Storia

Allevi: ho il mieloma, vivo il presente

Il pianista a Sanremo per la prima volta su un palco dopo due anni di lotta contro la malattia. «È come se avessi strappato una manciata di anni alla mia fine»
– «Sarò la voce dei tanti guerrieri che affrontano la sofferenza portando in fondo al cuore un forte attaccamento alla vita». La commovente esibizione all’Ariston
«La malattia è difficile, ma la malattia e la sofferenza hanno rappresentato per me un’occasione per scoprire una nuova visione del mondo e delle cose»

«Sarò la voce dei tanti guerrieri che affrontano la sofferenza portando in fondo al cuore un forte attaccamento alla vita», aveva annunciato Giovanni Allevi accettando l’invito di Amadeus a tornare su un palco dopo aver superato i momenti più drammatici nella lotta con un mieloma che lo aveva colpito nel 2022. Da allora, il pianista ha continuato a tenere aggiornati i fan attraverso i messaggi fino a quello più carico di speranza: «Giulio Cesare dice che è più facile trovare uomini disposti a morire che trovare quelli disposti a sopportare il dolore con pazienza. Beh, Giulio, io continuo a vivere, e siamo in tanti, molti di più di quanto immagini!».

Classe 1969, Allevi è stato il Pierino del Conservatorio, dal quale rischiò di essere cacciato: «Perché quando vivi la contemporaneità con entusiasmo e convinzione, il mondo accademico ti guarda male, ti considera un personaggio scomodo, irriguardoso nei confronti dei grandi del passato. Io, invece, li rispetto, ne prendo il bello e scarto il brutto, e questo spaventa i tutori della tradizione».

Giovanni Allevi 54 anni

Il suo secondo Conservatorio sono stati gli studi SoleLuna di Jovanotti, per la cui etichetta ha inciso due dischi (13 Dita e Composizioni), partecipando al tour Il quinto mondo – Jovanotti 2002. «È stato un periodo importante. Dopo vent’anni di studi accademici, rispondeva all’esigenza di entrare in contatto con il mondo giovanile, che avevo vissuto dall’esterno. Volevo vivere in modo diverso la musica».

Il risultato di queste due componenti è Giovanni Allevi, pianista duttile e fantasioso, curioso e arguto, provvisto di una tecnica elegante e incisiva, che suona in equilibrio sul filo della musica, muovendosi con leggerezza, senza cadere in concettualismi né nelle banalità pop, fra contemporaneità e classicità, ritmo e melodia. Una carriera in ascesa, nonostante i mugugni dei puristi e degli accademici, interrotta dalla malattia.

COS’È IL MIELOMA: è un tumore che colpisce le plasmacellule che compongono il midollo osseo. Sono cellule del sistema immunitario che derivano dai linfociti B. La moltiplicazione incontrollata di una plasmacellula dà origine alle cellule tumorali. Una delle foto postate sui social da Giovanni Allevi durante il ricovero in ospedale

Il “guerriero”, nei giorni della vigilia del Festival, ha scelto il riserbo per prepararsi al monologo più importante degli ultimi anni. Quello dal palco del Teatro Ariston attraverso il quale spiegare ai fan e a milioni di spettatori cosa ha significato per lui la malattia, come l’ha vissuta, combattuta e come ne è uscito. 

«Sono superconcentrato per questa sera», dice qualche ora prima di salire sul palco dell’Ariston. «Suonerò di nuovo il pianoforte davanti a un pubblico dopo quasi due anni di assenza dalle scene a causa delle terapie… Sono emozionatissimo. Avrò anche la possibilità di lasciare una riflessione sul tema delicatissimo della malattia che direttamente o indirettamente coinvolge molti di noi».

«La malattia ti mette in contatto col nucleo più profondo della fragilità umana», ha proseguito. «La malattia è difficile, ma la malattia e la sofferenza hanno rappresentato per me un’occasione per scoprire una nuova visione del mondo e delle cose». 

Ad accompagnare le parole del “guerriero” Tomorrow, un brano che il pianista di Ascoli ha scritto durante i ricoveri per le terapie. «Durante le lunghe degenze in ospedale non avevo lo strumento a portata di mano, ma ho potuto comporre musica nella mia mente. Mi ha aiutato, ha dato un sollievo alla mia sofferenza. La musica e l’arte sono un’occasione per trasformare la fragilità umana in una forza avvolgente».

Al pubblico ha raccontato il calvario della sua malattia: la scoperta del tumore, il dramma, ma anche la speranza. «La gratitudine e la riconoscenza per il personale ospedaliero, per la ricerca scientifica, per la forza e l’esempio che ricevo dagli altri pazienti: i “guerrieri” li chiamo. E, insieme con i loro familiari, li ho portati stasera con me qui». E, togliendosi il berretto e mostrando il suo cespuglio di capelli ricci grigi, esclama: «Voglio accettare il nuovo Giovanni!». Per sedersi poi al pianoforte, dove «non potendo suonare con il mio corpo, lo farò con tutta l’anima». Suona Tomorrow «perché ci sia un domani per tutti noi». Una esibizione commovente salutato dalla standing ovation del pubblico dell’Ariston.

Giovanni Allevi al piano sul palco dell’Ariston

Il futuro? Un breve tour, poche date ma molto intense. «Sono diventato stoico in questo periodo, mi sono avvicinato allo stoicismo soprattutto a quello di Marco Aurelio, il grande imperatore filosofo. Ho fatto mio il pensiero secondo cui quando non c’è più certezza del futuro bisogna vivere intensamente il presente. È come se avessi strappato alla mia fine una manciata di anni e quindi voglio viverli nel modo più intenso possibile».

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