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Al cinema. Il son cubano risplende nuovo

–  Le prime visioni di questa settimana. Torna restaurato nelle sale il film di Wenders “Buena Vista Social Club”. Russell Crowe combatte contro i demoni in “L’esorcismo”
– In “Operazione spie”, il duo Me contro Te chiude la saga dopo dieci anni di successi. “Rosalie”, storia della donna barbuta. E poi tanti thriller

BUENA VISTA SOCIAL CLUB musicale del 1998, diretto da Wim Wenders, con Ry Cooder e Ruben Gonzales. Durata 97 minuti.

A cavallo tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila, il mondo ha scoperto la musica cubana. E ne è rimasto stregato. Era il 1999 quando usciva Buena Vista Social Club, il film con cui Wim Wenders (con lo zampino musicale di Ry Cooder) lanciò nel mito le antiche glorie cubane capitanate da Compay Segundo.

Il successo del film fu planetario: grazie a Wim Wenders Foundation, per festeggiare i 25 anni dalla sua prima uscita, la Cineteca di Bologna, con il suo progetto per la distribuzione dei classici restaurati Il Cinema Ritrovato al cinema, e CG Entertainment riportano Buena Vista Social Club nelle sale italiane dal 30 maggio. Un film tutto da rivivere per chi l’ha vissuto, tutto da scoprire per chi ancora non c’era.

La vicenda è nota: un gruppo di musicisti della tradizione cubana (tra gli altri, Compay Segundo, Ibrahim Ferrer e Omara Portuondo) viene riunito dal chitarrista Ry Cooder (già sodale di Wim Wenders e autore della leggendaria colonna sonora di Paris, Texas) per realizzare un disco e una tournée. Confessioni personali, percorsi musicali, racconti di vita vissuta s’intrecciano in uno splendido affresco dove la macchina da presa di Wenders, con movimenti fluidi e avvolgenti, cattura il cristallino talento e l’insopprimibile gioia di vivere di questi straordinari musicisti.

«Sono andato a L’Avana per girare il film, un posto dove non ero mai stato prima», ha raccontato Wim Wenders. «Tutto ciò che conoscevo era la musica che questi vecchi avevano prodotto, una musica elettrizzante, inebriante, contagiosa. Una volta che ho visto e filmato L’Avana, ho capito cosa c’era di così speciale in questa musica: era uscita da questa città. Quella musica era il sangue di questa città. Il luogo era trasceso nel suono, per così dire, aveva trovato un’altra forma di esistenza in queste canzoni. E questi vecchi seppero produrre e riprodurre quella storia del loro luogo, perché non l’avevano abbandonata, come tanti altri musicisti prima di loro che erano fuggiti dal Paese per andare in Florida, in Messico, in Spagna. Il loro senso di identità e di appartenenza, l’incredibile amore per il proprio posto, che aveva procurato a questi vecchi tanto dolore e tanta sofferenza, si era rivelato anche la loro forza e la loro grazia salvifica. Pensavo di girare un documentario, e invece eravamo lì pronti a essere testimoni di una favola che nessuno avrebbe potuto immaginare».

Voto: 4 su 5

METAMORFOSI DELL’ESSERE thriller, diretto da Mirko Zaru, con Christian Loddo e Maria Chiara Piras. Durata 105 minuti.

Si svolge nell’agro di Norbello, un paese nel centro della Sardegna. L’ispettore Anna Carreras (Maria Chiara Piras) dell’Unità Analisi Crimine Violento segue le indagini riguardanti una serie di misteriosi e cruenti femminicidi avvenuti in zona. Anna è particolarmente coinvolta nella questione perché una delle vittime dello spietato assassino è sua sorella Claudia. Man mano che le ricerche vanno avanti, l’ispettrice si rende conto dell’estrema complessità del caso. Ad aiutarla c’è Fiorenzo Vargas (Gabriele Muscas), un giovane ispettore alla sua prima esperienza sul campo. Per venire a capo di un mistero che nasconde molti più lati oscuri e sanguinosi del previsto, Anna deve scegliere una strada pericolosa dove ogni regola viene infranta…

Voto: 4 su 5

QUELL’ESTATE CON IRÈNE drammatico, diretto da Carlo Sironi, con Noée Abita e Maria Camilla Brandenburg. Durata 90 minuti.

Racconta la straordinaria avventura di un’estate indimenticabile. Siamo nel 1997, Clara (Maria Camilla Brandenburg) e Irène (Noée Abita) hanno 17 anni e un male che le costringe a lunghi ricoveri in ospedale. È proprio lì che si incontrano e diventano grandi amiche nonostante i caratteri diversi. Clara, timida e introversa, si lascia travolgere dall’energia incontenibile di Irène. Le due diventano inseparabili e insieme sognano la libertà lontano dall’ombra della malattia. Un sogno che presto diventa realtà, quando un giorno d’estate decidono di scappare dall’ospedale e andare su un’isola lontana dove scaldarsi al sole e passare le vacanze più belle della loro giovane vita.

Voto: 3.5 su 5

ROSALIE drammatico, diretto da Stéphanie Di Giusto, con Benoît Magimel e Nadia Tereszkiewicz. Durata 115 minuti.

È ambientato nella Francia del 1870 e racconta la storia di una giovane donna di nome Rosalie, che non è per nulla come le altre ragazze, ma nasconde un segreto. Sin dalla sua nascita, la giovane ha manifestato una particolare caratteristica fisica: il suo corpo e il suo viso sono ricoperti di pelo. Rosalie viene definita “una donna con la barba”, ma non è mai voluta entrare nel giro del circo o delle fiere come “fenomeno”. La ragazza, per timore di essere rifiutata o di venir presa in giro, è sempre stata costretta a radersi.

Quando Abel, proprietario di un bar pieno di debiti, la sposa per sanare con la sua dote le sue finanze, non immagina quale segreto nasconda la ragazza. Rosalie, dal canto suo, vorrebbe essere vista come una donna, nonostante quella peluria in eccesso, che è stanca di nascondere. Riuscirà Abel ad amarla quando scoprirà la verità?

Voto: 3.5 su 5

THE PENITENT drammatico, diretto da Luca Barbareschi, con Catherine McCormack e Luca Barbareschi.

L’informazione che cerca solo colpevoli e polemiche, una giustizia che addomestica la verità, cancel culture e fake news che dominano il pensiero collettivo sono i temi al centro del film diretto e interpretato da Luca Barbareschi. È il suo primo film americano, da un testo di David Mamet che il regista ha già rappresentato molte volte in teatro. Il protagonista è uno psichiatra che vede deragliare la propria vita privata e la carriera dopo essersi rifiutato di testimoniare a favore di un ex paziente instabile che ha causato la morte di diverse persone. L’appartenenza alla comunità LGBT del giovane paziente e l’ebraismo del medico funzionano da effetto amplificatore della vicenda.

«La gente non crede più all’informazione, questo è molto pericoloso, perché quello che McLuhan diceva, diventeremo un popolo di scimmie, che è quello che sta avvenendo. Se tu tradisci il tuo patto con il pubblico, sono temi del film, del meccanismo giudiziario, nella vita privata, nel rapporto medico-paziente o nella stampa, tu entri in una terra di nessuno. Ti sganci da un meccanismo razionale, spinoziano, e cadi nel pensiero magico», ha detto Barbareschi.

Il film, interpretato oltre che da Barbareschi da Catherine Mc Cormack, Adam James, Adrian Lester, era stato presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia e ora arriva in 200 sale in tutta Italia. Un film con una narrazione articolata, che mostra come al complesso dilemma morale del protagonista si opponga un pensiero diffuso semplificato e urlato. «Io, per esempio, amo molto Internet ma detesto la libertà eccessiva di Internet perché voglio un’intermediazione di qualcuno che abbia fatto una scuola, una laurea e che plausibilmente parli anche in italiano», ha aggiunto Barbareschi. «La stampa non ha certo aiutato a creare il confronto, che non vuol dire avere davanti un nemico ma aver davanti uno che la pensa diversamente da te. Il confronto è fondamentale».

Voto: 3 su 5

VINCENT DEVE MORIRE fantasy, diretto da Stéphan Castang, con Karim Leklou e Vimala Pons. Durata 108 minuti.

È la storia di Vincent (Karim Leklou), che trascorre la sua vita in modo pacato e privo di qualsiasi sorpresa fino a quando improvvisamente nel corso di una notte si ritrova aggredito da persone sconosciute senza un apparente motivo. La gente lo vuole morto e, nonostante l’uomo cerchi di continuare a condurre una vita normale, il fenomeno si diffonde a macchia d’olio e sempre più persone provano a ucciderlo. È così che Vincent si ritrova al centro di una folle spirale di violenza ed è costretto a fuggire, cambiando completamente il suo modo di vivere. Ma si può fuggire dal proprio nemico, se questo nemico è il mondo intero?

Voto: 3 su 5

EILEEN thriller, diretto da William Oldroyd, con Thomasin McKenzie e Anne Hathaway. Durata 97 minuti.

«Una ragazza incredibilmente sola, che non ha mai avuto la possibilità di avere dei legami normali, né un amore sano. E questo ha fatto di lei quello che è e le fa poi fare quello che fa». Così Thomasin McKenzie introduce la sua Eileen Dunlop, protagonista dell’omonimo film di William Oldroydin in arrivo nelle sale dopo l’anteprima al Sundance e alla Festa di Roma. L’attrice, dopo Ultima notte a Soho, torna a interpretare una ragazza degli anni Sessanta, questa volta affiancata dall’attrice premio Oscar Anne Hathaway, in un thriller psicologico interamente incentrato sulle loro due performance. Dopo Lady Macbeth, William Oldroyd torna a dirigere un film a forte matrice femminile. Eileen è infatti un thriller psicologico con protagonista una ragazza che, nella Boston del 1960, conduce una vita grigia e priva di stimoli, alle prese con padre alcolizzato e con il lavoro in un riformatorio minorile. Repressa emotivamente e sessualmente, Eileen viene stravolta dall’arrivo della nuova psicologa del carcere, Rebecca (Anne Hathaway), che con la sua brillantezza ed eleganza sembra offrirle un modello femminile vincente. Una storia che sembra a un certo punto convergere verso un loro rapporto sentimentale ed erotico, ma che poi vira verso il noir, con un incalzante finale ricco di colpi di scena.

«Mi piacciono le storie in cui il pubblico si chiede: fino a dove mi spingerei nel sostenere questo personaggio, fino a che punto starei con lei o con lui? Costringerlo a chiedersi cosa farebbe in una situazione del genere», dichiara il regista. «In Lady Macbeth questa cosa era molto chiara, in Eileen devo ammettere di essere stata con la protagonista fino alla fine. Perché nella situazione estrema in cui si trova, deve combattere per uscirne e quello che fa mi sembra l’unica via d’uscita». 

«Il film ti lancia una sfida morale che ti arresta addosso», gli fa eco la stessa McKenzie. «Mi ricorda un film che ho visto di recente, Memory con Jessica Chastain, un’opera che è rimasta dentro me per molto tempo. L’obiettivo di questi film è spingerti a farti delle domande. Eileen è in una posizione impossibile, è difficile dire cosa sarebbe stato giusto o sbagliato fare. A un certo punto, devi fare quello che devi fare per sopravvivere: lei è il risultato dell’ambiente nel quale è nata e cresciuta… Quando leggo una sceneggiatura ho bisogno di personaggi complessi, che risultino essere una sfida per un’attrice che li deve interpretare. Il ruolo di Eileen è stata un’opportunità per potere andare in fondo e scavare nella psiche di una persona come lei. Non mi interessa interpretare personaggi a una sola dimensione, quello di Eileen è pieno di sfaccettature. Poi c’è stato il lavoro di ricerca, mi interessava visitare le prigioni, parlare con gli psicologhi che lavorano lì, soprattutto perché in quel periodo stavo studiando psicologia all’università». 

Voto: 3.5 su 5

L’ESORCISMO – ULTIMO ATTO horror, diretto da M.A. Fortin, Joshua John Miller, con Russell Crowe e Sam Worthington.  Durata 93 minuti.

Racconta la storia di Anthony Miller (Russell Crowe), un attore ormai alla deriva, tormentato dai demoni del suo passato. Quando finalmente ottiene un ruolo da protagonista in un film horror sugli esorcismi, Anthony sembra riprendere contatto con la realtà, ricucendo persino il rapporto complesso con sua figlia adolescente. Durante le riprese, però, inquietanti fenomeni iniziano a susseguirsi sul set del film, trascinando Anthony in un baratro di follia. Scena dopo scena, il comportamento dell’uomo si fa sempre più sinistro, rendendolo una pericolosa minaccia persino per sua figlia. Quale terrificante mistero aleggia sul set del film e sui suoi protagonisti? Quale oscuro segreto si cela nel passato di Anthony, e per quale motivo questa entità demoniaca vuole impossessarsi di lui?

Voto: 2.5 su 5

ME CONTRO TE IL FILM – OPERAZIONE SPIE family, diretto da Gianluca Leuzzi, con Luigi Calagna e Sofia Scalia. Durata 62 minuti.

Un viaggio indietro nel tempo, i mitici anni Novanta, ma anche il tema del bullismo, le fake news e la forza dei media. I Me contro Te, alias Sofì e Luì (nella vita Sofia Scalia e Luigi Calagna), idoli dei più giovani con un canale Youtube da quasi 7 milioni di iscritti ma anche serie tv, concerti, libri e compilations, festeggiano i primi 10 anni di carriera e tornano al cinema con la loro sesta pellicola. 

La nuova avventura regala loro il record della saga kids più lunga del cinema italiano, ma anche, dichiaratamente, il sapore di un punto e a capo. «Volevamo dare una fine alla storia iniziata con La vedetta del Signor S», raccontano. «Questo è lo scontro finale e anche la chiusura di un cerchio, con tutti i personaggi della saga riuniti. Per la prima volta, poi, ci vedrete in scenari “reali” e non fantasy come poteva essere la jungla o la Transilvania, dal centro commerciale ai corridoi di una scuola, dove abbiamo girato mentre i ragazzi stavano realmente studiando». 

La nuova storia inizia con il Pianeta minacciato dall’Alleanza dei Malvagi: il Signor S., Perfidia, Viperiana e Serpe hanno convinto tutti che Sofì e Luì sono terribili criminali e che solo loro, i Malvagi, sono i buoni che possono salvare l’umanità. Per fortuna, non tutto è perduto e, tra sentimenti e canzoni (c’è anche la firma di Paolo Jannacci), i Me Contro Te con i loro amici riusciranno a trovare le “origini” del male, almeno quello insito nel Signor S., andando indietro nel tempo fino al 1992, in una lunga citazione di Ritorno al futuro che in sala strizza l’occhio a mamma e papà, tra walkman, balletti alla Back street boy e passi di danza come il running man. 

«Abbiamo scelto il 1992 non a caso. È l’anno in cui sono nato io», sorride Luigi. «Come si viveva? Non c’era il cellulare né internet ovunque», riflette Sofia, classe 1997. «Non so se fosse più facile o difficile». Ma qual è l’ingrediente giusto per catturare così a lungo il pubblico più giovane? «Forse fare sempre e solo le cose che ci piacciono», concordano i due. «Quando abbiamo debuttato ci siamo detti: se tra anno non arriviamo a 10mila iscritti al canale smettiamo. Erano 300mila. La musica è sempre stata la nostra grande passione. Anche per festeggiare questi 10 anni abbiamo organizzato un tour nei Palazzetti, che non vediamo l’ora di riprendere il prossimo anno. Ma non ci siamo mai sentiti grandi musicisti, attori o scrittori. È il pubblico a decidere se un progetto è bello».

«Debuttare al cinema è stata la nostra grande sfida», aggiunge Sofia. «Tutti quelli che ci avevano provato arrivando dal web avevano “floppato”. Invece il primo film ha avuto un successo incredibile, abbiamo anche vinto il David di Donatello dello spettatore».

«Il segreto del successo? Aver sempre pensato a chi si rivolgevano», dice il regista Leuzzi. «Loro grande merito è stato anche a riportare nei cinema un pubblico che in Italia mancava da anni». 

Ma chiusa la saga, Luigi Calagna e Sofia Scalia hanno voglia di togliere la maschera e crescere? «La parola maschera non ci rappresenta», risponde Sofia. «Luì e Sofì sono molto simili a noi, se non uguali. Vedremo, abbiamo capito che nella vita tutto può succedere». 

Coppia anche nella vita, ben prima del web, due anni fa è arrivata anche la proposta di matrimonio. «Succederà», sorridono. «Negli ultimi cinque anni abbiamo girato sei film e una serie di due stagioni. Ma non aspetteremo ancora a lungo e coinvolgeremo chi ci ha seguito in questi anni».

Voto: 3 su 5

HAIKYU!! THE DUMPSTER BATTLE animazione, diretto da Susumu Mitsunaka, con Ayumu Murase e Kaito Ishikawa. Durata 85 minuti.

Il protagonista Shoyo Hinata (voce originale Ayumu Murase) unirsi al club di pallavolo della Karasuno High per diventare come il suo idolo, un ex giocatore della Karasuno conosciuto come il “Piccolo Gigante”. Ma Hinata scopre presto di dover fare squadra con la sua nemesi delle scuole medie, Tobio Kageyama (voce originale Kaito Ishikawa). I loro stili contrastanti si trasformano in un’arma sorprendente, ma riusciranno a battere la scuola rivale Nekoma High nell’attesissima “Dumpster Battle”, la tanto attesa resa dei conti tra due squadre di sfavoriti?

Voto: 3.5 su 5

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