleika Jaouad, sua compagna di una vita, apprende che la leucemia è tornata dopo anni di remissione. La giovane, anche scrittrice bestseller e autrice della rubrica pubblicata dal New York Times, “Life, Interrupted”, deve quindi sottoporsi ad un nuovo trapianto di midollo e alla chemioterapia. È a questo punto cheAmerican Symphony diventa un documentario dalla doppia trama, fatto alti professionali e bassi privati. La pellicola mostra tutto il dramma che vive la coppia, in particolare la forza che deve tirare fuori Batiste per reggere alla pressione del suo lavoro, degli impegni pubblici e poi nel privato essere di conforto a Suleika. La coppia, che ad un certo punto si sposa privatamente, non si arrende, e Suleika, dopo aver saltato la cerimonia dei Grammy perché ricoverata in ospedale, riuscirà ad essere in prima fila per vedere il marito che manda in delirio la Carnegie Hall con il suo straordinario talento.

Netflix manderà in onda il docufilm a livello mondiale il prossimo 29 novembre, in tempo per le candidature agli Oscar. Variety la ha già dato come possibile favorito per la categoria miglior documentario, miglior film o anche miglior canzone originale con il brano It Never Went Away. Per Heineman, inoltre, potrebbe arrivare l’occasione del riscatto dopo la precedente candidatura nel 2015 con Cartel Land.

Slow Horses 3 (da mercoledì 29 novembre su Apple TV+)

Dopo una missione fallimentare, l’agente del servizio segreto britannico River Cartwright viene trasferito a Slough House, una specie di purgatorio dove finisce chi ha pestato i piedi sbagliati. Qui Cartwright e gli altri “ronzini”, comandati da Jackson Lamb, si tengono impegnati con scartoffie e compiti noiosi. Fino a quando l’MI5 non si trova invischiato in un bel pasticcio… Premiata come «miglior serie britannica» agli International Drama Awards 2022, mercoledì 29 novembre Slow Horses torna su Apple Tv+ con la terza stagione. La serie è ispirata ai romanzi di Mick Herron. Nel terzo capitolo una relazione romantica a Istanbul minaccia di svelare un segreto dell’MI5 che metterebbe in pericolo il futuro del servizio segreto. Nel cast di Slow Horses (già confermata per la quarta stagione) Gary Oldman, Kristin Scott Thomas e Sope Dirisu di Gangs of London.

Obliterated – Una Notte Da Panico (da giovedì 30 novembre su Netflix)

Un team di agenti speciali sventa una minaccia a Las Vegas. La festa che segue, a base di alcol droga e sesso, è di quelle da ricordare. O forse no, perché in realtà la bomba era finta e quella vera è ancora da disinnescare. Col cervello annebbiato dalla sbornia della notte precedente, il team – un Navy Seal, un cecchino, un’esperta di tecnologia, un pilota… – deve rimettersi al lavoro per tentare di salvare la città. Obliterated – Una Notte da panico, da giovedì 30 novembre su Netflix, è stata creata dagli stessi autori di Cobra Kai, la serie franchise di Karate Kid.

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