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Cinema, verso Venezia: la carica degli italiani

In campo produzioni importanti capaci di sfidare quelle internazionali. “Comandante” di Edoardo De Angelis e “Io Capitano” di Matteo Garrone rischiano di suscitare polemiche politiche. Ecco i film in gara e quelli delle sezioni

Sei film in concorso a Venezia sono tanti, ma nessuna autarchia come ha ricordato a luglio il direttore artistico Alberto Barbera alla conferenza stampa di presentazione dell’ottantesima edizione (30 agosto – 9 settembre), casomai merito e anche l’ambizione di mettere in campo produzioni importanti capaci di sfidare alla pari quelle internazionali.

Semmai una sorta di orgoglio italiano: «Due esempi su tutti dal punto di vista produttivo, il film di Costanzo (Finalmente l’alba) – ha sottolineato il direttore della Mostra del cinema – ha un budget di 28 milioni di euro e Comandante di De Angelis tra i 16 e i 17 milioni».

“Finalmente l’alba”

Insomma un rischio consapevole da parte dei produttori italiani di consolidare il nostro cinema che in questi anni ha avuto tante difficoltà a confrontarsi con i prodotti internazionali. E questo proprio perché si rischiava meno. «Le mostre autarchiche a Venezia ci sono state», ha sottolineato Barbera. «Sono quelle del 1939, del ’40 e del ’41 quando non c’erano né francesi, né inglesi, ma solo film italiani e tedeschi, solo opere dell’Asse». 

Tra l’altro, sei film in concorso al Lido non sono neppure un record assoluto. Era già accaduto nel 1968 quando scesero in campo a Venezia Diario di una schizofrenica di Nelo Risi, Fuoco di Gian Vittorio Baldi, Galileo di Liliana Cavani, Nostra signora dei Turchi di Carmelo Bene, Partner di Bernardo Bertolucci e Teorema di Pier Paolo Pasolini. 

“Comandante”

Questi comunque i sei film italiani in gara partendo dal più costoso, ovvero Finalmente l’alba di Saverio Costanzo, un’opera che guarda alla Roma-Hollywood degli anni Cinquanta. Qui un’aspirante attrice e prossima al fidanzamento si reca negli studi di Cinecittà per fare un provino. Ore memorabili, un vero e proprio passaggio all’età adulta in una ricostruzione dell’epoca piena inevitabilmente di suggestioni felliniane.
C’è poi il film d’apertura, Comandante di Edoardo De Angelis, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale con Pierfrancesco Favino nei panni dell’eroe di guerra Salvatore Todaro, comandante del sommergibile Cappellini della Regia Marina. Esempio di eroismo italico e di una solidarietà antica che fa sì che Todaro salvi alcuni marinai, da lui stesso affondati, rischiando nave ed equipaggio. Il film è stato già oggetto di polemiche, che potrebbero riesplodere, per la partecipazione di Todaro alla X Mas. 

“Io capitano”

Altro film di cui non si mancherà di parlare è Io Capitano, (11,2 milioni di budget) di Matteo Garrone, sul tema dell’emigrazione. Nessun intento politico da parte del regista, ma è inevitabile che l’odissea di questi due ragazzi partiti dal Senegal per approdare in Europa sarà analizzata e giudicata in ogni sua parte. Anche in Lubo di Giorgio Diritti, budget di 7,4 milioni, c’è un’anima politica con la storia di un giovane Jenisch (Franz Rogowski), ovvero un nomade e artista di strada che nel 1939 viene chiamato nell’esercito elvetico a difendere i confini nazionali. Fin qui niente di strano se a un certo punto l’uomo non scoprisse che i figli gli sono stati requisiti dall’Opera “Bambini della strada”, organizzazione con la volontà di sradicare la piaga del nomadismo. 

“Lubo”

Tra i film più costosi anche Adagio di Stefano Sollima, poco meno di 12 milioni di budget, una storia di vendetta e redenzione con protagonista Manuel, ragazzo di sedici anni che cerca di godersi la vita mentre si prende cura dell’anziano padre (Toni Servillo). Nel cast anche degli irriconoscibili Pierfrancesco Favino, Adriano Giannini e Valerio Mastandrea.
Anche per Enea di Pietro Castellitto, un budget di 8,2 milioni di euro per la storia di una ricca famiglia borghese sotto lo sguardo stralunato e nichilista del regista romano nei panni di un giovane viziato e filosofo diviso tra circolo, rave borghesi e spaccio di cocaina. Nel cast anche Benedetta Porcaroli. 

“Enea”

Infine, tra gli altri film italiani nelle varie sezioni, troviamo ad Orizzonti Extra l’esordio alla regia di Micaela Ramazzotti con Felicità, anche qui una famiglia disfunzionale, ma questa volta poco abbiente. La Ramazzotti veste i panni di una truccatrice di cinema con un fratello problematico e un amante professore (Sergio Rubini) che la maltratta. Sempre ad Orizzonti, c’è poi Invelle di Simone Massi, film d’animazione che racconta una storia d’Italia vista dal basso, e Una sterminata domenica di Alain Parroni ovvero una sorta di «manifesto di una generazione perduta» come lo ha definito Barbera.

Fuori concorso The Penitent di Luca Barbareschi, adattamento cinematografico dal testo del drammaturgo Premio Pulitzer David Mamet, interpretato dallo stesso regista e da Catherine McCormack, Adam James e Adrian Lester. Infine L’ordine del tempo, ultimo film di Liliana Cavani, Leone alla carriera, con la storia di un gruppo di amici di vecchia data, che ogni anno si ritrova nella stessa villa sul mare per festeggiare il compleanno di uno di loro. Durante i festeggiamenti la comitiva apprende che il mondo potrebbe finire nel giro di poche ore. Megacast con Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Ksenia Rappoport, Richard Sammel, Valentina Cervi, Fabrizio Rongione, Francesca Inaudi, Angeliqa Devi, Mariana Tamayo, Alida Calabria e Angela Molina.

“Adagio”

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