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Da Fabio Fazio un altro schiaffo alla nuova Rai

“Che tempo che fa” debutta su Discovery con il 10,5% di share, il miglior risultato di sempre della rete
La tv di Stato del corso meloniano registra invece solo flop: “Il mercante in fiera”, “Avanti popolo” e “Fake Show” 
Viale Mazzini corre ai ripari: torna Massimo Giletti e richiama a bordo Pippo Baudo e Renzo Arbore. Intanto paga 10mila a sera le ospitate di Fabrizio Corona 

Obiettivo raggiunto. Con largo scarto tra l’altro. Fabio Fazio, per il suo debutto su Rete Nove, aveva fissato come traguardo in termini di ascolti il 4% («Il paragone con la Rai è impossibile. Discovery la domenica sera è attorno al 2%. Mi piacerebbe raddoppiare», aveva detto al Corriere della Sera). E, invece, il paragone è proprio con la Rai3: 2.100.000 spettatori per l’10,47% di share il dato d’ascolto della prima puntata di Che tempo che fa domenica 15 ottobre su Rete Nove. Poco meno dell’ultima puntata sul terzo canale di Viale Mazzini con 2.772.000 spettatori e il 15.4% di share.

«È il programma più visto di sempre su Warner Bros Discovery Italia», ha twittato l’account ufficiale della trasmissione, ringraziando il pubblico. Un dato che ha fatto sì che domenica scorsa Rete Nove risultasse la seconda tv più seguita nel prime time, a un passo dalla corazzata Rai1 dove c’era la serie Cuori 2 (2.879.000 spettatori pari al 16.8% di share).

Fabio Fazio e Luciana Littizzetto

«Siamo sempre noi, si ricomincia» ha esordito domenica sera Fazio sulla nuova rete. E sempre loro – lui, Luciano Littizzetto e il “tavolo” di ospiti fissi da Frassica a Simona Ventura (unico assente Gigi Marzullo) – hanno rimesso su il talk show tale e quale a quello che confezionavano per Rai3: ovvero ha fatto quel servizio pubblico che la tv di Stato non fa più da tempo. Ha trasferito su Rete Nove il salotto con i consueti ospiti: il professore Roberto Burioni, Michele Serra, lo stesso codazzo di giornalisti, le interviste di scottante attualità con Liliana Segre, Andriy Shevchenko (da poco nominato consulente del presidente Zelensky) e il pluripremiato scrittore israeliano David Grossman. E il pubblico, anche quelli poco inclini a smanettare sul telecomando, li ha premiati.

Lo sappiamo, lo ripetono come un mantra nei corridoi di viale Mazzini e lo sottolinea lo stesso interessato: Fabio Fazio non è stato mandato via. È stato lui a volersene andare. Ma è indubbio che nessuno ha cercato di trattenerlo. Nessun dirigente si è mosso per fargli una controfferta. Anzi, gli hanno spalancato le porte purché togliesse l’incomodo, pur di compiacere chi siede oggi sulle poltrone dei palazzi del potere. Non facciano gli ipocriti. 

Fabio Fazio nello studio di Rete Nove

Fazio può risultare antipatico. Ma neanche Bruno Vespa è l’emblema della simpatia, eppure sta sempre lì. Fazio può costare troppo, ma faceva incassare molto anche alla Rai, sia in moneta sia in prestigio (risultati che certo non registra il mariuolo di Fabrizio Corona invitato da BelveDomenica In e Avanti Popolo per 10mila euro a sera). Nessun conduttore può vantare il palmares di interviste che ha il cinquantottenne savonese. 

Per la Rai e, in particolare, per il nuovo corso, quello dettato dal governo di centrodestra di Meloni e Salvini, questo risultato è un altro schiaffo, dopo la lunga sequenza di flop che sta caratterizzando l’inizio di stagione in viale Mazzini. Bianca Berlinguer, anche lei fuggitiva da Rai3, è partita su Rete4 con buoni risultati adesso attestatisi intorno al 6,5% di share dopo il ritorno di DiMartedì su La7. I nuovi programmi stentano a decollare, se non sono già disastrosamente precipitati. Il Mercante in Fiera di Pino Insegno su Rai2 naviga sul 2,7% di share con una media di 570mila telespettatori e c’è chi adesso trema a pensare che condurrà l’Eredità. D’altro canto, già in passato Insegno (come gran parte dei doppiatori) non si era mai distinto per originalità, eleganza, cultura, né aveva mai azzeccato un programma: solo per l’amicizia con la premier Meloni è stato reintegrato. 

Un risultato oggettivamente difficile da giustificare e da legittimare. Come quello del nuovo programma d’inchiesta Avanti popolo di Nunzia De Girolamo partito su Rai3 con una patetica intervista al marito Francesco Boccia seguita da 574mila spettatori (3,6% di share), ben al di sotto della concorrenza (da Floris su La7 con 1.274.000 spettatori e 8.1% di share alla Berlinguer su Rete4, in calo con 869.000 telespettatori e 6,5%). E all’elenco dei flop si deve aggiungere Fake Show di Max Giusti attestatosi al di sotto del 4% share su Rai2, rete che – come la scorsa stagione – si affida a Fiorello per risollevare le sorti.

Da parte dei dirigenti nessun pentimento né marcia indietro. Tutto prosegue secondo i programmi stabiliti. Nel frattempo, però, si cerca di rattoppare una squadra che perde colpi. Annunciati i ritorni di Massimo Giletti e della trasmissione Far West di Salvo Sottile. E poi si prepara per il 2024 quando, in occasione delle celebrazioni dei 70 anni della tv e dei 100 anni della radio, saranno richiamati a bordo i “grandi vecchi” del piccolo schermo: Pippo Baudo e Renzo Arbore.

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