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Il soldato Jason Brown sbarca a Taormina

Il regista messinese Fabrizio Sergi ha girato un film sullo sbarco alleato del 1943 che sarà presentato al TaoFilmFest. «Ambientare la storia a Savoca, Santa Teresa di Riva e Scifì è stata per me una scommessa vera e propria, volta a riscoprire i miei luoghi»

Stavolta l’ispirazione l’ha tratta da una vicenda bellica. Da una storia realmente accaduta. Esattamente dal suo libro-documentario Charlie Beach, uscito qualche anno fa e che narra lo sbarco alleato in Sicilia del 1943. È un film di matrice storica quello che Fabrizio Sergi, trentaduenne regista originario di Santa Teresa di Riva (in provincia di Messina), ha girato tra le vie di Scifì (Forza d’Agrò) e Savoca, e che presenterà al 69° Festival del Cinema di Taormina. Centri storici che sono stati tramutati – come è avvenuto spesso nella loro storia – nel set cinematografico di Jason Brown, ultima creatura di un Sergi che, a circa tre anni dall’uscita del cortometraggio Scharifa (2018) ha sfornato adesso un’altra perla di pellicola. 

Si tratta, come già detto, di un film che prende vita nel settembre 1943 sul versante tirrenico della Sicilia, nelle campagne di Serro, prima e dopo l’armistizio, in seguito allo sbarco alleato nell’isola. Il protagonista è Jason Brown, ufficiale medico dell’esercito statunitense, in un primo tempo disperso nelle campagne siciliane. Il giovane regista, assieme al suo cast, costituito da Jason e Gia Duque nel ruolo di protagonisti, Orazio Stracuzzi Campagna (Don Fortunato), Adela Moldovan, Joseph Gugliotta, Dominga Sottile, Salvatore Coglitore e da circa trenta comparse, ha confezionato un prodotto che fotografa, in maniera limpida e potente, uno dei momenti più importanti della nostra storia recente. Tutto grazie anche alla troupe tecnica, composta dall’aiuto regista Francesco Rungo, con la direzione fotografica di Tommaso Pollino, le musiche scritte e dirette da Lorenzo Sergi e l’edizione curata da Santi Crupi, in collaborazione con Daniele Casablanca in qualità di fotografo di scena. 

«L’idea di realizzare un corto storico, ispirato ai fatti della Seconda Guerra mondiale nasce circa una decina di anni fa, quando iniziai a dedicarmi alle ricerche relative allo sbarco in Sicilia, con il supporto di associazioni e fondazioni italiane e straniere, per lo più canadesi», spiega Sergi. «Si tratta di un genere, quello storico, che mi appassiona da sempre, ma su cui non avevo ancora lavorato per motivi logistici, legati forse alla mancanza di esperienza al riguardo». 

Tutto è poi partito con la pubblicazione del testo Charlie Beach e con l’imminente ottantesimo anniversario dallo Sbarco: Sergi ha trovato lo spunto giusto per far nascere il progetto Jason. Un titolo che nasce in seguito all’incontro con l’attore americano Jason Duque, protagonista di un film il cui nome nasconde un significato importante: “guaritore”. Un corto che sarà adesso “montato” e presentato nei festival nazionali e stranieri e poi sulle nuove piattaforme televisive. «Un grazie speciale va al CINIT Cineforum Italiano nella persona del presidente Massimo Caminiti, per la stretta collaborazione, ed a Ninni Panzera per la Zattera dell’Arte, che mi hanno sostenuto anche in altre produzioni», dice Sergi. 

Tutto il cast del film “Jason Brown”

Una carriera già ricca di titoli che lo hanno portato in giro per tutto lo Stivale, nei vari festival, anche fuori dai confini italiani. «Ritornare a girare un film nella mia Sicilia è per me un motivo d’orgoglio dopo il lungo stop legato alla pandemia», commenta. «Oggi come oggi è importante raccontare in modo nuovo e originale un passato che ci chiede irrimediabilmente il conto. Ambientare la storia di Jason Brown a Savoca, Santa Teresa di Riva e Scifì è per me una scommessa vera e propria, volta a riscoprire i miei luoghi, che ho scelto perché mi appartengono e allo stesso tempo sono pieni di storia». 

Una storia, quella dello sbarco in Sicilia, che Sergi ha raccontato in un libro illustrato, fonte d’ispirazione per uno short film al quale ha partecipato un attore di grande spessore come Orazio Stracuzzi. «È sicuramente un interprete di alto profilo», sottolinea Sergi. «Per lui parlano chiaro i circa ottanta film in cui ha recitato. Tra questi Baaria di Giuseppe Tornatore, Il tassinaro di Alberto Sordi e Brancaleone alle crociate di Mario Monicelli». Oltre alle serie televisive in cui ha spesso ricoperto ruoli come il prete o l’insegnante magnanimo e comprensivo, grazie anche al suo volto sorridente o austero a seconda dell’occasione. «In questa mia opera l’ho messo nelle condizioni di poter sviscerare tutta la sua arte drammatica», conclude il regista. «Stracuzzi per me resta un amico, ma anche un confidente fraterno che dispensa consigli importanti su come migliorare in un campo, quello cinematografico, in cui lui ha sicuramente molta più esperienza di me». Un film, appunto Jason Brown, nato da un soggetto e da una sceneggiatura di Nino Ucchino (zio di Sergi e scultore di fama internazionale) in collaborazione proprio con il regista e attore Stracuzzi, che nel cortometraggio interpreta il parroco del paese. 

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