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Dedalo Festival, dalla fragilità nasce la forza

“La bellezza della fragilità” è il tema del XVI Dedalo Festival che si svolgerà dal 5 all’8 agosto a Caltabellotta. Letteratura, teatro e musica nel tentativo di veicolare e far conoscere prodotti culturali di qualità. La “Versatile Orchestra” colorerà i diversi momenti del festival. Le incursioni dell’attore Carmelo Rappisi, il laboratorio di Giovanni Proietto “Pascolare sogni. Catapana sheep”, l’alba al Castello Luna e tanti altri eventi

Compie sedici anni il Dedalo Festival, tradizionale appuntamento estivo che trasforma il paesino agrigentino abbarbicato sui Monti Sicani in culla della cultura siciliana per quattro giorni, da sabato 5 a martedì 8 agosto. 

Appena a venti chilometri dal mare di Sciacca e a sessanta dalla Valle dei Templi, a causa delle pessime condizioni delle strade, che trasformano ogni trasferimento in un’avventura, Caltabellotta non rientra nei percorsi turistici. Eppure, è una delle città più antiche della Sicilia. Era la leggendaria Camico, la capitale del regno sicano del re Kòkalos sulle cui rovine sorse la greca Triokala. Che, sotto la dominazione araba, diventerà Qal’at al Balluth, cioè rocca delle querce, perché il territorio era ricco di questi alberi pregiati e longevi. Da qui passarono Sicani, Punici, Elleni, Romani, Ebrei, Arabi, Normanni, Spagnoli ed ai suoi luoghi e personaggi storici rimandano alcune opere come il Parsifal di Wagner, una delle novelle del Decameron di Boccaccio ed anche Goethe ne fa menzione nel suo “Italienische Reise-Sizilien”. Una storia sfiorata dal mito di Dedalo, esaltata dalla dominazione romana, vittima di guerre civili e poi dell’invasione normanna. Ma più che per le ostilità, Cataviddotta si pregia del titolo di “città della pace”, perché proprio qui, sul monte Gulea, meglio conosciuto come il “Pizzo di Caltabellotta”, il 31 agosto dell’anno 1302 si firmò il trattato di pace in virtù del quale Federico III venne riconosciuto Re di Trinacria, con l’impegno a convolare a nozze con Eleonora d’Angiò, sorella di Roberto Re di Napoli, ponendo termine alla guerra del Vespro. Di questo passato prestigioso a Caltabellotta però restano poche tracce. E non solo per le devastazioni prima degli arabi e poi dei normanni, ma per l’incuria dei contemporanei.

Il paese di Caltabellotta in provincia di Agrigento

Un territorio che dimentica il passato non ha futuro. Oggi il silenzio abbraccia le piazze e le strade. «Caltabellotta non è più Caltabellotta», si rammarica il musicista-scrittore Ezio Noto. Il comune agrigentino da anni registra uno dei più alti tassi di emigrazione in Italia: all’alba degli anni Sessanta contava quasi 7.500 abitanti, poi un calo costante. Fra chi è andato all’estero, chi è in giro per l’Italia per studio o lavoro e chi è sceso sulla costa, a Sciacca, Licata o Ribera, lo scorso 31 agosto 2022 la conta si è fermata a 3 184 residenti. Più che dimezzata. E lo spopolamento continua.

Pochi sono rimasti a tentare di mettere un argine, nell’intento di creare le condizioni per un rientro. Fra questi, Ezio Noto con il suo Dedalo Festival, capace di raccogliere attorno a un’idea un convivio di artisti, intellettuali e musicisti che difendono l’identità culturale del territorio guardando avanti. Non a caso il tema della sedicesima edizione del Dedalo è “La bellezza della fragilità”, perché come afferma la ricercatrice texana Brené Brown: «Traiamo amore dalla disperazione, compassione dalla vergogna, benevolenza dalla delusione, coraggio dal fallimento, forza dalla fragilità. Scoprirci è il nostro potere. La narrazione è la strada verso casa. La verità è la nostra canzone. Noi siamo i coraggiosi e affranti. Noi ci rialziamo più forti di prima». La fragilità non è sinonimo di debolezza. Anzi, è dalla vulnerabilità che scaturiscono l’innovazione e il cambiamento. 

Grandi cose sono state generate da condizioni di fragilità estrema. Vedi il blues. Lo spopolamento dei piccoli paesi, la difficoltà di far affermare, veicolare e far conoscere prodotti culturali di qualità creano condizioni di estrema fragilità. Il titolo è tutto merito di Danilo Serra che avremo ospite del festival nella prima parte del primo giorno di Dedalo, con una relazione proprio su questo tema.

Ezio Noto, direttore artistico del Dedalo Festival

«La fragilità è quella condizione che ti permette di ricercare, di affinare l’istinto, l’intuito, di adattarti con velocità alle controversie», spiega Ezio Noto. «Nella fragilità si conosce l’importanza dell’altro, dell’accogliere e dell’essere accolti. Se metti assieme diverse fragilità è molto probabile che questo produca una nuova prospettiva, una nuova forza. Grandi cose sono state generate da condizioni di fragilità estrema. Vedi il blues. Lo spopolamento dei piccoli paesi, la difficoltà di far affermare, veicolare e far conoscere prodotti culturali di qualità creano condizioni di estrema fragilità. Il titolo è tutto merito di Danilo Serra che avremo ospite del festival nella prima parte del primo giorno di Dedalo, con una relazione proprio su questo tema. È stato lui ad ispirare il titolo di Dedalo Festival XVI». 

L’edizione di quest’anno sembra voler valorizzare l’aspetto letterario e quello teatrale del territorio.

Un quadro di Giovanni Proietto

«È un ritorno alle edizioni in cui con Salvatore Coppola, Roberto Sottile, la facoltà di lettere di Palermo e molti altri abbiamo proposto e presentato decine di libri e di autori. Il teatro è forse la novità maggiore, nel nostro strabico festival non avevamo mai avuto così tante possibilità di godere di questa arte. In questa nuova edizione avremo la possibilità di assistere a quattro momenti significativi, uno ogni sera. Si parte con Dante in Sicania del prof. Renello accompagnato dal violoncello di Francesco Pusateri, si continua con Cicerone e i siciliani contro Verre di e con Alfonso Veneroso, poi con Lighea con Patrizia D’Antona e Mauro Cottone al violoncello, e gran finale con Dissipatio del TAM di Massimo Pastore. Tutti eventi che hanno un respiro culturale che vanno oltre la dimensione strettamente territoriale. Le incursioni dell’attore Carmelo Rappisi con le parole di Pirandello, Sciascia, ecc. regaleranno momenti importanti. Ma anche la pittura con il laboratorio di Giovanni Proietto “Pascolare sogni. Catapana sheep”. Le sculture di Salvatore Rizzuti, i racconti di Paolo Marsala, il ricordo di Roberto Sottile…».

Ezio Noto con alcuni degli amici musicisti che daranno vita alla “Versatile Orchestra”

La musica in questa edizione continuerà ad avere un ruolo importante?

Il castello

«La musica sarà sempre protagonista, il primo giorno con un concerto di Alfonso Moscato (Cordepazze) e poi con una formula diversa: la “Versatile Orchestra” composta da musicisti straordinari che arrivano dalla Sicilia e da altri diversi luoghi d’Italia, Guido Locatelli, Roberto Ligammari, Carmine Panico, Francesco Less, Totò Randazzo, Mauro Cottone, Pino Tortorici, Eleonora Tabbì diretta da Pas Scarpato avrà dal 6 all’8 un ruolo importante. Colorerà i diversi momenti del festival con incursioni sonore e improvvisazioni. Eseguirà composizioni appositamente scritte e pensate per Dedalo Festival XVI. Alla “Versatile Orchestra” si aggiungeranno nei vari appuntamenti diversi ospiti a sorpresa: Vorianova, Totò Nocera dei Pupi di Surfaro, Margherita Cazzuffi e altri ancora. Segnalo con loro l’appuntamento all’alba dell’8 agosto al Castello Luna. A chiusura della giornata di domenica 6 avremo un piccolo concerto de “Lemmerde”, gruppo autorizzato a massacrare un repertorio di musica italiana ed internazionale. Infine, martedì 8 una selezione di vini siciliani a cura di Sicilytude e a completare l’orchestra il DJ Sergio Matina».

Si resta alla Villa Comunale, non sarebbe stato più suggestivo il palco davanti alla Chiesa Matrice?

«Caltabellotta possiede tante alternative, tanti luoghi pieni di incanto e bellezza. In questa edizione per la dimensione che abbiamo creato, abbiamo scelto la bellezza della Villa Comunale, del Museo Civico, il laboratorio Techne del maestro Rizzuti e i ruderi del Castello Luna. Ma ripeto, potevamo scegliere tanti altri luoghi tutti di straordinaria bellezza».

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