– I segnali sonori più interessanti della settimana. È quella battente di Francesco Loccisano che stupisce con il suo nuovo album in cui la musica popolare dialoga con l’elettronica. Sono elettriche invece le sei corde della band Algernon Cadwallader. Scoraggiante “Play”, inizio dell’era “Stereo” di Ed Sheeran. L’album d’addio dei Twenty One Pilots
– Il debutto da solista di Jade, ex cantante delle Little Mix, con un album che mescola pop e dance. Olivia Dean con “Man I Need” si candida a star del soul-pop. Il sorprendente singolo “È Solo la Fine del Mondo” della band siciliana La Governante. E dalla Sicilia arriva anche il mantra “L’isola che c’è” di uMANo. I “Giorni tristi” di Mara Sattei
“ONDE D’URTO”, FRANCESCO LOCCISANO

Il Maestro della chitarra battente Francesco Loccisano, considerato uno dei principali innovatori di questo affascinante strumento, sorprendere e stupisce ancora una volta con il suo sesto album, Onde d’urto, manifesto della nuova fioritura artistica del Sud Italia, capace di fondere tradizione e modernità in un linguaggio musicale unico e innovativo.
«Il disco è un viaggio sonoro che prende vita dalle corde della chitarra battente, strumento simbolo della cultura calabrese», racconta l’artista che in questo disco dialoga con elettronica, arrangiamenti moderni e una ricerca artistica proiettata oltre i confini territoriali. Otto tracce intense, capaci di intrecciare mitologia, emozioni e denuncia sociale, fino a diventare un racconto universale. Onde d’urto è un viaggio «che parte dalla mia terra per rivolgersi al mondo un racconto che vuole emozionare, scuotere e al tempo stesso dare voce alla ricchezza culturale che stiamo vivendo».
Il viaggio si apre con Clizia, ispirata al mito della ninfa trasformata in girasole da Apollo, un brano che diventa simbolo di amore eterno e capacità di trasformazione. A seguire, La Partida, celebre valzer venezuelano di Carlos Bonnet che Loccisano reinterpreta in chiave battente, affascinato dalla sua bellezza e semplicità. La title track Onde d’urto segna un momento di grande intensità: un dialogo tra tradizione ed elettronica che racconta un percorso di rinascita personale e artistica. Con L’ombra, invece, Loccisano affronta il tema della consapevolezza che nasce dal confronto con sé stessi, un brano intimo e riflessivo. Naturale celebra la spontaneità e l’immediatezza espressiva della chitarra battente. Con Graffi, invece, l’artista denuncia i segni che la mano dell’uomo ha lasciato sui paesaggi naturali, trasformando la musica in un grido di consapevolezza. Il disco prosegue con Gocce d’Amore, un invito a riscoprire e custodire i sentimenti autentici, troppo spesso messi da parte, e si chiude con Variazioni sulla Tarantella Napoletana, che rievoca le esperienze di Loccisano a Napoli e i suoi anni di collaborazione con Eugenio Bennato.
“PLAY”, ED SHEERAN
Ed Sheeran va con il pilota automatico. Preme il taso “play” e sforna un’altra ballata introspettiva. Diventa così scoraggiante ascoltare Play, il suo ottavo album in studio, a 14 anni dal debutto con +: chitarre acustiche, suoni indiani e punjabi e melodie folk irlandesi. «Volevo solo creare gioia e technicolor», spiega lui che, dopo aver chiuso il Mathematic tour con 10 milioni di spettatori in tre anni e mezzo, inaugura una nuova fase della sua carriera, l’era “Stereo”. Registrato in giro per il mondo e completato a Goa, in India, Playunisce ballate acustiche, pop globale e influenze folk provenienti da tre continenti: «Ho trascorso alcuni dei giorni più divertenti, esplorativi e creativi della mia vita. Abbiamo trasformato quattro ville in studi: in uno avevo solo gli strumenti indiani, in uno registravo, in un altro cantavo, è stato un mese pazzesco», assicura lui, «più invecchio, più voglio semplicemente godermi le cose e assaporare i momenti folli e caotici».
Il disco alterna euforia e introspezione, colori accesi e angoli acustici, come annunciato dai singoli Azizam, Old phone, Sapphire (con Arijit Singh), già diventato un inno multiculturale: «Non me ne sono reso conto mentre lo stavo facendo, ma mi sembra super importante e amo come è stato accolto. Credo che resisterà alla prova del tempo in termini di fusione della cultura pop occidentale con quella indiana in modo rispettoso». Per il lancio di Azizam, Sheeran ha cantato per le strade in India, ha ricreato il suo pub al Coachella e ha suonato a sorpresa nel pub della sua città.
Ed è ancora più scoraggiante sapere che, dopo Play, il peluche d’orsacchiotto rossiccio ha in mente altri quattro album per completare l’era “Stereo”: Rewind, Pause, Fast forward e Stop. E ha persino pianificato un disco postumo, Eject: «È davvero nel mio testamento. Cherry può scegliere le tracce».
“TRYING NOT TO HAVE A THOUGHT”, ALGERNON CADWALLADER

Sebbene ammirato da una serie di rocker emo e indie, Algernon Cadwallader originariamente si considerava una band punk off-kilter, e abbraccia pienamente quell’identità su Trying Not to Have a Thought. È il loro album più denso e rumoroso, anche se ogni membro suona più controllato nel complesso. Dal nodoso rock che spinge Shameless Faces (even the guy who made the thing was a piece of shit) al post-punk artistico e alimentato dalla ketamina di noitanitsarcorP, tutti e quattro i membri suonano pieni di energia, concentrati e ispirati dalle idee reciproche. È una testimonianza dello stretto legame dei membri della band e di come i loro spettacoli dal vivo consentano al pubblico di condividerlo.
“BREACH”, TWENTY ONE PILOTS
Nello spirito dei franchise cinematografici, i Twenty One Pilots hanno scelto di dividere il loro capitolo finale in due parti. Il nuovo album, Breach, è l’ottavo del duo e accompagna Clancy, uscito nel 2024. I due lavorano in tandem per completare un lavoro che la band ha tessuto per quasi un decennio.
La prossima settimana i Twenty One Pilots daranno il via al The Clancy Tour: Breach 2025 con uno show sold out per promuovere il nuovo album uscito oggi Breach e dare l’addio ai fan Il disco include i singoli già pubblicati Drum Show e The Contract, che hanno segnato il debutto più importante della carriera della band, raggiungendo la posizione #1 nella classifica Alternative Airplay e facendo guadagnare alla band una nomination come Best Rock agli MTV VMAs 2025. Dopo un percorso durato più di un decennio, Breach offre la conclusione tanto attesa della storia iniziata con l’album Blurryface (disco di Platino in Italia).
“THAT’S SHOWBIZ BABY!”, JADE

Jade ha fatto scalpore l’anno scorso con l’uscita del suo singolo di debutto da solista, Angel of My Dreams, un’opera prog di ampio respiro camuffata da successo radiofonico. C’è molto di più nell’album di debutto That’s Showbiz Baby!: riff pop incendiari uniti a ritmi da discoteca e intermezzi teatrali, con una rapidità ed eclettismo che rivaleggia con l’hyperpop,
L’ex cantante delle Little Mix ha co-scritto l’album, ispirata, a suo dire, dalla sua giovinezza trascorsa ad ascoltare le Spice Girls e Samantha Mumba, mentre le tracce da discoteca di Scooter e Cascada filtravano attraverso il muro dalla camera da letto del fratello. Tra i collaboratori dell’LP figurano Tove Lo, Raye e Mike Sabath.
“MAN I NEED”, OLIVIA DEAN
Presenza ammaliante e voce soul in grado di ipnotizzare chiunque. Dopo numerose nomination ai BRIT Awards e ai Mercury Prize, Olivia Dean, nuova stella inglese pronta a brillare nella scena musicale internazionale, si presenta con il suo singolo che sta scalando le classifiche: è attualmente al n.1 nella chart dei singoli su Spotify UK, alla #2 nella classifica singoli inglese e, infine, tra i brani più ascoltati al mondo su Spotify a livello globale. Il singolo è tratto dall’album di prossima uscita dell’artista, The Art of Loving(sulle piattaforme digitali e in edizione fisica in tutto il mondo dal 26 settembre).
Man I Need è un inno alla positività pura e semplice, una canzone coraggiosa d’amore con una sezione ritmica travolgente a fare da contraltare alla voce soul di Olivia. Il videoclip ufficiale è stato diretto da Jake Erland. «Il brano parla dell’essere consapevoli di meritare amore e del fatto che non bisogna avere paura di chiedere di essere amati. È una canzone sfrontata, sexy e divertente, fatta per far muovere le persone!», racconta l’artista.
“È SOLO LA FINE DEL MONDO – THE END”, LA GOVERNANTE
Due giovani interpretano loro stessi in una relazione che muore a distanza, offuscata dalla nebbia padana e dal forte sole della Sicilia. È solo la fine mondo o del loro mondo? Dopo Odiandoti, il brano che ha annunciato il ritorno della band siciliana, La Governante è tornata con il nuovo singolo È Solo la Fine del Mondo.
Il videoclip è stato realizzato grazie alla collaborazione con il regista francese Fabrice Mathieu. Mette in scena oltre cinquecento gif a “loop perfetto”, selezionate da film iconici. Un viaggio visivo e sonoro che rende omaggio all’estetica del cinema, spaziando dai film muti fino ai giorni nostri. È Solo la Fine del Mondo è il secondo brano ad anticipare il nuovo disco de La Governante, in uscita a settembre.
“GIORNI TRISTI”, MARA SATTEI

Trasformare il dolore nascosto in luce, mostrare il contrasto tra ciò che si sente dentro e l’apparente leggerezza che si mostra agli altri, riconoscersi cambiati rispetto al passato. Dopo Casa Gospel, il joint album realizzato con thasup, il primo progetto discografico dei fratelli Mattei insieme, Mara Sattei è pronta a tornare con nuova musica: Giorni tristi è il suo nuovo singolo. Il titolo è emblematico e in netta contrapposizione con il mood sonoro della canzone, fatto di leggerezza, ritmo e una freschezza che lo rende immediatamente riconoscibile. Il testo, però, introduce una dimensione emotiva più profonda e mette al centro il contrasto tra ciò che si prova interiormente e l’immagine che si mostra agli altri.
In questo brano non troviamo una resa all’“inverno che ho dentro”, ma piuttosto un percorso di consapevolezza: il dolore non viene vissuto come un punto di arrivo, bensì come una sfida necessaria per crescere, sia a livello personale che artistico. La ricerca di sé, il guardarsi allo specchio e affrontare le proprie fragilità diventano elementi centrali. Ci si accorge che, metabolizzando il dolore, arriva un momento in cui si sceglie di stare bene e di andare avanti, con una maturità nuova e una forza ritrovata.
“L’ISOLA CHE C’È”, UMANO

Nel nuovo singolo del cantante nato a Como ma cresciuto ad Agrigento, l’isola diventa simbolo di appartenenza e rifugio, un approdo sicuro lontano dal frastuono quotidiano. «Un luogo non solo geografico ma soprattutto emotivo, dove ritrovare relazioni genuine e il piacere di vivere con lentezza», spiega Giuseppe Sicorello, in arte uMANo. «La Sicilia è il cuore pulsante di questa visione: non celebrata con stereotipi, ma raccontata come uno stato d’animo. Un’isola che profuma di agrumi, che respira Africa all’orizzonte e che invita chi ascolta a riconoscere nel paesaggio mediterraneo il riflesso di un sentimento universale, cioè la necessità di fermarsi, respirare e ritrovare sé stessi». L’isola che c’è fonde dolcezza e ritmo, con una melodia avvolgente che culla l’ascoltatore come le onde che accarezzano la riva. Il ritornello, ipnotico e rassicurante, diventa un vero e proprio mantra.
Pochi giorni dopo l’uscita del singolo, che anticipa l’album, uMANo sarà protagonista il 26 e 27 settembre (dalle 19:30 in poi) in Piazza G. Verdi davanti al prestigioso Teatro Massimo di Palermo, di un’iniziativa molto forte, un’esperienza immersiva, intensa, unica a favore della musica. Per 48 ore il cantautore sarà dentro una sorta di vetrina a cantare, mangiare e dormire, per gridare che la musica e gli artisti non sono prodotti da vendere sullo scaffale di un supermercato; da confezionare a tavolino pronti per essere venduti come merce di mode passeggere. Gli artisti, la musica, l’arte in generale, sono visioni, prospettive, carne viva. Parlerà, canterà le canzoni del suo nuovo album “Sottosopra”, che uscirà nelle prossime settimane, e condividerà la sua visione dell’arte e della vita, sfidando la mediocrità che oggi domina nell’industria musicale.
