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Addio Giovanna Marini, la Joan Baez italiana

– L’artista romana è morta all’età di 87 anni: musicista, cantante politica e ricercatrice, è stata una delle voci più importanti del Nuovo Canzoniere Italiano
– Ha collaborato con Italo Calvino, Pier Paolo Pasolini, Dario Fo, Citto Maselli, Ascanio Celestini. Francesco De Gregori la portò in vetta alla hit parade
– Angelo Branduardi: «Saremo per sempre riconoscenti a Giovanna Marini, per il suo lavoro di ricerca prezioso ed anche coraggioso. Perdiamo un’autentica cantastorie»

Si è spenta una delle voci più importanti del Nuovo Canzoniere Italiano e di tutta la canzone politica in genere: Giovanna Marini, dopo una breve malattia, è morta a Roma, dov’era nata il 19 gennaio del 1937. Aveva 87 anni.

Giovanna Marini era musicista, era cantante politica, era ricercatrice. E in ognuna di queste definizioni il suo ruolo è stato del tutto particolare. Lei ha reinventato in maniera originale questi ruoli ormai “normalizzati” nella cultura degli anni Sessanta e Settanta. Il musicista era, infatti, quello chiuso nei Conservatori, oppure lo strimpellatore di chitarra d’accompagnamento. Il cantante politico era l’anonimo espresso dalle lotte di massa, oppure il divulgatore di slogan in do/sol7ma. Il ricercatore era il geloso maniaco del magnetofono. 

Giovanna Marini. Roma: 19 gennaio del 1937 – 8 maggio 2024

Giovanna Marini è stata invece musicista nel senso che ogni sua ballata riecheggia una consuetudine non episodica con la musica “colta” del passato e, soprattutto, di quella grande stagione della musica italiana che va da Palestrina a Monteverdi.

Giovanna Marini è stata cantante politica. E, anche in questo caso, la sua musica non è un accompagnamento di slogan, non fornisce una visione piatta e generica, o trionfalista e retorica, delle lotte, della società, della battaglia socialista. La canzone politica di Giovanna Marini è assolutamente inimitabile.

E, infine, Giovanna Marini è stata una ricercatrice, ma forse sarebbe meglio dire una ricreatrice. Ha condotto una ricerca per radicarsi da qualche parte e trovare materiale da plasmare.

Giovanna Marini componeva ballate per lo più lunghissime, cariche di parole e variazioni musicali: quasi lungometraggi in forma di canzone. Spesso dei veri e propri manifesti. Si pensi, ad esempio, a I treni per Reggio Calabria.

«Mi sono svegliata a metà degli anni Cinquanta, quando nascevano i cantacronache con la musica di protesta», raccontava. «Autori come Michele Straniero, Sergio Liberovici e Fausto Amodei si univano a Calvino, Eco, Rodari. A Milano, Giangiacomo Feltrinelli fondava la sua casa editrice, c’erano Ernesto De Martino, Diego Carpitella, Gianni Bosio che lavoravano per portare alla luce la cultura popolare. Gli intellettuali erano l’anello di congiunzione fra il mondo agricolo e quello contadino prima, operaio dopo. Un miracolo, come avvenne solo negli anni Venti e Trenta in Germania con Brecht che si unì a Weill».

Con Francesco De Gregori a 65 anni ho scoperto l’hit parade… La classifica, chi ci pensava? Addirittura ne ignoravo l’esistenza. Francesco e io pensavamo che questo lavoro l’avremmo ascoltato solo noi. Invece il 2002 è stato un anno fortunato per me. Faccio dischi da quarant’anni, ma non se n’era accorto nessuno

Francesco De Gregori e Giovanna Marini
Giovanna Marini

Ha collaborato con la punta di diamante degli artisti italiani – da Italo Calvino a Dario Fo – che hanno cercato di far combaciare letteratura colta e popolare, che nella tradizione italiana sono spesso andate sulla stessa linea. Diplomata in chitarra al conservatorio di Santa Cecilia, ha perfezionato i suoi studi con Andres Segovia. Agli inizi degli anni Sessanta Giovanna Marini entra in contatto con i maggiori intellettuali e studiosi della tradizione popolare italiana, tra i quali Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Roberto Lydi, Gianni Bosio e Diego Carpitella. Nel 1964 a Spoleto prende parte allo spettacolo Bella Ciao, provocando scandalo e reazioni indignate da parte del pubblico. È il nucleo fondante del Nuovo Canzoniere Italiano, collabora con il celebre poeta in lingua sarda Peppino Marotto, dal quale impara l’arte della narrazione popolare improvvisata, ed è una colonna portante dell’Istituto Ernesto De Martino, in cui raccoglie i canti popolari da lei scoperti e catalogati. Tra i suoi spettacoli, Ci ragiono e canto, diretto da Dario Fo nel 1965, Vi parlo dell’America

Nel 2002 con Francesco De Gregori incide l’album Il fischio del vapore, facendo conoscere dopo quarant’anni il suo nome al grande pubblico. «Con Francesco De Gregori a 65 anni ho scoperto l’hit parade», confessava all’epoca. «La classifica, chi ci pensava? Addirittura ne ignoravo l’esistenza. Francesco e io pensavamo che questo lavoro l’avremmo ascoltato solo noi. Invece il 2002 è stato un anno fortunato per me. Faccio dischi da quarant’anni, ma non se n’era accorto nessuno».

Colonna della musica italiana del Novecento, definita la “Joan Baez italiana”, riporta in auge il valore del canto popolare e il suo valore politico, riportando alla luce in un lavoro filologico il Nuovo Canzoniere italiano che porta in giro per teatri e piazze della penisola. Importante il materiale raccolto in Salento tra il 1960 e gli inizi degli anni Settanta. Il suo lavoro di ricerca le vale la cattedra di etnomusicologia. 

Nel 2005 compone le musiche di Le ceneri di Gramsci, sul testo di Paolini, da cui nel 2006 viene tratto il disco omonimo. Collabora ancora con Marco Paolini per un’opera su Ustica, rimane nella storia il suo Lamento per Pasolini, i suoi Treni per Reggio Calabria.

In tutti questi anni ha scritto molta musica per teatro e per il cinema: opere dirette da Attilio Corsini, Marco Mattolini (La donna ragno, L’ècole des femmesFuneralePentesilea, Robinson Crusoe mercante di YorkNora Helmer, regia di Carlo Quartucci), Fabbrica di Ascanio Celestini; per il cinema: tutte le opere di Citto Maselli a partire dal 1967 (Lettera aperta a un giornale della seraStoria d’amoreIl sospettoI sei operaiL’albaAvventura di un fotografoCodice privatoIl segretoCronache del terzo millennio), Café Express di Nanni Loy, Terminal di Paolo Breccia, Teresa Raquin di Giancarlo Cobelli, e altri. Nel 2016 la sua musica ha fatto da colonna sonora al documentario Un paese di Calabriaincentrato sulla storia del comune di Riace. Il suo Bella ciao cantato nel cuore della Garbatella, colonna sonora del 25 aprile del 2023. Nel 2019 Giandomenico Curi ha girato il doc A sud della musica – La voce libera di Giovanna Marini. Mentre lei, che si era trasferita a Frascati, continuava a lavorare con i giovani per tramandare i “segreti” della canzone popolare perché, spiegava, «la storia raccontata dalla gente è tutta un’altra storia».

«Saremo per sempre riconoscenti a Giovanna Marini, per il suo lavoro di ricerca prezioso ed anche coraggioso. Perdiamo un’autentica cantastorie», è il saluto di Angelo Branduardi sui social.

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