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Addio Jamie Reid, l’esteta del punk

Artista e graphic designer ha ideato gran parte delle copertine dei dischi dei Sex Pistols basate sul collage. Aveva 76 anni. Era un «anarchico, punk, hippie, ribelle e romantico»
Jamie Reid

Jamie Reid, l’artista e graphic designer il cui lavoro di collage per i Sex Pistols è stato un pilastro centrale dell’estetica punk, è morto all’età di 76 anni. In una dichiarazione è stato descritto come un «artista iconoclasta, anarchico, punk, hippie, ribelle e romantico. Jamie lascia un’amata figlia Rowan, una nipote Rose e un’enorme eredità».

Nato a Londra nel 1947, Reid si iscrisse alla Wimbledon Art School all’età di 16 anni, per poi trasferirsi alla Croydon Art School dove incontrò il futuro manager dei Sex Pistols Malcolm McLaren. Il lavoro più noto di Reid è stato per le copertine di una serie di pubblicazioni dei Sex Pistols: il testo rosa e giallo del loro unico album Never Mind the BollocksHere’s the Sex PistolsGod Save the Queen, il singolo di successo bandito dalla BBC con un ritratto fotografico di Cecil Beaton della regina Elisabetta II deturpato da Reid; la cornice vuota rotta di Pretty Vacant; e un fumetto ritoccato per Holidays in the Sun.

Suo il poster per il singolo Anarchy in the UK, con una Union Jack strappata, era un’altra immagine che definiva l’iconoclastia dell’era punk. Ha anche creato numerosi design alternativi per i single: uno per God Save the Queen presenta una spilla da balia sul labbro della regina più svastiche per gli occhi, mentre una copertina alternativa del mercato francese per Pretty Vacant presentava autobus che mostravano le destinazioni Nowhere e Boredom. Reid ha anche lavorato alle immagini per il film dei Sex Pistols The Great Rock’n’Roll Swindle.

Le sue lettere imitavano lo stile taglia e incolla di una richiesta di riscatto anonima, uno stile che sviluppò per la prima volta con la pubblicazione controculturale Suburban Press, che iniziò nel 1970 insieme a Jeremy Brook e Nigel Edwards. È stato ispirato dalla politica alternativa della fine degli anni Sessanta e ha realizzato il design grafico per il libro del 1974 Leaving the 20th Century: The Incomplete Work of the Situationist International, che ha raccolto testi tradotti da scrittori situazionisti francesi.

Reid ha spiegato la sua filosofia nel 2015: «La nostra cultura è orientata alla schiavitù, affinché le persone svolgano funzioni preordinate, in particolare sul posto di lavoro. Ho sempre cercato di incoraggiare le persone a pensarci e a fare qualcosa al riguardo».

Il suo sito web ha descritto il suo lavoro come una fusione di «gnosticismo e dissenso», con la spiritualità come componente anch’essa importante.

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