– Il 14 settembre, in coincidenza con il ventennale della scomparsa della cantante palermitana, si terrà a Roma un concerto tributo: da Alice a Antonella Ruggiero, da Dulce Pontes a Paolo Fresu, da Mario Incudine ai Tenores di Neoneli e tanti altri
– Il ricordo di quell’incontro avvenuto nel 2003 in una stanza d’albergo a Sanremo alla vigilia del suo tragico canto del cigno con “Morirò d’amore” sul palco dell’Ariston. Raccoglieva i suoi ricordi più belli, tutti legati alla Sicilia ed a Franco Battiato
Fasciata di nero, che rendeva ancora più pallido il volto emaciato, mi accolse sorridente nella sua camera al Grand Hotel Londra di Sanremo. Era il 2003 e Giuni Russo sul palco dell’Ariston lanciava il suo tragico canto del cigno con Morirò d’amore. Alla donna e artista segnata profondamente dal male che la stava divorando Pippo Baudo aveva offerto l’occasione per un gran finale. «Assettati», mi fece con un marcato accento palermitano. La testa immersa sempre in uno, talvolta, due cappellini. «Sono siciliana e sento freddo», scherzava, sottolineando ancora le sue origini. Già, perché la signorina Giuseppina Romeo, in arte Giuni Russo, aveva lanciato il suo primo vagito nel 1953 a Palermo.
«Anche se dal 1968 fui costretta a trasferirmi a Milano per cominciare la mia carriera di cantante, non sono mai andata via dalla Sicilia», mi confessò l’artista nell’incontro sanremese. «E i ricordi più belli sono legati alla mia terra. In particolare, a Catania, dove ho debuttato al teatro Bellini nel ’66, partecipando a una selezione per Castrocaro. Nella città etnea sono sempre stata accolta trionfalmente». E, all’ombra dell’Etna, avrebbe trovato anche il suo Pigmalione. «Franco Battiato è stato un punto di riferimento costante nei momenti decisivi della mia carriera».
Giuni Russo era bravissima, aveva una voce straordinaria e di estrema versatilità: icona unica nel suo genere, ha esplorato una vasta gamma di generi, dalla musica leggera al jazz, dal pop all’opera, fino alle influenze della musica etnica, mostrando una curiosità senza pregiudizi. Cantava in italiano, siciliano, napoletano, inglese, francese, giapponese, spagnolo, arabo, farsi e latino. La madre era un soprano, lei aveva fatto la gavetta fra pop e rock, collaborando con il Balletto di Bronzo, Adriano Celentano, Cristiano Malgioglio e tanti altri.
Era passata per “Un Disco per l’Estate”, Castrocaro, Festivalbar e Sanremo, aveva inciso nel 1975 l’album Love Is a Woman con il trombettista jazz Enrico Rava e il tastierista inglese Michael Logan, finché nel 1981 era stata scritturata da Caterina Caselli e scoperta da Franco Battiato con il quale aveva realizzato insieme a Giusto Pio, Alberto Radius e Maria Antonietta Sisini, l’album Energie all’insegna dell’avanguardia e della sperimentazione. L’anno successivo, Battiato scrisse per lei Un’estate al mare, brano di grande successo nel quale Russo, oltre a cantare, imitava tirando al massimo le sue corde vocali l’impossibile verso sopra le righe di un gabbiano.
Spirito libero, Giuni Russo ha sempre viaggiato controcorrente, sfidando le mode e le regole del mercato. «Con l’industria discografica non sono mai andata d’accordo», mi diceva. Con le relative conseguenze: difficoltà nel registrare un disco e, soprattutto, nel commercializzarlo. D’altro canto, la sperimentazione non paga. Lei, tuttavia, di dischi, ne incise quattordici, tutti di eccellente livello, fino alla sua scomparsa avvenuta il 14 settembre 2004.
Per ricordarla, proprio in occasione con il ventennale della morte, ovvero sabato 14settembre 2024, all’Auditorium della Nuvola di Roma si terrà il concerto Voci parallele. Brani come Un’estate al mare, scritto da Franco Battiato, Alghero, La Sua Figura, Mediterranea e Morirò d’amore rivivranno ancora una volta per essere condivisi e ricordati grazie ad Alice con Carlo Guaitoli (pianista ospite), Antonella Ruggiero, Arisa, Dulce Pontes, Irene Grandi, Laura Catrani, Mario Incudine con Antonio Vasta, Tenores di Neoneli, Paolo Fresu, Rita Pavone, Ron, Roberto Cacciapaglia, Simone Cristicchi, Filippo Graziani e Amara, con un contributo video di Tiziano Ferro. A questi musicisti, si aggiunge l’attrice Pamela Villoresi, che regalerà al pubblico un emozionante e inedito omaggio speciale dedicato a Giuni Russo.
Ad accompagnarli, il quartetto d’archi Roma Tre Orchestra String Quartet e la sezione ritmica composta da Antonello D’Urso alle chitarre, Andrea Torresani al basso, Giordano Colombo alla batteria, Fabio Gangi alle tastiere, Stefano Medioli al pianoforte e direzione musicale. Il concerto è prodotto da Imarts di Carpi (Modena) con Maria Antonietta Sisini, musicista e produttrice di Giuni Russo da sempre, in collaborazione con Eur Culture.
Il ricavato del concerto sarà devoluto alla fondazione VIDAS, organizzazione che fornisce assistenza socio-sanitaria completa e gratuita ai malati terminali e alle loro famiglie, sia a domicilio che in strutture specializzate, con l’obiettivo di garantire dignità e qualità della vita nel fine vita. Questa straordinaria celebrazione sarà inoltre immortalata in un disco che uscirà per Sony Music.