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Al cinema. Arrivano i film di Cannes

–  Le prime visioni di questa settimana. Direttamente dalla Croisette “Furiosa: A Mad Max Saga” e “Marcello mio”
– Una giovane ribelle protagonista di “Vangelo secondo Maria”. In “Io e il secco” un bimbo di 10 anni e un improbabile sicario

MARCELLO MIO commedia, diretto da Christophe Honoré, con Chiara Mastroianni e Catherine Deneuve. Durata 120 minuti.

È un film ironico, a tratti surreale e soprattutto commovente Marcello mio di Christophe Honoré, presentato in concorso al Festival di Cannes. Nell’anno del centenario della nascita di Marcello Mastroianni il regista riunisce la vera famiglia del grande attore: la figlia Chiara, i suoi ex compagni Melvil Poupaud e Benjamin Biolay, e naturalmente la moglie Catherine Deneuve, che interpretano versioni in parte reali e in parte romanzate di sé stessi. E accanto a loro c’è un superlativo Fabrice Luchini nel ruolo del migliore amico di Chiara/Marcello. Si perché nel film l’attrice, in un momento di crisi personale e professionale, decide di trasformarsi, vestirsi come il padre, essere lui, pretendendo di farsi chiamare Marcello, cosa che getta nel panico l’intero entourage.

A Cannes, in un’atmosfera divertente e divertita, si è riunito il “clan” Mastroianni per presentare questo film che non è solo un omaggio a lui, ma è un film sull’essere attore, sull’identità e l’elaborazione di un lutto, personale e collettivo. Chiara Mastroianni ha rivelato: «Sono talmente tanti anni che mi sento dire che somiglio così tanto a mio padre che questa trasformazione alla fine non mi ha creato nessun problema, anzi mi è piaciuta moltissimo. No, la verità è che mi è piaciuta così tanto che non ero per niente contenta di tornare me stessa».

Tra episodi commoventi, come quando madre e figlia tornano nella casa parigina dove vivevano con Marcello, ricordi di Chiara bambina e immagini di film dell’attore, si entra un po’ nella vera vita di quella famiglia. E la più coinvolta, “vera” e sorprendente in certi momenti è proprio la Deneuve, che ha confessato: «C’è una scena alla fine del film, ambigua, perché io ho abbracciato mia figlia in una maniera molto brusca, direi. Per me è stato abbastanza sconvolgente, perché era Marcello ma era soprattutto mia figlia. Sì, è stato piuttosto inquietante».

Voto: 4 su 5

IO E IL SECCO drammatico, diretto da Gianluca Santoni, con Andrea Lattanzi e Francesco Lombardo. Durata 99 minuti.

Il film, tratto da una storia originale che ha vinto il Premio Solinas, è scritto da Michela Straniero e dallo stesso regista ed è prodotto da Ines Vasiljević e Stefano Sardo per Nightswim con Rai Cinema, in coproduzione con Antitalent e in associazione con Sajama Films.  Per il film d’esordio di Gianluca Santoni, Davide Pavanello, in arte Dade, firma la sua prima colonna sonora originale. Prima bassista dei Linea 77 e poi nella band di Salmo, Dade è un produttore che si muove con agilità fra i generi. La soundtrack include anche un classico della musica italiana, Sere Nere di Tiziano Ferro, re-interpretata in chiave intimista dai Santi Francesi, il duo vincitore di XFactor.

Il film, che aveva avuto una menzione speciale alla Festa di Roma, nel concorso Alice nella città, racconta la storia di un bambino di dieci anni che ha una missione: salvare la madre, interpretata da Barbara Ronchi, dalle violenze del padre. Da solo però non ce la può fare e allora chiede aiuto a un ragazzo che lui pensa sia un superkiller. In realtà, però, Secco è solo uno sbandato in cerca di soldi. L’attrice ha raccontato: «Mi ha colpito di questa sceneggiatura la possibilità di passare dal dolore alla tenerezza, all’ironia. Mi pareva che si raccontasse una storia così scura in maniera luminosa».

Nel film, infatti, la violenza domestica non viene mai mostrata, eppure è chiara sia al bambino che agli spettatori. Una violenza che può essere una terribile eredità per il più piccolo, interpretato da Francesco Lombardo, che per Secco, interpretato da Andrea Lattanzi. I due intraprenderanno un viaggio per diventare adulti senza seguire i propri modelli maschili. «Io penso che sia importante continuare a parlare di quello che succede in certe famiglie, di come le donne subiscano queste violenze, ma soprattutto penso sia importante parlare di quanto i bambini, che fanno parte di queste famiglie, si portino dei segni addosso», ha detto Ronchi. «Gli uomini hanno bisogno anche di nuovi modelli, che non siano quelli di forza, violenza, sopraffazione».

Voto: 4.5 su 5

FURIOSA: A MAD MAX SAGA azione, diretto da George Miller, con Anya Taylor-Joy e Chris Hemsworth. Durata 148 minuti.

È il prequel di Mad Max: Fury Road ed è un origin story incentrata sul personaggio dell’Imperatrice Furiosa. Il film approfondisce infatti la storia della Figlia della Guerra rinnegata, nota per aver aiutato le Cinque Mogli di Immortal Joe nella loro fuga e aver collaborato con Max per liberarsi del perfido despota. A vestire i panni del personaggio di Furiosa sarà Anya Taylor-Joy. Del cast del film fanno parte anche Chris Hemsworth e Yahya Abdul-Mateen II.

Voto: 3.5 su 5

VANGELO SECONDO MARIA drammatico, diretto da Paolo Zucca, con Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann. 

Dopo la presentazione al Torino Film Festival, arriva al cinema il film di Paolo Zucca, tratto dal libro omonimo di Barbara Alberti che ha partecipato anche al soggetto e alla sceneggiatura. Benedetta Porcaroli è una giovane Maria di Nazareth “ribelle”, che non accetta il suo destino; vuole imparare a leggere e a scrivere, emanciparsi, fuggire lontano e scoprire il mondo. In Giuseppe, Alessandro Gassmann, più grande di lei, trova un maestro di vita e un complice, non avendo però fatto i conti con i sentimenti e il disegno divino che le viene presentato dall’angelo dell’annunciazione.

Una Maria modernissima, Benedetta Porcaroli: «È un’eroina al cento per cento. Questa ragazza ha così tanti passaggi emotivi che per me è stato commovente interpretarla, mi sono ispirata a tutto quello che ho visto, eroi, eroine, a tutto quello che per me significa una lotta per la libertà, che poi è quello che facciamo tutti fondamentalmente, lottiamo per la libertà».

Alessandro Gassmann è un uomo fuori dal suo tempo, aperto: «È un saggio, ha viaggiato molto, conosce le cose, e quello è il punto di contatto con una ragazza ribelle e intelligente come Maria. È l’incontro di due solitudini, che si scoprono e risolvono le loro esistenze con questa relazione che nasce, ho trovato molto interessante nel film l’umanizzazione di questi personaggi».

Il regista Paolo Zucca pensava a questo film con Barbara Alberti da quindici anni; rispetto al libro, che è raccontato in prima persona da Maria, è più approfondito il personaggio di Giuseppe e il finale è diverso: «Abbiamo fatto un lavoro preciso, certosino, sui dialoghi, ogni parola che dicono i personaggi siamo andati a vedere se nella Bibbia esiste. Quando non c’era l’abbiamo cambiata e riscritta, secondo me è stato un lavoro invisibile ma importantissimo».

Voto: 3.5 su 5

GIRASOLI drammatico, diretto da Catrinel Marlon, con Gaia Girace e Mariarosaria Mingione. Durata 97 minuti.

È ambientato negli anni Sessanta e racconta la storia di un amore impossibile a quell’epoca, nato un po’ per caso tra due giovani donne. Anna (Mariarosaria Mingione) è una giovane infermiera che inizia a lavorare nel reparto minorile di un manicomio, dove conosce e si affezione a una delle pazienti, la quindicenne schizofrenica Lucia (Gaia Girace). Mente la dottoressa Marie (Monica Guerritore) e il severo dottor Oreste (Pietro Ragusa) lottano per decidere se procedere o no con le cure sperimentali, il legame tra Anna e Lucia tra le cupe mura di quell’ospedale psichiatrico, che somiglia più a un carcere che a una casa di cura, si fa sempre più forte, fino a costringerle a compiere scelte decisive per le proprie vite.

Voto: 3 su 5

IL CASO GOLDMAN drammatico, diretto da Cédric Kahn, con Arieh Worthalter e Arthur Harari. Durata 115 minuti.

È ambientato in Francia nel novembre del 1975 quando inizia il secondo processo a Pierre Goldman (Arieh Worthalter), attivista di estrema sinistra condannato in primo grado all’ergastolo per quattro rapine a mano armata, una delle quali causò la morte di due farmacisti. In quest’ultimo caso sostenne la sua innocenza e in poche settimane divenne un’icona della sinistra intellettuale. Lo difese Georges Kiejman (Arthur Harari), un giovane avvocato, ma il loro rapporto presto divenne teso. Goldman, sfuggente e provocatorio, rischiò la pena di morte e rese incerto l’esito del processo.

Voto: 3.5 su 5

CHIEN DE LA CASSE drammatico, diretto da Jean-Baptiste Durand, con Anthony Bajon e Raphaël Quenard. Durata 93 minuti.

Racconta la storia di un’amicizia, quella tra Dog e Miralès (Anthony Bajon e Raphaël Quenard). Siamo nel sud della Francia e i due ragazzi vivono in un piccolo villaggio dove passano le giornate a bighellonare e farsi scherzi. Tra i due, che sono cresciuti insieme, c’è una forte complicità, ma quell’estate tra i due c’è una tensione diversa dal solito. Nell’aria si sente arrivare il cambiamento. Poco dopo infatti arriva Elsa (Galatéa Bellugi), una ragazza che si è appena trasferita nella cittadina. Dog e Elsa si innamorano e passano tutto il tempo insieme. A quel punto Miralès si sente trascurato, pensa di aver perso il suo amico e la vive molto male. Divorato dalla gelosia, il giovane è costretto a fare i conti con la propria identità e per riuscirci deve prima liberarsi dal suo passato… 

Voto: 3 su 5

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