Ragazza de borgata, cubista, cantante, modella, sex symbol e icona Lgbtqa+, tarantolata e ora attrice nel film “Ti mangio il cuore” (dal 22 settembre nelle sale), nel quale interpreta la moglie di un boss mafioso. «La mia vita mi stupisce sempre, non mi annoio con me stessa». «Difendo i diritti umani, il linguaggio di Giorgia Meloni è violento, mi dispiace che, pur essendo una donna, veicoli un modello patriarcale. Se ci fosse un candidato di destra con idee interessanti lo voterei pure. Il fatto è che tutti mi vogliono etichettare»
È cresciuta fra gli ultimi della periferia romana, con la droga che arrivava fin dentro casa, le prostitute sul pianerottolo di un bilocale a Quartaccio diviso coi genitori (una ballerina di origini caraibiche e un musicista di strada) e la sorella Fey. Non ha finito il ciclo di studi per fuggire a 19 anni in Puglia con un uomo più anziano, per poi diventare cubista e cantante jazz. Lo snodo di “Amici” di Maria de Filippi, il Festival di Sanremo, le sfilate sulle passerelle di moda, il sensuale e audace Bagno a mezzanotte, l’amore sconfitto per Marracash, i flash dei paparazzi, la danza erotica nella Notte della Taranta, dove ha ballato la Pizzica di San Vito, fino al red carpet al Lido di Venezia, debuttante nel film Ti mangio il cuore.
Ragazza de borgata, cantante, modella, sex symbol e icona Lgbtqa+, tribale, tarantolata, attrice. Diva. In una parola, Elodie Di Patrizi. «La mia vita mi stupisce sempre, non mi annoio con me stessa», sorride. «Da piccola ero convinta di essere come l’eroina del Meraviglioso mondo di Amélie, naïf e incantata. Poi mi sono accorta di essere simile alla protagonista del film Lola corre, che senza farsi domande si getta nelle strade di Berlino scontrandosi con mille destini. Mi credevo collegata al cosmo e invece sono agganciata alla terra. E quando scopri chi sei, e comprendi la tua natura, allora la accetti. Per me son cicli di cinque anni: faccio una cosa, non ne vedo il senso, e poi arriva il finale a sorpresa a chiarire tutto».
Nel film del regista pugliese Pippo Mezzapesa, girato in bianco e nero e che debutta nelle sale giovedì 22 settembre, Elodie interpreta Marilena, l’affascinante moglie di un boss della malavita che, innamorandosi del figlio di una famiglia rivale, Andrea Malatesta (Francesco Patanè), riaccende un’antica faida piena di sangue. Ma Marilena è anche una donna pronta ad affrontare con coraggio le ragioni del cuore e della giustizia. Siamo in Puglia, tra gli altopiani del Gargano, dove da sempre domina la Sacra corona unita foggiana, la cosiddetta “quarta mafia”, la più feroce. Nella straziante scena del parto, Elodie nel letto nemico si rifiuta di spingere perché sa già di mettere al mondo l’ennesimo sacrificato, mentre l’odiosa matriarca le sibila nell’orecchio: «Questa volta almeno non sgraverai un porco».
«Cominciare con un ruolo così complesso non è da tutti, è stata coraggiosa», ha commentato il regista Pippo Mezzapesa. «Posso dire che è nata una diva».
«Recitare, rispetto a cantare, mi ha fatto toccare vibrazioni più profonde di me stessa. È un po’ come andare in analisi. Lo rifarei e sceglierei anche bene, perché per me è stata una sorta di terapia», commenta Elodie. «Ho molte affinità con il personaggio di Marilena. Sarei orgogliosa di una donna del genere che sceglie la vita, che sceglie di parlare con grande coraggio», sottolinea. «A scuola, nel quartiere dove sono cresciuta, odiavo i bulli ma ero scontrosa come un bullo. Avevano paura di me perché ero un po’ isterica, secca secca, nervosa. Avevano paura dei miei occhi, di cos’altro? Ai bulli devi far capire che sei forte, fargli sentire quel disagio che vogliono incutere loro stessi».
Nessun imbarazzo nella scena di nudo. D’altronde, la cantante-attrice trentaduenne nel video Bagno a mezzanotte e in diversi scatti postati su Instagram ha già mostrato quasi tutte le parti del suo corpo. «Ho da sempre un rapporto sereno con il mio corpo. Un seno è un seno. Ce l’ho io come lei, solo abbiamo ghiandole diverse». Tuttavia, tiene a precisare che «non mi ero preparata per la scena di nudo. Aggiungendo: «La cosa più importante per me era che si capisse la passione, perché è un film crudo, ed edulcorare una scena di sesso per pudore sarebbe stato sessualizzare in realtà un corpo, la passione e l’amore esistono nella vita di tutti noi».
I film sono stati compagni importanti nella vita di Elodie, sostituendo il ruolo che avrebbero dovuto avere i libri. Un filtro per comprendere altri mondi, altre culture, altre realtà. Per conoscere e imparare. Oltre ad Amélie, da ragazzina ha «amato molto Viola e Schindler’s listche ho visto tante volte. E poi tra i miei preferiti c’è Nuovo Cinema Paradiso».
C’è, infine, un altro aspetto di Elodie, al quale non abbiamo accennato nell’introduzione: la politica. Più volte l’artista è intervenuta su alcuni temi “caldi” della campagna elettorale, dalla difesa dei diritti delle donne e del mondo Lgbtqa+ all’allarme per la crisi climatica.
«Sono una cittadina e in quanto tale mi interesso di politica. È del tutto normale, anche perché credo che ci sia un livello dei diritti umani sotto il quale non si deve mai andare. Il linguaggio di Giorgia Meloni è violento, mi dispiace che, pur essendo una donna, veicoli un modello patriarcale», ribadisce Elodie che più volte si è schierata contro la destra e Fratelli d’Italia. «Confesso che, ad esempio, non ho mai votato Pd, se ci fosse un candidato di destra con idee interessanti lo voterei pure. Il fatto è che tutti mi vogliono etichettare».
A completare il cast del film Ti mangio il cuore sono Tommaso Ragno, Francesco Di Leva, Michele Placido e Brenno Placido.