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Michael Jackson – “Thriller”

Ogni domenica, segnalisonori dà uno sguardo approfondito a un album significativo del passato. Oggi rivisitiamo il capolavoro che ha definito un’era e infranto le barriere della musica diventando  l’album più venduto della storia

Il 25 giugno 2009, Michael Jackson, soprannominato il Re del Pop, muore all’età di 50 anni, lasciando un’eredità musicale lunga oltre quattro decenni. Una carriera intensa, iniziata cantando e ballando con quattro dei suoi fratelli quando aveva appena 6 anni nei The Jackson 5. Quando insieme avevano già registrato sei album di successo, Michael, all’età di 14 anni, intraprese contemporaneamente la sua carriera da solista. Il più giovane della famiglia era un bambino prodigio. In quattro anni registrò nove album, cinque con i Jackson 5. Il suo quinto album solista Off the Wall (1979), il primo dei tre prodotti con Quincy Jones, fu un grande successo, ma non quanto Michael si aspettava e così decise di costruire una cattedrale musicale e visiva mai vista prima. Nel 1982, all’età di 24 anni, pubblica Thriller, l’album più venduto della storia. Un insolito connubio fra musica, danza, moda, videoclip e marketing che ha rivoluzionato non solo la musica, ma la cultura popolare.

Cinque anni dopo Thriller, Michael Jackson pubblicò il suo settimo album, Bad (1987), che fu il primo a piazzare cinque singoli al numero uno negli Stati Uniti: I Just Can’t Stop Loving YouBadThe Way You Make Me FeelMan in the Mirror e Dirty Diana. Ancora una volta, la musica, la danza e l’estetica magnetica lo portarono al top. È stato l’album più venduto al mondo nel 1987 e nel 1988. Quattro anni dopo pubblicherà Dangerous (1991), seguito da HIStory: Past, Present and Future, Book I (1995) e Invincible (2001). Tutti album di successo, ma ognuno con numeri inferiori rispetto al precedente. Nonostante tutto, le vendite non hanno mai smesso di crescere e, dopo la sua morte, sono addirittura riprese. Soprattutto Thriller, l’album più emblematico.

Thriller non solo è diventato l’album più venduto di tutti i tempi, con vendite stimate in 100 milioni di copie in tutto il mondo, ma ha vinto numerosi premi, tra cui il record di otto Grammy in una sola notte, incluso l’album dell’anno. Ha anche battuto il record di settimane non consecutive al numero uno (37 settimane) attraverso un bombardamento di singoli innovativi e stili diversi e fusi che avrebbero raggiunto un pubblico molto vario: furono pubblicate sette singoli con le nove canzoni dell’album e tutti hanno raggiunto la top 10 della Billboard Hot100 (la principale classifica di popolarità dei singoli negli Stati Uniti).

Ad aprire l’album c’è Wanna Be Startin’ Somethin’, un classico brano pop ottimista. Seguito dall’orecchiabile e sottovalutata Baby Be Mine. Poi la sofisticata The Girl Is Minein duetto con Paul McCartney. Poi c’è una successione al cardiopalma: tre hit una appresso all’altra d’incredibile potenza: Thriller, Beat It e Billie Jean. Dall’assolo di Van Halen fino alla più grande canzone pop di sempre, la forza di quei tre brani uno dopo l’altro è senza precedenti. Jackson e Jones chiudono l’album inserendo Pretty Young Thing tra due commoventi ballate: Human Nature e The Lady in My Life.

Ciò che caratterizza l’album è la fantastica produzione di Quincy Jones, ma soprattutto la sinergia tra la musica e le immagini, la serie di incredibili e innovativi video che accompagnarono ogni singolo. Billie Jean e Beat It sono arrivati al numero uno, rispettivamente per sette e tre settimane. Entrambi avevano videoclip trasmessi sulla rete televisiva musicale MTV. Il primo ha contribuito a rompere le barriere razziali nella musica, poiché la rete credeva che la musica nera non si adattasse alla sua programmazione rock. 

Tuttavia, la casa discografica di Michael costrinse MTV a trasmettere regolarmente Billie Jean, presentato in anteprima il 10 marzo 1983. Il video fu un successo e catapultò le vendite dell’album Thriller. Tre settimane dopo, il 31 marzo, è stato rilasciato il video di Beat it, presentato in anteprima mondiale in prima serata. Lo stile rock della canzone, la narrazione del video sulla violenza di strada e l’iconica coreografia dei ballerini sincronizzati hanno aggiunto una dimensione artistica che ha catturato l’attenzione del pubblico e ha fatto di Michael Jackson un’icona pop internazionale.

Il settimo e ultimo singolo estratto dall’album è stata la canzone del titolo dell’album, Thriller. Curiosamente, questo brano non era destinato a essere pubblicato come singolo. Ma nel giugno del 1983, quando l’album uscì dalla vetta della classifica di Billboard, Michael e il suo team cercarono un colpo che lo riportasse al primo posto: pubblicare un nuovo singolo con il videoclip più spettacolare possibile. Il tema horror della canzone era perfetto. Fu convinto il regista John Landis ad accettare l’incarico. Lui e Michael hanno ideato un cortometraggio di quattordici minuti per una storia in cui Jackson si sarebbe trasformato in una specie di uomo felino e anche in uno zombie che avrebbe guidato la danza coreografica di un’orda di morti viventi, con passi creati da Michael Peters e Michael Jackson, che alla fine sarebbe diventato iconico.

Il videoclip ebbe un successo immediato, diventando un fenomeno culturale. La sua anteprima su MTV è stata un evento enorme e la rete lo ha trasmesso ripetutamente a causa della grande richiesta. La narrativa horror, gli effetti speciali, il costume di Michael e la coreografia degli zombie hanno catturato l’immaginazione di pubblico e critica. La brillante strategia di marketing è consistita nel pubblicare il videoclip, molto atteso e rivoluzionario, prima del singolo. La pubblicazione del video musicale il 2 dicembre 1983 riaccese un grande interesse attorno all’album. Questa strategia contribuì non solo a prolungare la vita commerciale di Thriller, ma creò un mostro che sarebbe diventato il disco più venduto di tutti i tempi.

Gli sforzi di Michael hanno dato i loro frutti. Fin da giovane ha mostrato un talento eccezionale per il canto e la recitazione. La sua estensione vocale e la capacità di trasmettere emozioni attraverso la sua musica erano evidenti fin dai suoi primi giorni con i Jackson 5. Ma con Quincy Jones ha portato la sua musica ai massimi livelli, fondendo vari generi musicali, tra cui pop, rock, R&B, funk e disco. e ha ottenuto un suono unico e accessibile per un pubblico globale.

Michael non era solo un cantante eccezionale, era anche un grande ballerino e innovatore, caratterizzato da movimenti precisi e unici come il “moonwalk”, il robot o la rotazione a 360 gradi. Come se ciò non bastasse, aveva anche uno stile di abbigliamento unico e riconoscibile: cappello, occhiali da sole, giacche militari con decorazioni, un guanto bianco con paillettes, calzini bianchi, scarpe di vernice o nastri sulle dita… Le sue danze e la sua estetica gli ha dato una presenza scenica che ha contribuito a consolidare il suo marchio visivo, che lo ha distinto dagli altri artisti.

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