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FLAVIO BOLTRO sintesi del jazz attuale

 – Il trombettista torinese in Sicilia per cinque concerti (Siracusa, Messina, Mussomeli, Taormina, Catania) con un quartetto “all stars” composto da Rino Cirinnà al sax, Daniele Gorgone al piano e Nello Toscano al contrabbasso
 – In Francia alla corte di Michel Petrucciani, «un maestro anche di vita oltre che un musicista di spessore e carisma ineguagliabile». Wynton Marsalis indicò il musicista italiano come uno dei migliori trombettisti della scena jazz mondiale 

Per suonare il jazz devi viverlo, così diceva Charlie Parker. Una affermazione da condividere in pieno. Da Torino a Parigi il passo è stato istintivo. Nella Ville Lumiere il jazz si respira un po’ dappertutto e, quindi, è un riferimento imprescindibile per chiunque abbia un po’ di curiosità al riguardo. Flavio Boltro lo ha fatto e anche bene, mettendo un altro tassello importante in una carriera che già nel 1984, quando aveva 23 anni, lo vedeva indicato come migliore talento nel referendum Top Jazz, precedendo di due anni il suo ingresso nel gruppo italiano più celebre di quel periodo, il quintetto Lingomania, che comprendeva Maurizio Giammarco al sax tenore, Furio Di Castri al contrabbasso, Roberto Gatto alla batteria e Umberto Fiorentino alla chitarra.

Nello stesso periodo cominciava una fitta collaborazione con musicisti di calibro internazionale come Cedar Walton, Billy Higgins e David Williams (con i quali si presentò ad alcuni importanti festival europei), e come Clifford Jordan, Jimmy Cobb, Joe Lovano. Poi, il trasferimento in Francia, prima alle dipendenze della blasonata Orchestre Nationale de Jazz e successivamente con il quintetto di Stefano Di Battista, altro emigrato eccellente. Esperienze che hanno dato un’accelerazione fortissima alla sua crescita, ancora di più rispetto alla dorata gavetta con Michel Petrucciani agli inizi degli anni Novanta.

In un’intervista fatta a Wynton Marsalis sulla rivista Down Beat nel novembre del 1998, Marsalis designava Flavio Boltro come uno dei migliori trombettisti della scena jazz mondiale insieme a Terence Blanchaed, Wallace Roney, Nicholas Payton, Marcus Printup, Roy Hargrove, Tom Harrell.

Il trombettista torinese, tuttavia, ricordando i suoi esordi e la sua formazione, non dimentica «Mario Rusca e il compianto Larry Nocella, i primi grandi musicisti che hanno acconsentito che partecipassi alle loro jam, fino a quello indimenticabile con Michel Petrucciani, un maestro anche di vita oltre che un musicista di spessore e carisma ineguagliabile».

Il jazz era nel suo destino. Il padre è musicista, trombettista e grande appassionato di musica afroamericana, la madre insegnante elementare. «Mi sono ritrovato immerso nel jazz fin da piccolo, da quando avevo tre anni», ricorda Boltro. «Mio padre mi prendeva sulle ginocchia prima di andare a letto e mi faceva ascoltare Armstrong e tutti i dischi di quegli anni. A nove anni e mezzo ho detto a mio padre che volevo imparare a suonare la tromba».

Questa settimana, Flavio Boltro sarà protagonista di un breve ma intenso tour alla guida di un quartetto “all stars” composto da Rino Cirinnà al sax tenore, musicista eclettico attivo da decenni tra ricerca timbrica e sperimentazione armonica; al pianoforte Daniele Gorgone, noto per la solidità esecutiva e la raffinatezza armonica; e al contrabbasso Nello Toscano, figura di riferimento nella scena jazz siciliana. Cinque le tappe in Sicilia: mercoledì 7 maggio, ore 20, al bistrot Pourqua Pas di Siracusa, l’indomani, giovedì 8 maggio, a Messina, venerdì 9 a Mussomeli, sabato 10, ore 19:30, all’Excelsior Palace Hotel di Taormina e domenica 11 al Monk Jazz Club di Catania per un doppio concerto (19:00 e 21.30).

Il repertorio del quartetto riflette l’evoluzione del linguaggio jazzistico in Europa, con brani che mettono in risalto l’equilibrio tra scrittura strutturata e momenti di improvvisazione aperta. «L’intento è quello di esplorare il potenziale espressivo di ogni strumento, valorizzando l’interazione tra i musicisti», spiegano. «L’insieme offre una visione attuale del jazz, capace di coniugare tradizione e innovazione stilistica».

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