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I 20 migliori album del 2023: da 20 a 16

Quest’anno è stato meno difficoltoso selezionare i venti album della TOP 2023. Forse perché sono davvero pochi quelli che si sono distinti per originalità e qualità nell’inflazionato panorama musicale oggi rappresentato dalle piattaforme di streaming. Sono dischi, alcuni di questi, che hanno avuto bisogno di più ascolti per essere compresi e apprezzati. Tempo che, purtroppo, pochi spendono per ascoltare un disco: non a caso sono ritornati i singoli, spesso di breve durata, perché gli studi dicono che dopo 30 secondi di ascolto oggi si passa a un altro brano. Nella TOP 20 di segnalisonori.it si registra il ritorno di alcuni mostri sacri della storia della musica, a conferma della classicità del rock, ma anche del fatto che restano loro fra i pochi a guardare quello che accade intorno, piuttosto che a rivolgere lo sguardo nel proprio mondo interiore. (Per compilare la TOP 20 sono stati considerati gli album usciti dal primo gennaio al 15 dicembre 2023)

20. MURDER CAPITAL – “Gigi’s recovery”

Contro un panorama post-punk cataclismico, la band di Dublino The Murder Capital sono una band decisa a distinguendosi dalla massa. Dopo essersi affermati presto come live act imperdibili, l’improvviso arrivo della pandemia ha presentato al quintetto irlandese una sfida completamente nuova; non fare niente. Con le persiane abbassate sulla musica dal vivo, McGovern e compagnia apparentemente sono svaniti nell’etere. Il loro ritorno esplosivo è arrivato sotto forma di Gigi’s Recovery, un secondo album in parte autobiografico, pieno di tutta l’intensità e l’angoscia del loro debutto. Musica rock che si muove fra Doors, Morrissey, Frank Sinatra, post punk, noir e psichedelia. Poesia e impegno sociale. James McGovern ipnotico e teatrale frontman. 

19. NABIHAH IQBAL – Dreamer

Come il girasole di uno dei titoli dei brani di Dreamer, Iqbal sembra piegarsi verso la luce: una musicista che insegue calore, bellezza e trascendenza in qualunque forma riesca a trovarla. Il suo radicamento nella club culture fa sì che brani deep house come Gentle Heart e Sky River colpiscano a dovere. Ma questo è soprattutto un album dream-pop, con la chitarra elettrica alla Durutti Column, la bellezza dei Cocteau Twins e, in This World Couldn’t See Us, uno sfacciato pastiche anni Ottanta con gli A-ha-che incontrano i New-Order.

18. ILARIA PILAR PATASSINI – “Terra senza terra”

Il mare riflette l’anima randagia di Ilaria Pilar Patassini. Padre etrusco, madre nativa della foresta costaricense, cantautrice, interprete, performer, autrice: il suo percorso si intreccia da sempre con il jazz, la world music, il folk, la canzone d’autore, la musica colta, il teatro, la parola. La sua voce meravigliosa, armonica, educata al Conservatorio, pervade l’album di una atmosfera vintage, malinconica, languida talvolta, altre sensuale. Una funambola delle note, che si muove sulla linea di confine fra i generi musicali, sui chiaroscuri, sui contrasti: gli archi classici giocano con un crescendo rossiniano fino a irrompere in uno sfrenato rock in Il passo indietro dell’amore, subito dopo il minimalismo pianistico e il recitativo di Terra senza terra

17. ELISA NOCITA – “Radici”

Le “Radici” del titolo sono quelle della melodia e affondano alle falde del Vesuvio. Ma sono anche quelle del contrabbassista jazz Nello Toscano, che condivide il progetto insieme alla cantante siracusana Elisa Nocita ed al chitarrista Maurizio Diara. Elisa Nocita, meravigliosa voce rimasta nascosta incredibilmente per troppo tempo, grazie a questo album, viene prepotentemente alla ribalta. Tammurriata nera, cavallo di battaglia della Nuova Compagnia di Canto Popolare, nell’interpretazione di Elisa Nocita è un pezzo di estrema bravura: la sua voce diventa percussione, sembra mascolina.

16. BOYGENIUS – “The Record”

Sono semplicemente una band incredibilmente grande, con tre delle più brillanti cantautrici del momento. Julien Baker, Phoebe Bridgers e Lucy Dacus sono boygenius con i loro stili totalmente distinti. Ma il potere del genio ha qualcosa di strano, imprevedibile e leggermente pericoloso. Accade quando queste tre menti musicali si fondono. In tutto The Record, dimostrano di essere una band che può fare tutto, toccando picchi insieme che non possono essere raggiunti in nessun altro modo.

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