Dal 3 maggio nelle sale italiane la terza puntata della saga miliardaria della Marvel. Si conclude il percorso della banda disfunzionale di supereroi/antieroi dello spazio. Il regista James Gunn si prepara a rilanciare Superman. «Questa puntata è molto più cruda delle precedenti». Radiohead, Springsteen, Florence and The Machine nella colonna sonora
Allacciate le cinture, fan della Marvel: i Guardiani stanno per salvare la galassia ancora una volta. In Guardiani della Galassia Vol. 3 , tuttavia, la band di supereroi disadattati preferita da tutti sembra un po’ diversa da quando i fan li hanno visti l’ultima volta. I Guardiani stanno ancora soffrendo per la perdita di uno di loro dopo che Gamora (interpretata da Zoë Saldaña) si è sacrificata nel film Avengers: Infinity War del 2018 , mentre altri personaggi come Mantis (Pom Klementieff) e Nebula (Karen Gillian) sono ora un parte ufficiale della banda Guardian.
Il cast ha terminato le riprese nel maggio 2022 e il regista James Gunn ha confermato che dopo otto anni di film dei Guardiani (Vol. 1 presentato per la prima volta nel 2014), Vol. 3 sarà l’ultima puntata del franchise. «Dodici anni fa, quando ho iniziato a lavorare al progetto, avrei solo potuto sognare che i Guardiani della Galassia assumessero anche una rilevanza culturale, per quanto sul piano della storia ero fiducioso», commenta il regista re Mida dei superhero movies. «Sentivo che stavamo facendo qualcosa di diverso, che il mondo potesse aver bisogno di un fantasy spaziale diverso da tutto ciò che si era visto fino a quel momento».
Il film, in uscita il 3 maggio con Disney, archivia il percorso con la banda disfunzionale di supereroi/antieroi dello spazio, creata per i fumetti Marvel nel 1969 da Arnold Drake e Gene Colan e rinnovata nel 2008 da Dan Abnett e Andy Lanning. Nel cast tornano Chris Pratt, nei panni del leader del gruppo Peter Quill/Star Lord, Zoë Saldaña, Karen Gillan, Dave Bautista (Drax) Pom Klementieff (Mantis), Bradley Cooper come voce in originale per il procione modificato geneticamente Rocket, Vin Diesel per la pianta antropomorfa Groot. Fra le new entry: uno straordinario Chukwudi Iwuji, per uno dei villain più spietati dell’Universo Marvel, L’Alto Evoluzionario «un cattivo con il delirio d’onnipotenza», spiega l’attore nella conferenza stampa internazionale in streaming; Will Poulter per Adam Warlock e Maria Bakalova per la voce del cane “spaziale” Cosmo. Un ensemble che ha fra gli interpreti anche Sean Gunn, Elizabeth Debicki, Sylvester Stallone, Linda Cardellini e Nathan Fillion, con il quale si dà vita al capitolo più compiuto e denso di contenuti della saga, dove all’ironia ed a una playlist, spina dorsale della storia (da Creep degli Radiohead a Badlands di Springsteen, da Crazy on you delle Heart a una liberatoria Dog Days Are Over di Florence and The Machine), stavolta si aggiunge anche una componente distopica horror più marcata legata ad esperimenti sugli animali e l’incubo visionario di poter creare inquietanti mondi perfetti.
Guardando agli incassi dei primi due capitoli (globalmente oltre un miliardo e 640 milioni di dollari) il film promette di dominare di nuovo al botteghino. Un modo perfetto per Gunn di archiviare (almeno per ora) il sodalizio con la Marvel e immergersi nella nuova avventura, come nuovo co-ceo dei Dc Studios, per i quali è al lavoro come regista di Superman: Legacy, sul supereroe negli anni giovanili. Per interpretarlo, Gunn cerca «qualcuno che trasmetta tutta l’umanità di Superman. Deve avere la sua gentilezza ed empatia».
Tornando ai Guardiani della Galassia, stavolta al centro della storia c’è Rocket, costretto a riaffrontare un traumatico passato, quando l’Alto Evoluzionario, responsabile della sua “trasformazione”, decide di riprenderselo, perché lo considera la chiave per creare un mondo perfetto, dopo alcuni falliti tentativi. Toccherà a Peter Quill, ancora provato dal dover rinunciare a Gamora (che non ha più i loro ricordi insieme) rimettersi in azione con gli altri Guardiani per cercare di salvare l’amico. «Stavolta Peter si sente perduto», spiega Chris Pratt. «Succede a molti di noi di trovare se stessi nelle relazioni con gli altri, quelle amorose, famigliari, di amicizia. Lui trova se stesso prima con i Guardiani della Galassia poi nella relazione con Gamora e quando gli viene portata via perde di nuovo le sue sicurezze».
Karen Gillan, interprete della sorella cibernetica di Gamora, Nebula, vive in parallelo un percorso di crescita: «Con Thanos fuori dalla sua vita inizia a crescere emotivamente, ha meno paura di mostrare anche le sue fragilità», spiega.
«Penso che tutti e tre i capitoli mi riflettano come regista e stavolta mi sono sentito ancora più sostenuto dalla Marvel nel fare scelte più rischiose per questo film, che è molto più crudo dei primi due», conclude Gunn. «Anche perché il personaggio centrale, Rocket, è quello al quale mi sento vicino, mi rivedo in lui, in tanti modi. Nel primo film c’è la storia di una madre, il secondo è la storia di un padre, questo mi rispecchia, lo sento ancora più intimo».