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La vera storia di TUPAC SHAKUR

Pubblicata anche in Italia l’unica biografia autorizzata dell’artista ucciso a soli 25 anni. L’autrice, sua ex compagna di liceo, ha ricevuto l’incarico direttamente dalla famiglia del rapper. Una penna molto amichevole che trascura i lati oscuri del personaggio e si sofferma poco sulla musica
– Figlio di Pantere Nere e nipote di un collaboratore di Malcolm X, fu profondamente influenzato dalla cultura afroamericana che aveva respirato sin da piccolo. Emerge che la dicotomica faida tra Bloods e Crips era a un passo dall’essere appianata, poco prima del tragico epilogo
Staci Robinson

Dopo la prima pubblicazione negli USA, arriva anche in Italia Tupac Shakur. La biografia autorizzata. Il libro è firmato dall’autrice e sceneggiatrice Staci Robinson, che conosceva Tupac dai tempi del liceo a Marin City, in California, e alla quale la madre, Afeni Shakur, ha affidato il compito di raccontare la storia del figlio. Il libro, definito dal New York Time «un ritratto toccante ed empatico» della vita e della potente eredità del rapper, è illustrato con foto, ricordi, poesie manoscritte, riflessioni e altro ancora.

Rapper, poeta, attore, rivoluzionario, leggenda, Tupac Shakur è uno degli artisti più grandi e controversi di tutti i tempi. A più di un quarto di secolo dalla sua tragica morte, avvenuta nel 1996 a soli 25 anni, continua a essere una delle figure più incomprese, complesse e influenti della storia moderna. Grazie all’accesso esclusivo ai diari privati, alle lettere e alle conversazioni senza censure di Tupac con coloro che lo amavano e lo conoscevano meglio, questa biografia autorizzata dagli eredi dipinge il quadro più completo e intimo ad oggi del giovane che è diventato una leggenda per le generazioni future.

Questo libro è l’unico fra le tante pubblicazioni uscite su Tupac che esplora le radici familiari, culturali e personali del protagonista. E lo fa da una prospettiva esclusiva e inedita, raccogliendo quindi i contributi dei parenti più prossimi e degli amici, tutte figure che hanno contribuito alla formazione di Tupac. Alla base di tutto la presenza della madre Afeni, faro morale e affettivo nella vita del rapper.

Figlio di Pantere Nere e nipote di un collaboratore di Malcolm X, fu profondamente influenzato dalla cultura afroamericana che aveva respirato sin da piccolo. Un’infanzia vissuta tra povertà e discriminazioni razziali sarà poi il motore del riscatto economico e personale che lo porterà a diventare uno degli artisti più influenti del nostro tempo. Se Tupac crebbe senza sapere chi fosse il suo padre biologico, tuttavia fu seguito da tre figure paterne: Mutulu Shakur, Legs Diamond e Tom Cox (TC). Ognuno dei quali lo influenzò, trasmettendogli quei retaggi che sarebbero diventati parte integrante del suo carattere complesso. Dalle esperienze teatrali scolastiche al freestyle con gli amici, Tupac brillava già da ragazzino di una innata sensibilità artistica, dote che lo avrebbe consacrato negli anni come rapper multiplatino, ma anche come stella di Hollywood. 

New York, 16 giugno 1971
Las Vegas, 13 settembre 1996

Se la parte iniziale del libro vuole mettere a fuoco l’artista prima del successo mondiale, la seconda ripercorre carriera discografica e avvenimenti in qualche modo già noti al grande pubblico. Anche in questo caso lo sguardo della Robinson è rivolto all’interno di Tupac, ai motivi e agli stati d’animo che hanno orientato scelte e decisioni in campo artistico, come nella vita privata. Messe da parte inchieste giudiziarie e tutte le congetture da crime story, nelle pagine del libro emerge come la diatriba con Notorius Big fosse maturata sulla base di fraintendimenti e sopravvalutazioni. La dicotomica faida ingenerata tra East e West Coast, e tra Bloods e Crips, sembra che fosse a un passo dall’essere potenzialmente appianata, questo poco prima del tragico epilogo. Probabilmente Tupac considerava Biggie sempre un amico, in cantiere c’era il progetto One Nation che prevedeva la collaborazione tra le due frange rivali, oltre al fatto che con NAS c’era rispetto e i due volevano riconciliarsi.

Anche se ci sono frequenti riferimenti alla sua prolifica produzione, il libro non si concentra molto sulla musica e, soprattutto, dedica pochissimo tempo alla condanna di Tupac per abusi sessuali del 1994 e assolve il rapper per il precedente incidente a un festival all’aperto che ha lasciato un bambino di 6 anni morto, anche se la pistola in questione era registrata a suo favore. Non considera nemmeno che potrebbe essere colpevole, accidentalmente o per procura. 

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