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Al cinema. L’asteroide di Wes Anderson

Tra fantasia e surrealismo “Asteroid City” sovraccarico di star di Hollywood. Il bizzarro e assurdo Palace Hotel di Roman Polanski. Nel film di fantascienza “The Creator” la guerra contro l’intelligenza artificiale . Trentenni disillusi protagonisti dell’italiano “Non credo in niente”

ASTEROID CITY commedia, diretto da Wes Anderson, con Jason Schwartzman, Matt Dillon, Tom Hanks, Scarlett Johansson, Edward Norton, Jeff Goldblum e Adrien Brody. Durata 105 minuti.

Il film inizia in bianco e nero con il conduttore di uno show televisivo anni Cinquanta (Brian Cranston, anche lui per la prima volta in presenza, dopo aver prestato la sua voce a L’isola dei cani) il quale ci mette al corrente del lavoro di un commediografo (Edward Norton) che, sul palcoscenico di un teatro, sta scrivendo una commedia intitolata “Asteroid City”, che improvvisamente prende forma (a colori) davanti agli occhi dello spettatore. E qui, in questa cittadina fatta di pochissime case in mezzo al deserto, dove è conservato un frammento di un meteorite piovuto dal cielo, iniziamo a seguire le piccole disavventure di un gruppo di persone, capitate là per la premiazione di un concorso di invenzioni scientifiche giovanili: c’è il fotografo vedovo (Jason Schwartzman) costretto ad aspettare con i figli che uno strano meccanico (Matt Dillon) gli aggiusti la macchina in panne mentre il suocero (Tom Hanks) arriva in suo aiuto, e intanto dalla finestra del bungalow inizia a chiacchierare con un’attrice depressa (Scarlett Johansson) affacciata alla finestra del bungalow di fronte; c’è il padrone dell’albergo (Liv Schreiber) che cerca di tenere a bada i clienti; c’è un generale (Jeffrey Wright) che dovrebbe pensare alla premiazione dei giovani inventori e invece si trova a dover gestire l’improvviso arrivo di un extraterrestre (Jeff Goldblum) venuto a riprendersi il meteorite… Ogni tanto, poi, la storia torna dallo scrittore della pièce intento a spiegare agli attori il senso della sua opera, mentre il regista (Adrien Brody) si adatta a dormire dietro il palco del teatro interrogandosi su quello che sta facendo…. Voto: 4 su 5

THE PALACE commedia, diretto da Roman Polanski, con Oliver Masucci e Fanny Ardant. Durata 100 minuti.

«Una commedia un po’ brusca e sarcastica, severa nei confronti dei personaggi del film, ma non priva di un tocco di indulgenza e simpatia». Così, nelle note di regia, il novantenne Roman Polanski parla del suo film passato a Venezia fuori concorso. Ci troviamo il 31 dicembre 1999 al Palace Hotel, albergo di gran lusso situato all’interno di un castello inizi Novecento tra le montagne svizzere. Per il Capodanno 2000, che si vivrà all’ombra del Millennium bag, di una ipotetica fine del mondo non solo digitale, l’hotel si prepara ad accogliere ospiti ricchi ed eccentrici abituati da sempre a pretendere il meglio.

«Alle otto in punto ceneranno ai nostri tavoli delle persone davvero importanti. Le vite di milioni di persone dipenderanno dall’umore con cui questi se ne andranno la mattina dopo. È nostro dovere assicurarci che non gli si atrofizzino le chiappe perché le sedie sono troppo dure, che si rimpinzino di caviale fino a esplodere e che lo champagne gli esca dal naso e dalle orecchie. È chiaro?», dice come un vero generale Hansueli (Oliver Masucci), dirigente dell’albergo e asse intorno a cui tutto ruota, è lui infatti il capo del nutrito staff di camerieri, facchini, cuochi e receptionist.    

Tutto viene così curato e preparato nel dettaglio, ogni richiesta e vizio degli illustri ospiti deve essere soddisfatto alla perfezione. Ma l’assurdità e il degrado che raggiungeranno festa e partecipanti, saranno del tutto imprevedibili. 

In questo Titanic pronto ad incontrare il loro iceberg, tanti grotteschi personaggi tra cui un irriconoscibile Luca Barbareschi (che è anche il produttore del film) nei panni di un ex pornostar, donne non più giovani stravolte dalla chirurgia estetica (Sydne Rome), un Mickey Rourke decotto in parrucchino, un gruppo di brutti ceffi russi preoccupati di mettere al sicuro sei valigie piene di denaro, una Marchesa (Fanny Ardant) con un cane che mangia solo caviale e, infine, il nostro Fortunato Cerlino nei panni di Tonino, assistente di Hansueli.  

«Per quasi mezzo secolo ho frequentato un luogo in Svizzera dove si trova un hotel di lusso, appartenente alla categoria 5 stelle Superior Hotel, noto come Gstaad Palace», scrive sempre Polanski nelle sue note. «Ho osservato la vita di questo albergo, dove soggiorna un’élite estremamente ricca e poliglotta, attorno alla quale si muove il proletariato dell’hotel. Questi due mondi sono, a loro modo, esilaranti, a volte persino grotteschi. Tutto li separa, a partire dalle loro opinioni politiche. Li unisce solo la figura del direttore dell’albergo, che si prende cura di tutti e cerca di accontentare tutti, a volte in verità leccando i piedi sia ai clienti che ai subordinati. Con abilità diplomatica, trova una via d’uscita dalle situazioni più improbabili». Voto: 3 su 5

THE CREATOR fantascienza, diretto da Gareth Edwards, con John David Washington e Gemma Chan.

È ambientato in un futuro devastato dalla guerra combattuta tra la razza umana e le forme di intelligenza artificiale. Racconta la storia di Joshua (John David Washington), un ex agente delle forze speciali, che ha di recente perso sua moglie (Gemma Chan). L’uomo viene reclutato per una missione tanto importante quanto ardua: dare la caccia e uccidere il Creator, l’inafferrabile architetto dell’avanzata IA. Nelle mani di quest’ultimo c’è il destino del mondo, perché ha sviluppato una misteriosa arma, che potrebbe mettere fine alla guerra, ma anche all’intera umanità. Joshua insieme al suo team di agenti d’élite riesce a superare le linee nemiche nel territorio invaso e detenuto dall’IA, ma una volta ritrovatosi di fronte all’arma apocalittica, farà una scoperta agghiacciante: la pericolosa arma che Joshua dovrebbe annientare è un’IA che ha l’aspetto di un bambino. Voto: 3.5 su 5

NON CREDO IN NIENTE commedia, diretto da Alessandro Marzullo, con Demetra Bellina e Giuseppe Cristiano. Durata 100 minuti.

In una Roma decadente, la storia di più personaggi che si muovono in un paesaggio deteriorato: una donna, dotata di diversi talenti artistici, ma che per vivere lavora come hostess; un uomo che aspira ad affermarsi come attore, ma che nel frattempo si rifugia nel sesso occasionale; infine, una coppia di giovani musicisti, che per sbarcare il lunario si ritrova a lavorare in nero in un ristorante. Il film è un racconto corale sulle vite di questi personaggi, che delinea il disagio e la frustrazione vissuta dai trentenni di oggi perennemente disillusi dal futuro. Voto: 3.5 su 5

PAW PATROL: IL SUPER FILM animazione, diretto da Cal Brunker, con Mckenna Grace e Taraji P. Henson.

È il seguito di Paw Patrol: Il film del 2021. I cani di Ricerca & Soccorso, come sempre guidati dal ragazzino Ryder, ricevono dei superpoteri dopo la caduta di un misterioso meteorite su Adventure City, diventando così Super Cuccioli. Riescono a sollevare pesi mastodontici e a sparare palle di fuoco dalle zampe. Skye, il più piccolo, acquisisce il superpotere di esaudire i sogni. Ora sono pronti per affrontare il loro nemico giurato, il sindaco Humdinger, che evade di prigione e si allea con una pazza e perfida scienziata, Victoria Vance. La donna e il malvagio sindaco vogliono impossessarsi dei poteri del meteorite per diventare Super Cattivi. Quando ci riescono, i cuccioli uniscono le forze per combatterli e salvare la città. A fare la differenza sarà proprio il piccolo Skye… Voto: 3 su 5

TALK TO ME horror, diretto da Danny Philippou, Michael Philippou, con Sophie Wilde e Miranda Otto. Durata 94 minuti.

È la storia di un gruppo di amici adolescenti che scopre attraverso alcuni video virali diffusi in rete che usando un’antica mano imbalsamata si possono evocare gli spiriti dei defunti. Vengono organizzati incontri di gruppo dove ognuno può sperimentare questo macabro rituale. Mia (Sophie Wilde), in occasione dell’anniversario della morte della madre, decide di voler partecipare a una di queste riunioni. La ragazza deve afferrare la mano imbalsamata e con la frase “parla con me”, entra in contatto con il morto. Il gioco, però, ha regole molto rigide per evitare che alcuni demoni malvagi restino per sempre nel mondo dei vivi diventando una minaccia. Mia riesce a incontrare sua madre, ma un altro partecipante infrange le regole, aprendo le porte al mondo degli spiriti. Il gruppo inizia a essere perseguitato da orribili visioni. Tutti i ragazzi si ritroveranno coinvolti in una possessione, che li porterà a chiedersi se sia meglio fidarsi dei vivi o dei morti. Voto: 2.5 su 5

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